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Bossi: “Non c’è più democrazia. Secessione”

"La soluzione è la secessione. Come si fa a stare in un paese che sta dirittura perdendo la democrazia giorno per giorno? Se qualcuno pensa che il fascismo è finito mi sembra sia ritornato con altri nomi e altre facce, addirittura hanno aggredito i corridori del giro di Padania. Per dire come sia il sistema italiano che non sa più essere democratico" mentre bisogna "trovare una via d'uscita democratica, perché un popolo storicamente importante e dignitoso è stato costretto a mantenere l'Italia".

Umberto Bossi ha chiuso a Venezia l'annuale appuntamento della 'Festa dei Popoli padani' che vede riconsegnata alla laguna l'acqua del Po raccolta sul Monviso, tornando a invocare l'indipendenza della Padania e chiamando alla mobilitazione la gente del Carroccio.

"Oggi - ha detto ancora Bossi - non siamo più in grado di mantenere il centralismo e assistenzialismo romano, lo abbiamo fatto per tanto tempo. La lotta per la libertà la vinceremo, molti saranno i popoli amici della Padania, ogni giorno arriva un popolo nuovo. Alla fine tutto arriva al bersaglio, da adesso in avanti ci sarà la battaglia per nostra lotta di liberazione dei nostri popoli padani". "A chi dice che la Padania non esiste - ha sottolineato ancora il senatur - dico che esiste e paga per tutti".

E "stiamo preparando una grande manifestazione di cui saranno informati i nostri militanti e sarà in primavera. Non dico dove perché ci sono i giornalisti". Ed in ogni caso "in Padania ci sono milioni di persone disposte a combattere". "La premiata ditta Bossi-Calderoli -a portato a casa il federalismo" così come la "manovra è stata pesante ma abbiamo dovuta farla: è stata pesante ma abbiamo dovuto farla, ce l'hanno impostato si sono salvate le pensioni. Ma non possiamo illuderci che possa cambiare qualcosa senza fare la secessione. Noi abbiamo diritto alla nostra libertà e la forza per ottenerla. La prossima volta ci vedremo in un posto bellissimo in una grande manifestazione e alcuni diritti li avremo già conquistati", ha sottolineato ancora Boss, mentre i militanti lo hanno continuamente incitato con continui cori di "secessione,  secessione, Bossi Bossi".

Sulla stessa lunghezza d'onda, prima di lui, gli interventi dal palco dei 'due Roberti' della Lega.

 "150 anni unità d'Italia? Non avete ancora capito - ha affermato il ministro Roberto Calderoli - che non si è riusciti a fare l'unità d'Italia" e " ora si cambia registro: il tempo è scaduto, proviamo a padanizzare noi il resto d'Italia vediamo se ci riusciamo". E ancora: "Bossi ci darà l'ordine di battaglia e dove andare. Io mi giro e guardo più a nord mi giro verso la Svizzera e verso il franco. Al posto delle province avremo i cantoni ed entreremo in una strada completamente diversa" e "mi auguro che questi cantoni realizzino davvero la Padania" .

 Alla secessione, ventilata nuovamente da Umberto Bossi nei giorni scorsi sul Monviso, c'è un antidoto, costituito dal modello padano. Lo ha spiegato, a margine della giornata conclusiva della 'Festa dei popoli padani' a Venezia il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. "La secessione? - ha detto ai cronisti - Questo è l'antidoto: il modello padano. Se c'è ascolto su questo modello bene, altrimenti...".

 Senza troppe mediazioni linguistiche, dopo la riflessione sul peso che gli eletti nella Lega avrebbero senza il loro leader Bossi, anche il passaggio che Roberto Calderoli dedica dal palco alle cronache giornalistiche del dibattito nella Lega. Riferendosi a chi scrive di tensioni nel movimento, il ministro per la Semplificazione tuona che "ci hanno spaccato i coglioni i giornalisti che continuano a scrivere che nella Lega ci sono le divisioni". Uno sfogo che la platea ha accolto con grandi applausi. 

 "Vorrei anche tirare le orecchie a qualcuno che dice: "Bisogna far di qui, bisogna far di lì', e poi gli danno spazio sui giornali perché parla fuori dal coro. No ai fratelli coltelli come fa qualcuno". Lo afferma Roberto Calderoli.

"Se non c'era Bossi, non c'era la Lega. Se c'è da presentarsi vengono e dico: 'io rappresento la Lega' e poi dopo dicono: 'io rappresento l'istituzione'. E no, polvere sei e polvere ritornerai. IO, Maroni, gli altri noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai pi
ù realisti del re che senza Boss non sarebbe niente la politica romana - ha affermato invece Maroni- non ci appartiene. Noi ci occupiamo di federalismo, Padania e fisco equo: sono stanco di sentire parlare di intercettazioni, case fantasma e conti all'estero. Per ora siamo ancora dentro le istituzioni e combattiamo la battaglia per il federalismo. Stiamo lì, resistiamo. Almeno finche ce lo dirà Bossi: perché questo modo romano di far politica non è quello che ci ha insegnato Bossi".

"E mentre noi ci danniamo per strappare risultati concreti c'è chi si occupa di certe porcate. Basta sentire parlare di intercettazioni, case fantasma offerte da misteriosi benefattori. Questo modo romano di far politica - ha concluso Maroni - non è quello che ci ha insegnato Bossi".

Chi ama il tricolore compri il debito pubblico, i titoli di Stato, e sostenga l'Italia". E' l'invito rivolto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlando dal palco della festa della Lega a Venezia. "Ho visto oggi diversi tricolori - ha aggiunto Zaia - Io invito allora queste persone che espongono la bandiera italiana a comperare allora i titoli pubblici, per sostenere il debito del Paese". "La nostra preoccupazione poi - ha proseguito Zaia - è che tre regioni del Nord, Veneto, Lombardia e Emilia Romagna pagano la spesa pubblica delle altre 17. E' ora di finirla! Basta finanziare le cicale".