Il Consigliere regionale del Partito Sardo d'Azione, Planetta, in merito all'individuazione da parte della conferenza dei servizi attivata presso il Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dell’impresa Syndial S.p.A. del gruppo Eni quale unico interlocutore tecnico per l’esecuzione delle bonifiche dell'inquinamento nell'area industriale di Porto Torres, ha dichiarato in un'interpellanza: "Dallo scorso venerdì 29 luglio l’impresa Syndial S.p.A. del gruppo Eni si trova ad assumere il ruolo di imputato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che dal 2006 impegna la Procura sassarese in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d’acqua antistante la spiaggia della Marinella".
"L’accusa - argomenta Planetta - è di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all’alimentazione con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite dal 2005 ad oggi, anche se gli scarichi avvelenati superiori alla norma risalirebbero ai decenni precedenti (come evidenziato dai consulenti del pubblico ministero, dagli esperti della magistratura delle Acque di Venezia e dell’Icram) e che, se confermate in tribunale, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore» in maniera tale da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, senza alcuna possibilità di risanamento. Dopo molti mesi dalla chiusura della darsena ancora non è stato risolto il problema dello sversamento del benzene nelle acque marine del porto e l’urgenza di effettuare le bonifiche è resa evidente anche dai "numeri" dei veleni riscontrati nell’area: alifatici clorurati superiori a 61567 unità rispetto a quanto previsto dalla legge, benzene presente 470mila volte in più del consentito, idrocarburi moltiplicati per quasi 1400, arsenico e manganese "solo" 10 volte superiori ai limiti, e che le stesse bonifiche (ancora ferme ai blocchi di partenza assieme alle speranze di centinaia di persone che, calcolano i tecnici, grazie al risanamento ambientale del territorio turritano potrebbero avere lavoro per i prossimi trent’anni) sono necessarie anche per rilanciare l’economia di un territorio che sta vivendo la più grave crisi economica degli ultimi trenta anni".
Planetta quindi, rivolgendosi al Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'industria e l'Assessore regionale dell’Ambiente, ha chiesto di sapere "se non ritengano opportuno che fino al compimento dell’iter processuale riferito al procedimento giudiziario 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, la Syndial S.p.A. del gruppo Eni, nella sua veste di imputato rinviato a giudizio, non sia più idonea ad essere interlocutore privilegiato nella stesura e nell’attuazione dei progetti di bonifica e, nel caso, come vorrà quest’Esecutivo attivarsi nell’immediato per addivenire all’annullamento, previa sospensione degli effetti, del verbale della Conferenza di servizi istruttoria, convocata presso il Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il 2 agosto 2011 e di ogni provvedimento presupposto, connesso e consequenziale, per la parte in cui ha stabilito di individuare l’impresa Syndial S.p.A. del gruppo ENI quale unico interlocutore tecnico per l’esecuzione delle bonifiche dell'inquinamento nell'area industriale di Porto Torres".
Il consigliere ha poi chiesto inoltre se "quest’Esecutivo non ritenga opportuna la creazione un tavolo tecnico che coinvolga istituzioni di ricerca pubbliche (Università e Cnr) ma anche private, capaci di elaborare progetti di risanamento attraverso anche soluzioni comparate ed anche quella di un comitato di garanti che veda coinvolti gli ordini professionali ed il mondo dell’associazionismo nella verifica dell’attuazione delle azioni di bonifica relative al Sito di Bonifica di Interesse Nazionale "Aree industriali di Porto Torres" e se il corposo studio effettuato dai Ctu Dott. Antonella Ausili, Dott. Giorgio Ferrari, Dott. Massimo Gabellini – esperti della magistratura delle Acque di Venezia e dell’Icram, sia a conoscenza della Giunta Regionale e, nel caso ne sia a conoscenza, quali ulteriori documentazioni ne avrebbero potuto determinare la costituzione di parte civile nel procedimento giudiziario 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari) al fine di tutelare e difendere più compiutamente i diritti e gli interessi così spregiudicatamente e palesemente calpestati del Popolo Sardo". Red-Com.