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Manovra al voto, Italia divisa

Neppure l'impennata dello spread Btp-Bund e l'apprezzamento dell'Ue per contenuti e tempi della manovra per raddrizzare i conti pubblici porta ad una schiarita sullo scenario politico italiano. Per l'opposizione il premier fugge a Bruxelles per evitare i Pm napoletani; per Berlusconi "cercano la spallata e sono la rovina dell'Italia". E una lettura dei giornali, questa mattina, testimonia le profonde spaccature di un Paese prigioniero nel 'tutti contro tutti'.

 Berlusconi incassa un sostanziale ok sulla manovra dalle autorità Ue, purché l'Italia la metta in atto con rigore e determinazione. Ma questo non impedisce al centrosinistra europeo, imbeccato dai colleghi italiani, la 'condanna politica' del premier reo di aver disertato l'appuntamento con i giudici di Napoli sul caso Tarantini. silvio Berlusconi chiude soddisfatto il suo blitz europeo tra Bruxelles e Strasburgo: Herman Van Rompuy, Jose Manuel Barroso e Jerzi Buzek, i presidenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento Ue, tutti esponenti del Ppe, riconoscono che la "manovra è seria e ambiziosa". E "consentirà di raggiungere il pareggio di bilancio".

Di tutt'altro tenore i commenti dal Parlamento europeo, dove la visita di Berlusconi alle istituzioni europee è stata attaccata dall'intero centro-sinistra europeo. Il Pd e l'Idv si sono spinti a "chiedere scusa all'Europa per questa sceneggiata", tenendo una conferenza stampa congiunta dei capigruppo Sassoli e Rinaldi, con tutti i loro deputati schierati attorno "indispettiti" per il mancato incontro con i deputati europei italiani, cortesia che ad esempio non ha mancato di avere, con i suoi, il presidente polacco contemporaneamente in visita al Parlamento europeo.

Idv e Pd hanno rivendicato di essersi adoperati per evitare "coreografiche manifestazioni" alle quali "altri avevano pensato" durante gli spostamenti a piedi tra l'ufficio di Barroso e il salone d'onore in cui Buzek attendeva Berlusconi. 

Ma Martin Schulz e David Cohn Bendit non hanno fatto sconti. Il capo dei socialisti che proprio oggi ha ufficializzato la candidatura alla successione di metà mandato
a Buzek, l'uomo cui Berlusconi dette del Kapo' nel 2003, si è chiesto "perché perdere tempo con un premier dubbio?". E poi ha detto quello che tutti i colleghi del centrosinistra italiano pensano: "tutti sappiamo qual è la duplice ragione della
visita". Il leader dei Verdi, invece, ha ripreso quasi alla lettera il New York Times bollando Berlusconi come "pericolo per l'Italia e l'Europa". 

Se questo è stato l'aperitivo europeo, la cena italiana ha offerto il faccia a faccia fra Angiolino Alfano e Pierluigi Bersani a Ballarò: "Siamo a disposizione per il Paese, perché siamo nei guai", dice il segretario Pd. E il numero uno PdL: "Se voi siete a disposizione, noi non ce ne siamo accorti.". "Vada via Berlusconi", è il mantra risolutivo di Bersani. Ma Alfano lo incalza: "Se arriva Bersani cambia lo scenario? Ma dai...".

E così, mentre la manovra approda alla Camera in aula per il voto finale, atteso in serata, una lettura dei giornali, oggi, fotografa un Paese diviso anche di fronte al rischio del tracollo economico. Che sparisce quasi dai titoli d'apertura perché il tema caldo è quello dell'ennesimo scontro premier-Pm. "Berlusconi cede, sì all'interrogatorio", dice La Repubblica.  L'Unità racconta la "fuga estera di Berlusconi, raggiunto dall' "ultimatum" dei giudici napoletani: "venga in Aula o accompagnamento coatto". Ma questo, sostiene Il Giornale, è "il ricatto dei pm". "Sivio prigioniero politico", è l'apertura. "Assalto finale dei Pm, vogliono arrestare Silvio", urla Libero. "Ricatto a B, Pm: fissi la data e si presenti. Niccolò Ghedini interrogato a Roma", incalza Il Fatto quotidiano.

 Alla fine, è l'opinione dei più, Berlusconi si presenta dai Pm napoletani accompagnato dal fidatissimo Niccolò  Ghedini. Molti nel Pdl, tuttavia, continuano a consigliargli di evitare qualsiasi incontro con i giudici: si vocifera anche di un appuntamento con il presidente russo, Putin, in concomitanza con la rosa di date indicate dalla procura di Napoli. Il presidente del Consiglio in ogni caso ai suoi interlocutori non nasconde di sentirsi sotto assedio, di temere un nuovo '94. Nella maggioranza la più "grande preoccupazione è legata alla possibilità della pubblicazione di nuove intercettazioni del premier che - sottolinea un ministro - potrebbero 'minare' la credibilità dell'esecutivo e del Paese e a quel punto - aggiunge la stessa fonte - diventerebbe difficile difendere a spada tratta il Cavaliere. Nella maggioranza si teme un effetto a catena tra il 'caso Tarantini' e 'l'affaire Milanese'.

 Nella Lega è in corso un confronto tra le aree del partito, con i maroniani che hanno preteso la libertà di coscienza e che dovrebbero ripercorrere le orme del 'caso Papa'.

Berlusconi deve confrontarsi insomma anche con l'ultimo alleato, la Lega, proprio per le eventuali mosse da compiere qualora si manifestasse la necessità di nuovi interventi su sollecitazione Ue. Bruxelles ha smentito che servano per Italia e Spagna misure aggiuntive, ma nulla si può escludere e la 'quadra' di bossiana memoria appare sempre più difficile da trovare, con Berlusconi che non vuol sentir parlare di patrimoniale e la Lega che dice 'no' alla riforma delle pensioni.