Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge finalizzata a riformare i sistemi dell’istruzione e della formazione professionale integrandoli tra loro con pari dignità. Si tratta di un testo “qualificante”, ha detto il capogruppo Mario Bruno, perché intende incidere sullo sviluppo generale della Sardegna pensando alle future generazioni. La materia, ha proseguito, è un pilastro centrale per un programma di governo alternativo all’attuale politica del “navigare a vista senza un respiro che ci porti oltre” e al “vuoto assoluto” della Giunta Cappellacci. La proposta del Partito Democratico vuole garantire a tutti il diritto allo studio, per aumentare il numero di diplomati e laureati, intervenendo concretamente nella lotta alla dispersione scolastica, sul trasporto dei pendolari, sull’edilizia, per la rimozione delle difficoltà che devono affrontare i giovani appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. “Intervenire complessivamente – ha concluso Bruno – è un dovere per la classe dirigente sarda”.
Il primo firmatario Giuseppe Cuccu ritiene assolutamente necessario essere propositivi in un momento, l’avvio dell’anno scolastico, ancora una volta contraddistinto dalla mobilitazione e dalla tensione sociale per i nuovi “licenziamenti di massa”: “Vogliamo che l’istruzione torni ad essere una priorità per questa Regione e che l’adeguata formazione professionale debba essere la leva principale per uscire dalla crisi”. Contestando la politica nazionale dei tagli di personale, si vuole dare un segnale diverso e la legge “di sistema” sarà lo strumento con il quale
Francesca Barracciu, che ha elaborato la proposta di legge insieme a Cuccu, ha sottolineato come nulla finora abbia fatto
La consigliera regionale del Pd ha poi evidenziato il bisogno di rinnovare le norme sull’apprendistato in modo che effettivamente sappiano qualificare le persone a tutto vantaggio del sistema delle imprese. Rilevata la carenza di competenze scientifiche e tecnologiche, si vuole creare