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Comune di Uri – Tutelare la lingua sarda “morente” si può: La consulta “Arvada” stimola esperti e società civile con un dibattito

Grande sucesso per il Convegno di studi organizzato dalla Consulta pro Sa Limba e Sa Limba Sarda “Arvada”, di cui il Comune di Uri è l’ente capofila, conclusosi questo fine settimana, nell'ambito del progetto “Giocos e Contos”, avviato nel 2009 negli 11 comuni Arvada della Valle de Coros, alla riscoperta degli antichi giochi sardi e nella ricerca dei contos tra gli anziani dei paesi inseriti nella programmazione.

 

Le due giornate d’incontro, tenutesi nella Biblioteca Comunale di Uri, hanno chiuso il progetto con un dibattito attorno al tema “Lingua e Cultura sarda. Esperienze a confronto”. Ad aprire l'evento il Sindaco Gennaro Galzerano e presidente di Arvada, il quale ha dichiarato: “E’ fondamentale mantenere vive le tradizioni e la cultura, ma è necessario seguire un percorso che tenga conto della lingua come elemento in continua evoluzione. Tutelare e trasmettere, senza inciampare nel folklore a tutti i costi”.

 

Moderato dal giornalista Rai Sardegna, Mario Mossa, l'incontro è proseguito con l’intervento del Rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, e dei docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia, entrando nel vivo con l’intervento della dott.ssa Maria Antonietta Mongiu che, a seguito dei dati espressi dai docenti, ha interrogato i partecipanti sulla possibilità di un sardo morente. Dai dati è infatti emerso che in Sardegna si parla più italiano rispetto a tutte le altre regioni: nell’Isola infatti il 53% batte il 23% dei fruliani che utilizza la lingua nazionale. “Una lingua è tale quando viene parlata, se questo non avviene, finanziamenti e sforzi sono inutili. Siamo quindi di fronte ad una lingua morente?”.

 

“L’italiano, così come il catalano ufficiale, sono nate come una lingua di plastica – ha spiegato Joan Elies Adell-Pitarch, Direttore dell’Ufficio di Rappresentanza del Governo Catalano presso la città di Alghero – Nelle istituzioni è fondamentale l’unitarietà di una lingua. Quella che viene parlata negli enti di Barcellona è stata scelta e creata con le diverse varianti del catalano, ma ciò permette un utilizzo non solo culturale, ma anche economico e commerciale della lingua. E’ il solo modo per valorizzare una lingua nel suo complesso, mettendola al riparo dal solo uso folkloristico o secondario".

 

"Per il catalano – ha sottolineato Joan Adell - è stato fatto così, alla cooperazione culturale si è affiancata la cooperazione economica. Noi vi possiamo aiutare in tante cosem ma voi siete già in possesso di un patrimonio che va sfruttato e promosso all’estero, ma anche al vostro interno”.

 

Al centro del discorso "identità, appartenenza e potenzialità della lingua", nonchè la necessità di valorizzare non solo all’esterno, ma soprattutto all’interno, la lingua, riappropriandosi delle radici. Sabato hanno poi preso la parola gli Stranos elementos, gruppo rap turritano che dal palco cantano in limba le loro rime: “Il cantare in sardo non è stata una scelta commerciale o di cosciente valorizzazione della lingua, ma la naturalezza quotidiana che riportiamo in musica".

 

"Siamo consapevoli - hanno detto i tre musicisti - della nostra identità e delle potenzialità della nostra lingua che come metrica e sonorità è migliore rispetto a quella italiana. Ciò che cerchiamo di trasmettere è che si può fare. Si può salvaguardare la nostra cultura, vivere, studiare e lavorare pur continuando a parlare la nostra lingua”. Com.