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Carlo Sanjust (PdL): “Il DL approvato ieri al Senato, restringe, in modo preoccupante l’accesso ai tirocini aziendali”

«Il contestato Decreto Legge approvato ieri dal Senato, relativamente a “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, all’articolo 11, limiterebbe i tirocini ai soli disabili e diplomati e laureati da meno di un anno, tagliando fuori tutta una serie di categorie che, in una Regione povera come la nostra, escluderebbe tantissima altra gente».

Lo denuncia Carlo Sanjust, consigliere regionale del PdL che, sull’argomento sta ricevendo numerose segnalazioni di persone preoccupate su quanto si legge nel testo definitivo licenziato ieri dall’aula di Palazzo Madama e sta predisponendo una interrogazione alla Giunta.

Il testo dell’articolo, suddiviso in due commi recita testualmente: “I tirocini formativi e di orientamento possono essere promossi unicamente da soggetti in possesso degli specifici requisiti preventivamente determinati dalle normative regionali in funzione di idonee garanzie all'espletamento delle iniziative medesime. Fatta eccezione per i disabili, gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti e i condannati ammessi a misure alternative di detenzione, i tirocini formativi e di orientamento non curriculari non possono avere una durata superiore a sei mesi, proroghe comprese, e possono essere promossi unicamente a favore di neo-diplomati o neo-laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento del relativo titolo di studio”.

In assenza di specifiche regolamentazione regionali trovano applicazione, per quanto compatibili con le disposizioni di cui al comma che precede, l'articolo 18 della legge 24 giugno 1997 n. 196 e il relativo regolamento di attuazione”.

“Nella situazione di attuale recessione economica – commenta Carlo Sanjust - verrebbe meno uno strumento fondamentale di inserimento in azienda, per tutti i soggetti che hanno difficoltà oggettive a trovare un lavoro e fra questi, principalmente, i giovani senza titolo di studio, le donne che sono rimaste, anche per esigenze familiari, fuori dal mercato del lavoro, adulti disoccupati e altri. E questa esclusione, nella nostra regione, non possiamo certamente permettercelo visti gli standard economici e l’abbandono scolastico».

«Per questo – conclude Sanjust – chiedo l’intervento autorevole del Presidente della Regione, ma anche dei Deputati sardi affinché, alla Camera, questa stortura possa essere corretta». Red