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Bufera sulle dichiarazioni dell’antipatico e poco telegenico ministro del lavoro.

"Faccio un esempio un po' blasfemo - ha detto Sacconi davanti alla platea dei giovani del Pdl ad 'Atreju '11' - per rispondere alla Cgil rispetto agli scenari apocalittici che ha fatto. Vale quello che disse una suora in un convento del '600, dove entrarono dei briganti. Le violentarono tutte tranne una. Il Santo Uffizio la interrogò e le chiese: 'Ma come mai non è stata violentata?'. Lei rispose: 'Perché ho detto di no..'".

 "In nessun altro paese del mondo democratico un esponente di governo sceglierebbe la metafora dello stupro - incompatibile con qualunque forma di ironia - per esprimere una sua valutazione politica, svelando la sua visione del rapporto tra donne e uomini". Lo scrive in una nota il comitato nazionale delle donne di "Se non ora quando?".

"La violenza dello stupro - affermano dal comitato - e' la forma piu' brutale di negazione dell'altro. Non comprende nessuna forma di linguaggio, non ammette nessun si' e nessun no. Come scrisse in occasione del 13 febbraio Suor Rita Giarretta, ripetiamo tutte insieme al Ministro Sacconi: "Non ti e' lecito!"

Sacconi si scusi pubblicamente con tutte le donne, per aver riesumato, nella furia della difesa della propria ideologia e dell'attacco alla Cgil, il peggior armamentario sessista e misogino".

Lo afferma della senatrice del Pd Rita Ghedini, componente Commissione Lavoro, commenta l'intervento del ministro Sacconi ad Atreju definendolo "incommentabile e intollerabile". "Speravo che certe categorie - sottolinea la senatrice - fossero ormai inutilizzabili (non oso sperare che non siano 'pensabili' da chi svolge un 'ministero' pubblico; evidentemente sono tutte,
pienamente e strutturalmente parte della cultura paternalista ed autoritaria che il Governo di cui Sacconi è parte incarna in ogni sua scelta, che riguardi
le donne, il lavoro, la salute o la libera determinazione".

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