Forse ci sono cose che si possono dire solo quando un mandato sta per scadere, perché scomode. O forse il momento è talmente difficile da indurre anche i più diplomatici a rompere gli indugi. Fatto sta che a Parigi il numero uno uscente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, dice chiaro che si può immaginare un governo confederale europeo "con un ministro delle Finanze confederale, che potrà assumere l'intera governance in seno all'Eurozona e prendere questa o quella
decisione". Perché, è il sotto inteso neppure troppo sotto inteso, i Governi non hanno più la necessaria tempestività nel reagire agli strattoni dei mercati.
Il super ministro delle Finanze europeo, poi, potrebbe , sostenere una "posizione europea nei negoziati internazionali sul piano finanziario", senza le mille voci dell'Ue a 27.
Resta in primo piano il problema dei conti pubblici. E di nuovo Trichet non ha dubbi: se un Paese non riesce a prendere le decisioni adeguate in termini di risanamento del bilancio, allora dovrebbe essere consentito di imporle a livello centralizzato.
Passano pochi minuti e da Bruxelles rimbalzano le parole del portavoce del commissario Ue degli Affari monetari Olli Rehn: Trichet ha ragione sulla riforma della governance delle finanze europee, dice, perché "non si può lasciare che tutto ricada sulle spalle della Bce", con i suoi acquisti sul mercato secondario dei titoli di stato.
"Trichet mente sapendo di mentire", ribatte da Roma il segretario Prc Paolo Ferrero: "la speculazione è il frutto delle politiche della Bce e della Ue, non del mancato pareggio di bilancio. Infatti ogni paese che taglia la spesa sociale vede peggiorare la propria situazione: a partire dalla Grecia per arrivare all'Italia"."Trichet - sostiene Ferrero - in realtà difende i suoi azionisti, cioè le banche private europee che stanno speculando contro gli Stati europei. Per bloccare la speculazione servono tre misure: occorre bloccare per legge la vendita allo scoperto dei titoli degli Stati, occorre tassare le transazioni speculative di capitale e occorre obbligare la Bce ad acquistare direttamente i titoli di stato europei, così come fanno tutte le altri Banche Centrali del Mondo. Senza queste misure la speculazione continuerà ad essere pagata dai lavoratori e dai pensionati".
Ferrero è scavalcato a sinistra dai militanti dei Comitati unitari di base e del centro sociale Cantiere di Milano: 7 o 8 persone, in vista dello sciopero di domani contro la manovra, hanno tentato questa mattina di irrompere nella Borsa di Piazza Affari, riuscendo a esporre bandiere del sindacato e striscioni dalle finestre di Palazzo Mezzanotte. All'esterno della Borsa, una ventina di antagonisti e anarchici che distribuiscono volantini contro la manovra e alcune tende da campeggio. Ci sarebbero stati attimi i tensione quando un secondo gruppo ha cercato di fare irruzione in Piazza Affari ma è stato bloccato dalla sorveglianza vicino alle porte del palazzo, che poi sono state chiuse.
A metà seduta le Borse europee si mantengono in territorio ampiamente negativo: l'indice Stxe 600, che registra l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede oltre due punti percentuali e mezzo, con Parigi che al momento si delinea come la piazza finanziaria più debole, in calo di quattro punti. Senza dati macroeconomici di giornata dagli Stati Uniti si attende soprattutto l'avvio di Wall street e Piazza Affari si mantiene in linea con gli altri mercati: l'indice Ftse Mib segna una perdita del 3,72%, l'Ftse All Share un ribasso del 3,66%.
Sempre molte vendite sul settore bancario, con Intesa San Paolo che perde il 5,79% e Unicredit il 4,85%.