Ci vuole un "nuovo driver dello sviluppo" basato sugli investimenti pubblici, che sono gli eurobond, e "non ci sono alternative o ci saranno grandi criticità". Lo ha sottolineato il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parlando alla platea del workshop Ambrosetti.
"Non mi fa scandalo che in un meccanismo democratico ci siano delle proposte ma l'importante è che l'opinione pubblica distingua un'idea di un parlamentare o di alcuni parlamentari da un emendamento o da un provvedimento finale".
Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parlando alla platea del workshop Ambrosetti. "Per creare un clima migliore - aggiunge - è necessario distinguere tra ciò che è una discussione un po' antipatica, ma preliminare, da quella che è una decisione finale".
"Nel fare un provvedimento in quattro giorni puoi fare degli errori". Lo ha detto il ministro dell'Economia parlando della manovra presentata all'inizio di agosto. "Quel provvedimento di agosto fu fatto in quattro giorni con una complessita' interna di fabbricazione del provvedimento maggiore di quanto uno possa immaginare", ha sottolineato.
"Nessuno ha la bacchetta magica, un po' in tanti hanno la mania di bacchettare troppo. Se si usassero le bacchette giuste - ha detto Tremonti - con l'armonia giusta sarebbe nell'interesse del nostro Paese".
Della manovra "do una valutazione diversa da quella fatta dal presidente Marcegaglia. Ci sono 14 miliardi di tagli e 6 di tasse. E non viceversa". Lo ha affermato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti riferendosi alle critiche arrivate dal numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.
Il Governo intende svolgere un'azione "più di prevenzione che di repressione" sulla lotta all'evasione, - ha detto il ministro - soprattutto considerando il fatto che siamo in un Paese "in cui chi dichiara più di 500 mila euro sono 3.641 persone, e chi dichiara più di 1 milione sono 796 persone".
"E' un errore, lo ammetto: è stato un errore. Non abbiamo pensato in quattro giorni a fare quella cosa": il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti spiega che, per quanto riguarda il 25 aprile, il 2 giugno e il 1 maggio, "pensavamo che fosse importante scrivere una norma sull'accorpamento delle feste e che ci fosse spazio per un decreto che definisse le date". Cioè, aggiunge, "pensavamo che non fosse centrale nell'economia di una manovra da decine di miliardi". Ma va considerato, sottolinea, che "nel fare un provvedimento in quattro giorni puoi fare degli errori".