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Costo Energia – In Sardegna ogni azienda spende 2.708 euro in più rispetto alla media europea– Confartigianato

Due mila e 708 euro in più rispetto alle altre aziende europee e 932 euro in più rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane ovvero 1,03% del valore aggiunto che svanisce in maggiori oneri energetici.

Che l’energia elettrica in Sardegna costasse di più rispetto alla media continentale e quella nazionale, lo sapevano in molti, ma che il divario con le altre fosse così ampio in pochi, forse, se lo aspettavano.

Sono questi i valori che emergono dall’analisi che l’Ufficio Studi di Confartigianato ha effettuato su dati Terna del 2010.

Infatti, se in media ogni azienda italiana paga l’energia elettrica 1.776 euro all'anno in più rispetto agli imprenditori europei, questo gap si allarga a 3.151 euro per ogni impresa del Friuli Venezia Giulia, seguita al secondo posto dalle imprese della Sardegna con 2.708 euro e si restringe, all’ultimo posto, con i 954 euro della Calabria.

Se però si parla dell’incidenza del maggior costo dell’energia elettrica rispetto al valore aggiunto di ogni impresa, allora la Sardegna è al primo posto nazionale. Infatti, le aziende sarde sono le più colpite e l’1,03% del loro v.a. svanisce a causa di questo gap.

“Questi dati sono l’ennesimo duro colpo per l’economia isolana e le sue imprese” sottolineano da Confartigianato Imprese Sardegna.

Per abbassare il costo dell'energia l’Associazione degli Artigiani della Sardegna sollecita la Regione sul Galsi e sulle energie rinnovabili ricordando che “la Sardegna deve far presto perché il nuovo gasdotto non sia solo una risorsa per chi lo progetta, lo costruisce e lo gestisce ma deve essere principalmente una risorsa soprattutto per le aziende che vedrebbero ridotti i loro costi energetici”.

“Inoltre – continuano da Confartigianato Imprese Sardegna – è necessario continuare a puntare e a investire nelle energie rinnovabili. E’ urgente che ci sia un impegno serio e concreto del Presidente Cappellacci affinché le imprese possano produrre energia pulita, sfruttando il sole e il vento”.

La classifica nazionale del “Costo dell’energia elettrica delle imprese: il divario con l’Europa per provincia”, vede a livello nazionale Milano con un gap di 448milioni di euro mentre il gap totale della Sardegna è di 299 milioni suddiviso in Cagliari con 121milioni di euro di gap, seguita da Carbonia-Iglesias con 91milioni, Sassari 34milioni, Nuoro e Olbia-Tempio con 17milioni, Oristano con 10, Medio Campidano con 6 e l’Ogliastra con 3.

A livello nazionale, a gonfiare la bolletta energetica delle imprese contribuisce la pressione fiscale che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il record negativo nell'Ue: le imposte sull'energia ammontano a 31.750 milioni di euro l'anno e sono più alte del 23% rispetto ai Paesi dell'Eurozona. Questo significa che cittadini e imprese italiani pagano la tassazione sull'energia 6,1 miliardi in più ogni anno rispetto alla media europea.

Sul fronte fiscale per le piccole imprese il gap con l'Europa è ancora più ampio: in valore assoluto il peso del fisco sui consumi di energia delle aziende in Italia è il più alto d'Europa ed è maggiore del 134,1% rispetto alla media Ue. Red

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