Secondo Luigi Berlinguer, presidente della commissione di garanzia del Pd, intervistato da l'Unità sulla vicenda che riguarda Filippo Penati, è necessario mettere mano allo Statuto del Pd per una più chiara definizione del principio di 'correttezza' di un politico.
Un punto - annuncia l'eurodeputato - a cui "dovremo lavorare" già il 9 settembre a Pesaro insieme con i 20 presidenti regionali delle commissioni di garanzia. Proprio perché "un politico deve essere più corretto di un cittadino comune", specie se si tratta di un esponente del Pd.
Quanto a Penati - spiega Berlinguer dopo averne parlato con Pier Luigi Bersani-, si e' convenuto che avesse tutti i diritti di "difendere la sua onorabilita' come qualunque altro cittadino, ma ha altrettanto diritto di farlo il suo partito".
La commissione è convocata per il 5 settembre e si avvicinera' alla questione tentando di individuare "se ci sono profili etici o politici, sapendo che i tempi della politica e quelli della magistratura sono diversi". "Il Pd e' sano, non è malato - rileva - La corruzione politica italiana risiede in assoluta prevalenza altrove", anche se "certe patologie possono albergare anche nelle migliori famiglie". E poi su una possibile espulsione: "Se c'è un corrotto non si può tenerlo nel partito, ovviamente, ma deve essere accertato".
Per come e' adesso lo statuto - osserva Berlinguer che è contrario alla "diversità biologica" ma convinto che "noi abbiamo una scala di valori diversa da quella degli altri partiti e amministratori" - "c'è bisogno di certezza giudiziaria o di forte certezza politica".
E a proposito della rinuncia alla prescrizione da parte di Penati, l'unico che può "disporre di questa facoltà è lui. Certamente gli appelli che gli sono stati rivolti da autorevoli esponenti del Pd non possono non avere un peso".