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Nuova strage dei fedelissimi del Rais, uccisi 170 prigionieri

Nuova strage compiuta dai fedelissimi di Gheddafi in fuga: circa 170 prigionieri sono stati uccisi e i cadaveri bruciati in un edificio a circa 30 metri dalla base della 32/a brigata, guidata da Khamis Gheddafi, conquistata ieri dai ribelli sulla strada per l'aeroporto di Tripoli. Nell'edificio dato alle fiamme la scena è raccapricciante: gli scheletri si contano a decine, mentre al'esterno altri cadaveri non dati alle fiamme hanno piedi e mani legati. L'odore di morte si sparge tutto intorno per decine di metri. Di fronte all'edificio c'è almeno un blindato per il trasporto prigionieri, che probabilmente erano reclusi nella base militare poco distante.

Secondo Al Jazira, il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha telefonato alla sede dell'agenzia Associated Press (Ap) a New York, affermando che Gheddafi si trova in territorio libico, e che e' intenzionato a discutere con i ribelli la formazione di un governo di transizione. Secondo Mussa, il Colonnello ha nominato il figlio Saadi "capo negoziatore".

Il portavoce, identificato dalla voce, ha dichiarato all'Ap - scrive il sito di Al Jazira - ha visto l'ultima volta Gheddafi venerdi', ribadendo pero' che quest'ultimo si trova in Libia e asserendo di trovarsi anch'egli in territorio libico.

Il responsabile di Finanze e Petrolio del Consiglio nazionale di transizione, Ali Tarhouni, smentisce l'ipotesi di negoziati con il Raiss. "Nessun negoziato è in corso con Gheddafi - ha detto Tarhouni -. Se vuole arrendersi, allora negozieremo e lo cattureremo". "Non siamo davvero sicuri di dove si trovi" il rais, ha aggiunto Tarhouni.

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