"Per venerdì noi saremo pronti con i nostri emendamenti, non so se il Governo e la maggioranza saranno pronti. Questa è la nostra responsabilità, non chiediamo rinvii, siamo pronti a discutere in Parlamento. Se ci saranno rinvii, saranno loro". Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rivendica l'impegno del suo partito sulla manovra, presentando in conferenza stampa le proposte dei Democratici.
"Venivamo descritti - afferma Bersani - come un'armata Brancaleone e si è visto invece che il partito con un padrone è nel caos. Questo è l'insegnamento che deve valere per il futuro e io voglio fare un riconoscimento al meraviglioso collettivo che è il Pd, che ha lavorato in modo unitario per dare una mano al Paese".
"Il presidente della Repubblica nel suo messaggio, che noi rispettiamo e rileggiamo, ha parlato di deficit di verità. Io rivendico: il Pd ha sempre detto la verità, anche quando andava contro corrente, mentre ancora oggi purtroppo il governo non dice la verità". Bersani afferma che il governo "non dice la verità o per omissioni di verità o per vere o proprie bugie" e, aggiunge, "queste è una cosa piuttosto drammatica".
La riforma delle pensioni non deve servire a "tappare un occasionale buco di bilancio" e a permettere "che chi non paga le tasse continui a farlo". Pier Luigi Bersani illustra la contro manovra del Pd e afferma che "se si vuole, si deve parlare di riforma del Welfare, per metterlo in migliore equilibrio nel rapporto tra costo delle pensioni e interventi per i giovani. Abbiamo le nostre proposte e si discuta di questo. Se si pensa di non far pagare dazio a chi non l'ha mai pagato maneggiando le pensioni per tappare un occasionale buco di bilancio, noi non siamo pronti. Non si venga in Commissione, fatta un'improbabile quadra in maggioranza, a chiudere il libro. Si facciano le cose per bene al Senato e alla Camera".
Detto questo, Bersani pungola Governo e maggioranza "a dire quali idee ha, dopo di che noi diremo la nostra: ma non si inventi che fanno la riforma delle pensioni per dare i soldi ai figli, ai giovani: devono solo tappare il buco di bilancio, non daranno nulla ai figli ma a chi non paga le tasse".
"Il principio e' molto chiaro e lo teniamo fermo: esenzione per tutte le risorse collegate alla missione e alle finalita"' della Chiesa, e invece "sottoporre a tassazione tutte le attività propriamente commerciali". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, risponde a chi gli domanda quale sia la sua posizione sulla tassazione dei beni della Chiesa, chiesta dai Radicali e da una campagna su internet.
"In tempi come questi - sottolinea Bersani - prima di discutere bisognerebbe fare un giro, che sarebbe istruttivo, nelle Caritas diocesane, per capire bene come è messo il Paese e cosa sta facendo la Chiesa". Fatta questa premessa, il segretario Pd afferma che "vanno poi verificate le casistiche e i singoli casi concreti. Ci sono cose - aggiunge - che vanno registrate e credo che la Chiesa sia favorevole a farlo, alla luce del principio generale che ho enunciato".
"Le pensioni sono un discorso serio. Io sono per discutere", ma "è ora di smetterla di di tentare di cavar soldi da lì per coprire il buco del giorno, per non toglierli agli evasori o a chi è sempre al riparo". L'apertura al dialogo sulla riforma pensionistica arriva dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che, intervistato dalla Stampa, ribadisce il suo no al tentativo far cassa con la previdenza.
"Se si vuol parlare di evoluzione del sistema pensionistico a favore dei giovani, si ricordi che noi siamo i primi ad aver fatto la riforma", dice Bersani. "Per noi la messa a regime del sistema consiste nell'individuare una fascia di anni nella quale ci sia flessibilità di uscita in ragione di meccanismi di convenienza. Parliamone". Tuttavia, rimarca, "quel che non accetto è che per colmare il buco degli enti locali si vogliano toccare le pensioni: si facciano pagare i condonati e si metta una tassa sui patrimoni rilevanti. Se non sanno come si fa, glielo spieghiamo noi".
Con il piano economico del Pd "si può non essere d'accordo, ma non lo si snobbi, perche' non ci faremo intimidire da chi dice semplicemente che non si puo"', prosegue il leader dei democratici. "Da molte parti sta venendo fuori la favola che non è possibile far pagare chi non ha mai pagato. E' vergognoso".
Nell'intervista Bersani mostra apprezzamento per l'intervento pronunciato a Rimini dal capo dello Stato. "Noi ascoltiamo Napolitano", sottolinea. Però "il Presidente, come tutto il Paese, sa che noi intendiamo essere un'opposizione di governo assolutamente responsabile ma alternativa, perché la cura berlusconiana cui è sottoposta l'Italia è un assoluto disastro. La nostra responsabilità - aggiunge - si ferma alla soglia del merito delle scelte".
Meno apprezzato, invece, il discorso di Montezemolo. "A me le sue dichiarazioni non sono piaciute", afferma Bersani. "Nel merito, si limiti a dire se sia più giusto chiedere solidarietà ai condonati o ai tassati. Più in generale, è uno sport antico di certo terzismo cercare di farsi largo criticando a destra e a manca. Siamo in un sistema ormai radicalmente bipolare: oltre a dire cosa si vuol fare, bisogna anche spiegare da che parte si sta".