"Il regime di Gheddafi sta cadendo a pezzi". Arriva dal premier britannico David Cameron, a Downing Street, il sigillo definitivo sulla caduta del regime del Colonnello, dopo il rapido evolversi della situazione in Libia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, l'altro grande fautore della guerra in Libia, ha esortato il colonnello Gheddafi a arrendersi e "risparmiare al suo popolo inutili sofferenze".
Nel primo pomeriggio i ribelli libici hanno annunciato di aver preso il controllo della sede della Tv di Stato, che non trasmette più. "I rivoluzionari sono entrati nell'edificio", ha riferito un portavoce, "dopo aver ucciso i soldati che erano attorno. Adesso, è sotto il loro controllo".
"Il 90% di Tripoli è stata conquistata dai ribelli. Ci sono ancora dei punti dove gli africani combattono ancora, entrano nelle case e portano via tutto. Ma gli stanno dando la caccia. In quelle zone è un gran caos. Quasi tutta la gente è in strada armata". Al telefono dalla
capitale libica une ex giovane ufficiale di complemento dell'esercito di Muammar Gheddafi parla con un amico che si trova di fronte all'ambasciata libica a Roma, insieme ad altri cinque giovani libici per avere assistenza. Hussein ha 28 anni, e racconta in un inglese stentato quanto accade a Ben Ashura, nella parte occidentale di Tripoli. Il suo amico Riad si trova invece da oltre un mese e mezzo nel centro dei richiedenti asilo della Croce Rossa di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma.
"Siamo a 3 chilometri circa a ovest del palazzo di Gheddafi - racconta Hussein al telefono - Da qui riesco a vedere il palazzo. Ho sentito dire che tre figli del Colonnello sono stati arrestati e che lui è scappato in Algeria". Ma quest'ultima notizia non trova alcun riscontro.
Le residue forze fedeli al regime libico hanno schierato i carri armati a difesa di Bab al-Aziziyah, la residenza-bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli, stando a testimonianza diretta di un portavoce dei ribelli, qualificatosi soltanto come Abdulrahman. "La situazione non è stabile, si spara dappertutto", ha spiegato. "Le forze di Gheddafi stanno usando i carri armati al porto e in via al-Sarine, vicino a Bab al-Aziziyah. A Tripoli i rivoluzionari hanno preso posizione ovunque, e alcuni si trovano anche nei pressi di Bab al-Aziziyah, ma i governativi finora hanno cercato di resistere", ha ricostruito il portavoce. "Per noi il problema principale sono i cecchini. C'è stato un gran numero di martiri", ha sottolineato, "compresi mio fratello e due dei miei vicini".
Il Sudafrica ha smentito di aver inviato aerei in Libia per permettere a Muammar Gheddafi di lasciare il Paese, come ipotizzato ieri sera da al-Jazeera, secondo cui all'aeroporto di Tripoli srabbero stati pronti due velivoli sudafricani: a negarlo è stato prima Clyson Monyela, portavoce del ministero degli Esteri, e lo ha poi confermato la stessa titolare del dicastero, Maite Nkoana-Mashabane.
La caduta del regime in Libia ha portato ad un amento verticale delle connessioni internet, stando ai dati del traffico veicolato sulla rete di server Akamai, che hanno registrato una consistente impennata nelle connessioni nel periodo compreso tra lunedì 15 agosto e lunedì 22 agosto. La Libia, insomma, si sta aprendo al web.
Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea Juan Manuel Barroso hanno chiesto "al colonnello Gheddafi di accettare il volere della gente, lasciare il potere immediatamente ed evitare ulteriori spargimenti di sangue e sofferenze. Per la Libia - prosegue la nota congiunta - è ora aperta la strada della liberta e dell'autodeterminazione. L'Unione europea sosterrà il Paese nella sua transizione democratica e nella ricostruzione economica, basata su giustizia sociale, inclusione, integrità territoriale, assieme alla comunità internazionale".
La Commissione europea si è già detta pronta a sostenere le nuove autorità nel processo di democratizzazione in Libia e sottolinea la necessità che siano indette al più presto elezioni libere. La Commissione, che ha già aperto un ufficio a Bengasi, conta di aprire in futuro una delegazione a Tripoli, "non appena la situazione lo consentirà". Le sanzioni Ue nei confronti della Libia, persone e società, "per ora restano in vigore", ha detto il portavoce dell'Alto rappresentante Ue per
la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton. "Appena riterremo che sarà giunto il momento giusto per togliere le sanzioni lo faremo", ha assicurato Michael Mann.
Arrestati tre figli di Gheddafi
Il regime di Gheddafi ha raggiunto "il punto di non ritorno" ed il "tiranno" libico se ne deve andare, ha ribadito Obama. 'Siamo vicini all'epilogo' afferma il ministro degli Esteri Frattini per il quale l'arresto del figlio del colonnello, Saif al Islam, è 'un passo determinante verso l'inevitabile fine del regime' Gheddafi 'ha le spalle al muro e mi auguro che accolga la proposta degli insorti, ma da qui a dire che tutto e' finito ce ne corre' commenta il ministro della Difesa La Russa.
Colloqui sarebbero in corso tra i fedelissimi del colonnello Gheddafi e il Sudafrica per individuare una destinazione per l'esilio del rais. Lo riferisce la tv satellitare al Jazira, rilanciando indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Secondo la tv, Gheddafi potrebbe volare in Zimbabwe o in Angola con un aereo sudafricano. Il ministro degli Esteri sudafricano smentisce però che il suo governo abbia mandato un aereo a Tripoli o stia agevolando la fuga di Gheddafi.
Le truppe di Gheddafi continuano a combattere contro gli insorti e controllano il 15-20% di Tripoli. Lo ha detto un portavoce dei ribelli alla tv al Jazira. "Controllano quattro aeree della capitale che rappresentano solo il 15-20% della città", ha detto il ribelle identificato come 'Nasser'.
Combattimenti sempre più violenti sono in corso attorno alla residenza del colonnello Gheddafi a Tripoli. Lo ha constatato un giornalista della France Presse sul posto.
Intanto 'al-Jazira' è riuscita a intervistare in diretta il primogenito di Muammar Gheddafi, Mohammed, mentre a Tripoli piombavano le milizie ribelli: all'emittente televisiva pan-araba, con sede nel Qatar, il figlio del Colonnello ha confermato di essere stato catturato dagli insorti e di essere tenuto agli arresti domiciliari.
"Banditi armati hanno circondato la mia residenza", ha raccontato per telefono alla televisione satellitare Mohammed Gheddafi. "Io sono ancora a casa, loro sono la fuori. Hanno detto che garantiranno la mia incolumita', ma stanno assediando casa mia".
Mentre parlava, in sottofondo erano distintamente udibili colpi di arma da fuoco. "Si'", ha aggiunto il figlio di Gheddafi, "gli spari sono in casa mia". Poi, di colpo, la linea è caduta e per qualche istante sullo schermo diventato buio è stato solo silenzio. Più tardi comunque Mohammed è stato in qualche modo contattato, e ha così potuto assicurare che lui e i familiari erano illesi.