Press "Enter" to skip to content

All’assalto della manovra: Decreto subissato di critiche e richieste di cambiamenti radicali

I saldi della manovra "non si toccano", come dice il premier, ma il governo è aperto a eventuali "miglioramenti". Silvio Berlusconi lascia la Sardegna in mattinata per trascorrere alcuni giorni ad Arcore e continua il dibattito sul provvedimento varato la settimana scorsa dall'esecutivo, da domani al Senato.

Pier Luigi Bersani dice di essere pronto al dialogo: "Se governo e maggioranza vogliono davvero discutere con noi in Parlamento - chiarisce il leader dei Democratici - dovranno tenere conto di due condizioni: questa volta il contributo di solidarietà devono darlo gli evasori; questa volta ci deve essere nella manovra qualche cosa di strutturale per lequità fiscale e per la crescita e il lavoro. Se non c'è questo - aggiunge - faranno da soli e con una opposizione che si farà sentire".

Anche Antonio di Pietro batte sulla lotta all'evasione e accusa il governo di "fare cassa" colpendo "i lavoratori e il ceto medio e graziando i grandi evasori che da tempo immemorabile derubano impuniti questo Paese". L'IdV, continua,
"darà battaglia in Parlamento affinché vengano accolte le nostre proposte per combattere l'evasione fiscale".

Stante gli attuali equilibri in Parlamento, tuttavia, per l'esecutivo sono ancora più problematici i 'mal di pancia' della maggioranza: Antonio Martino, ex ministro ed
esponente del Pdl, si aggiunge alla lista dei critici e definisce la manovra "inaccettabile". Anzi, va "radicalmente  modificata" nei suoi passaggi parlamentari, perché "aumenta le tasse e non risolve il problema della crescita".

Non bastasse, esce allo scoperto anche la Lega: la manovra "non è blindata", dice Roberto Maroni e "il Parlamento dovrebbe fare uno sforzo per azzerare i
tagli previsti per gli enti locali e in particolare per i comuni che hanno sofferto riduzioni notevoli".

Trapelano intanto ulteriori dettagli del provvedimento approvato venerdì scorso: secondo la Relazione tecnica alla manovra il contributo di solidarietà porterà nelle casse dello Stato circa 3,8 miliardi di euro nel triennio 2012-2014, con un gettito aggiuntivo di 674,4 milioni nel 2012, di 1.557 milioni nel 2013 e di 1.586 milioni nel 2014. L'imposta sulle rendite finanziarie, sempre secondo la relazione tecnica, che
sale al 20% ma resta al 12,5% sui titoli di stato, porterà invece nelle casse statali a regime 1,9 miliardi di euro.

 Lo slittamento nell'erogazione del tfr di 24 mesi per i dipendenti del pubblico impiego che scelgono il pensionamento anticipato - si legge ancora nei documenti tecnici - riguarderà "circa 19.000" lavoratori nel 2012.

Numero che si riduce con riferimento a coloro che maturano i requisiti minimi nel 2013 per poi  ritornare a livelli attorno a 21-22mila nel 2014.

Per i pensionamenti di vecchiaia, il cui Tfr viene posticipato di sei mesi, il numero degli interessati va da 16.500 a 35mila, tenuto conto, si legge nella relazione tecnica, che una parte dei soggetti in esame manifesta la propensione di accedere al
pensionamento successivamente alla maturazione dei requisiti minimi.

 Slitta inoltre la finestra di pensione per circa 17.000 insegnanti. E' quanto si legge nella Relazione Tecnica della manovra. "La disposizione - si legge e' diretta ad armonizzare le regole di decorrenza del pensionamento del settore della scuola
(sempre escluso dalle misure di posticipo delle decorrenze introdotte via via introdotte con interventi adottati dal 1995 al 2011) a quello degli altri settori produttivi (almeno dodici mesi dalla maturazione dei requisiti), tenendo conto della
specificit
à programmatoria del settore per cui comunque l'unica "finestra" di uscita prevista è all'inizio dell'anno scolastico o accademico (pertanto coloro che maturano i requisiti in un dato anno n possono accedere al pensionamento a decorrere dall'inizio dell'anno scolastico o accademico n+1/n+2). Dalla disposizione sono esclusi coloro che maturano i requisiti entro il 31/12/2011". Si stima che il numero dei soggetti interessati con requisiti minimi (e, quindi, coinvolti nel posticipo di un anno) con propensione ad accedere al pensionamento nel periodo 2012-2015 siano circa 15.500-17.000.