Il pianoforte grande protagonista della serata di domani (sabato 13 agosto) a Berchidda per Time in Jazz, il festival diretto da Paolo Fresu, in pieno svolgimento (da martedì scorso e fino al prossimo) nel paese natale del trombettista (ma con tappe anche in altri centri del nord Sardegna). Sul palco di piazza del Popolo, doppio set all'insegna degli ottantotto tasti: apre, alle 21:30, il “cuarteto flamenco” di Chano Dominguez con Blas Córdoba "El Kejío" (voce, palmas), Daniel Navarro (taconeo, palmas) e Israel Suárez "Piraña" (percussioni). Classe 1960, il pianista andaluso (di Cadice) presenta in concerto il repertorio del suo ultimo disco, “Piano Ibérico”, uscito lo scorso novembre: un album in cui raccoglie l'essenza dell'opera di quattro grandi compositori spagnoli del passato, Isaac Albéniz, Manuel de Falla, Enrique Granados e Frederic Mompou, per rigenerarla, bagnarla col flamenco, l'improvvisazione jazz e convertirla in qualcosa di nuovo. Chano Dominguez è uno dei musicisti spagnoli di maggior rilievo internazionale e i suoi album, le sue tournée mondiali e le sue collaborazioni con grandi del jazz e del flamenco, gli sono valsi riconoscimenti unanimi. A Time in Jazz ci sarà modo di apprezzare le sue doti artistiche anche nel concerto solistico che lo attende all'indomani del suo impegno berchiddese, domenica mattina alle 11, al Parco eolico “Sa turrina manna” di Tula.
Preceduto dallo scrittore Flavio Soriga, con il suo quotidiano “diario di bordo” del festival, il secondo set della serata di domani (sabato 13), alle ore 23 circa, porta al centro dei riflettori in piazza del Popolo un grande della musica brasiliana, João Donato. In trio con Luiz Alves al basso e Robertinho Silva alla batteria, proporrà il repertorio di “Sambolero”, il disco con cui ha ottenuto il “Grammy” di Miglior Album di jazz latino del 2010. Classe 1934, sulle scene da oltre sessant'anni, il pianista, autore e arrangiatore di Rio Branco porta in dote uno stile musicale sempre originale, eccentrico, eterodosso, essenzialmente armonico e immediatamente riconoscibile, che lo ha accostato alle leggende della musica brasiliana, accanto a Antonio Carlos Jobim, João Gilberto, Dorival Caymmi e Ary Barroso.
Prima dei concerti serali, come sempre a Time in Jazz, anche la giornata di domani (sabato 13) sarà scandita da altri appuntamenti musicali. Il primo è alle 11 alle Fonti di Rinaggiu a Tempio Pausania, dove si potrà apprezzare al meglio il personalissimo universo sonoro di Pierre Favre, alle prese con un solo di percussioni; reduce dall'esibizione di giovedì con il suo quartetto (nella suggestiva cornice dell'altare rupestre di Santo Stefano, vicino a Oschiri), il musicista svizzero è un personaggio chiave nel panorama del jazz europeo degli ultimi quarant'anni.
Nel pomeriggio, alle 18, Time in Jazz fa tappa a Telti, alla Chiesa di San Bachisio, per l'esibizione in solo di Javier Girotto (già applaudito a Olbia in duo col fisarmonicista Luciano Biondini). Nato a Cordoba, il sassofonista argentino (ma di origine pugliese) è noto soprattutto per la sua attività nei ranghi del quartetto Aires Tango, con cui ha inciso ben dieci dischi; tra le sue numerose collaborazioni si contano anche quelle con l'Orchestre National du Jazz francese, con tanti protagonisti del jazz italiano (Enrico Rava, Roberto Gatto, Gianluca Petrella, Rita Marcotulli, per citarne alcuni), e il quartetto tutto argentino Cordoba Reunion (con cui si esibirà giovedì 18 a Sassari in piazza Santa Caterina per l'ultimo concerto di Time in Sassari).
Di rientro a Berchidda, alle 19.45, ad anticipare i concerti serali di Piazza del Popolo, prima parata per le vie del paese per Les Tambours de Brazza. Lo spettacolare ensemble congolese a base di percussioni, guidato dal batterista Emile Biayenda, contagerà il pubblico di Time in Jazz con l'energia trascinante dei ritmi africani anche la sera successiva, sempre nelle vie di Berchidda, e poi la notte di ferragosto sul palco centrale in piazza del Popolo, per l'immancabile festa finale del festival.
Spenti i riflettori sul palco centrale, ancora musica fino a notte fonda all'ex-caseificio con il secondo appuntamento di Time Out, la rassegna che propone quattro gruppi selezionati tramite l'omonimo concorso bandito a marzo, per animare il jazz club a base di dj set e musica dal vivo: domani (sabato 13) sarà il turno dei sassaresi De Grinpipol, formazione indie rock nata 2004, che ha all'attivo un disco, “De Grin Sound of De Grinpipol”, e alcuni importanti riconoscimenti a livello nazionale e regionale (Italia Wave 2008, Sottosuoni 2008).
Non solo musica, come sempre, anche nella giornata di domani a Berchidda.
A mezzogiorno, al Jazz Cafè, presentazione del libro "Il vino in Sardegna", pubblicato l'anno scorso dalla Ilisso: il lungo percorso della storia della vite e del vino raccontato in un grande volume attraverso le immagini e i testi dei più autorevoli studiosi del settore.
Alle 16, al Cinema Santa Croce, appuntamento quotidiano con la selezione di film e documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu in linea col leitmotiv del festival, che quest'anno, proseguendo il percorso tematico di Time in Jazz attraverso i quattro elementi naturali, è la Terra. Due i filmati in visione domani (sabato 13): “Il tesoro della madre terra”, di Piero D’Onofrio, sulla Bolivia delle bio-diversità che cerca di resistereal consumo di specie vegetali sempre più standardizzate e modificate geneticamente dalle multinazionali; “Soltanto il mare” di Dagmawi Yimer, Giulio Cederna e Fabrizio Barraco, una sguardo incrociato di due realtà che a Lampedusa raramente dialogano tra loro: quella di un migrante, sbarcato da clandestino sulle coste dell’isola nel 2006, e quella dei lampedusani.
Dalle 17,30 alle 19,30 nei locali della biblioteca comunale prosegue “Tutti giù per terra”, il laboratorio di animazione scientifica per ragazzi dai 6 agli 11 anni curato dalla compagnia teatrale La Botte e il Cilindro.
Da mezzogiorno in poi si possono visitare le varie mostre e gli eventi espositivi del PAV (la sezione di Time in Jazz dedicata alle arti visive) allestiti all'ex caseificio. Il tema del festival suggerisce le coordinate di “Dalla terra al cielo”, la rassegna dedicata alla sperimentazione contemporanea nazionale e internazionale. Divisa in tre sezioni geografiche e una sezione video, la mostra propone una lettura molto articolata del tema terra, attraverso i lavori di Marina Abramovic, Maria Magdalena Campos-Pons, Robert Gligorov, FX Harsono, Oleg Kulik, Armin Linke, Hiroyuki Masuyama, Andrei Molodkin, Elena Nemkova, Entang Wiharso, Karen Yurkovich. Accanto a questi gli artisti nazionali Francesco Arena, Matteo Basilé, Francesco Carone, Gea Casolaro, Costantino Cervo, Paolo Consorti, Marco Di Giovanni, Raimondo Galeano, Dario Ghibaudo, Federico Gori, Chiara Lecca, Christian Piccoli, Sergio Ragalzi, Eleonora Rossi, Devis Venturelli, Zimmerfrei. Spazio anche alla produzione isolana attraverso le opere diAZ.Namusn.Art, Cristian Chironi, Elisa Desortes, I Santissimi, Tore Manca, Pinuccia Marras, Pietro Mele, Nero Project, Stefano Serusi.
Si confrontano con lo stesso tema, ma con un approccio più concettuale, anche Barbara Ardau e Mimmo Di Caterino, Ermenegildo Atzori, Federico Carta, Giulia Casula,Monica Lugas, Tonino Mattu, Progetto ASKOS, Marco Pili e Alberto Spada nella mostra “La disciplina della Terra”.
Parte invece dalla terra intesa come luogo geografico “Hybrid Maps - topografie distorte dal pianeta Terra” che propone opere di Uccia Bassu, Paolo Carta, Caterina Lai,Fabio Lanza, Coquelicot Mafille, Cristina Meloni, Igino Panzino, Michèle Provost, Matteo Sanna, Gianfranco Setzu, Gianni Nieddu e Roberta Filippelli.
Spazio anche per la fotografia con le mostre di Donato Tore (“Al di là della terra, il mare”), Adriano Mauri (“Mineros”) e Pierfanco Cuccuru (“Strange fruits”).
Accanto agli eventi espositivi riuniti nell’ex-Caseificio, il PAV anche quest’anno presenta “Lavori in corso”, una serie di interventi, performance e progetti "site specific", in giro per il paese, progettati da alcuni degli artisti e dei curatori presenti in mostra.
In giro per il paese anche “openShow… dalla terra al cielo”, quasi un’estensione della mostra dell’ex- Caseificio, riunisce sulle pareti e sui terrazzini della case del centro storico le opere di oltre sessanta artisti isolani: -E-, Fabio Barisani, Pietruccia Bassu, Leonardo Boscani, Zaza Calzia, Efisio e Nicola Caredda, Simone Carta, Tonino Casula, Giancarlo Catta, Erik Chevalier, Marcello Cinque, Alberto Colombino, Salvatore Coradduzza, Salvatore Cuccu, Chiara Demelio, Paola Dessy, Rita Diana, Nino Dore, Salvatore Esposito, Roberta Filippelli, Angelino Fiori, Giuseppe Flore, Gavino Ganau, Lalla Lussu, Pierpaolo Luvoni, Antonio Mallus, Claudia Matta, Mariella Manconi, Paolo Marchi, Pinuccia Marras, Italo Medda, Silvia Mei, Meloni di Carta, Fabio Melosu, Narcisa Monni, Gianni Nieddu, Efisio Niolu, Nico Orunesu, Igino Panzino, Pastorello, Vincenzo Pattusi, Bruno Petretto, Paolo Pibi, Gianfranco Pintus, Jessica Piras, Mario Pischedda, Roberto Puzzu Rosanna Rossi, Maura Saddi, Giulia Sale Josephine Sassu, Marcello Scalas, Pinuccio Sciola, Giovanna Secchi, Stefano Serusi, Gianfranco Setzu, Monica Solinas, Carlo Spiga, Daniela Spoto, Giorgio Urgeghe.
Infine, la Casa Sanna, sulla piazza del Popolo, accoglie la mostra Nigeria: una terra che perde, una terra che brucia, scatti di Kadir van Lohuizen a cura di Amnesty International attraverso i quali viene illustrato l’impatto dell’inquinamento provocato dal petrolio sui diritti umani e sull’ambiente nel Delta del Niger.
E a propostio di ambiente, oltre alle numerose iniziative inserite nel progetto Green Jazz, quest'anno Time in Jazz mira a ridurre ulteriormente l’impatto del festival sul territorio, utilizzando, per alcuni concerti esterni l'energia pulita prodotta dal “Carro delle energie” di Tommaso Onofri: un'iniziativa già collaudata nelle scorse settimane nel tour di !50, che ha reso possibile, tramite un Gruppo Elettrogeno-Ecologico alimentato dall'energia solare e eolica, la realizzazione dei concerti di Paolo Fresu in alcune delle località più suggestive della Sardegna, ma senza incidere sull'ambiente. Com