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Adriano Salis (Idv) su diritti civili

In materia di diritti civili, le Istituzioni europee hanno invitato gli Stati membri, fin dal 1994, ad introdurre nei propri ordinamenti norme che consentano di superare ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, garantendo a tutti i cittadini di sesso diverso o dello stesso sesso a parità di condizioni l’effettivo esercizio del diritto di cittadinanza, sia attraverso la registrazione delle unioni di persone conviventi che, soprattutto e in prospettiva, con la possibilità di contrarre matrimonio e (nel caso degli omosessuali) di essere genitori, per effetto dell’adozione o dell’affidamento di bambini.

La proposta di legge regionale dell’Italia dei Valori, dunque, intende caratterizzarsi per due aspetti qualificanti. Da un lato, sul piano politico, costituisce una risposta autenticamente “federalista" all’ottusità reazionaria del governo centrale e del parlamento, che ha recentemente respinto un progetto di legge che intendeva finalmente disciplinare la materia. Dall’altro, l’obiettivo è quello di inserire anche la Sardegna in un percorso “riformista” sotto il profilo, civile, sociale e culturale, avviato da tempo in altre regioni, che hanno introdotto nei loro Statuti disposizioni in materia di unioni civili mentre, per ciò che riguarda il sistema delle autonomie locali, sono già numerosi i Comuni che si sono dotati di un registro anagrafico delle stesse unioni. Inoltre, si prefigge lo scopo di prendere atto di quanto socialmente esistente, senza imposizioni autoritarie, offrendo l’opportunità a tutti i cittadini stabilmente conviventi di iscriversi al “Registro regionale delle unioni civili”, strumento propedeutico al riconoscimento di diritti anche di carattere pubblico.

Con l’istituzione del Registro si vuole attribuire, in altre parole, un reale riconoscimento giuridico a tutte le nuove tipologie famigliari (convivenze fra persone dello stesso sesso, unioni di fatto fra eterosessuali) che, anche nella nostra regione, hanno assunto dimensioni significative evidenziando nel contempo situazioni particolari che, attualmente ed in attesa di una riforma della legislazione nazionale, non trovano tutela nel diritto privato e civile vigente. Si pensi, ad esempio, all’impossibilità per un convivente di avere notizie di un proprio partner ricoverato in ospedale, di richiedere gli alimenti in caso di divorzio o di essere ammesso alla successione ereditaria a seguito di un decesso.

L’iscrizione al Registro regionale, ovviamente, non pretende di risolvere per via amministrativa problematiche di così grande complessità che sfuggono, oltretutto, alla competenza regionale. Tuttavia, consente ai cittadini (italiani o stranieri) residenti in Sardegna di entrare positivamente “in contatto” con le istituzioni pubbliche, in condizioni di assoluta riservatezza. Per iscriversi al Registro, infatti, sarà sufficiente presentare una semplice domanda all’apposito ufficio presso la Presidenza della Giunta regionale, autocertificando la propria residenza e la coabitazione da almeno un anno.