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Tre serate di blues fino a mercoledì a Nureci (OR) con la quinta edizione di Mamma Blues.

Archiviata con il concerto dei turchi BaBa Zula (stasera, domenica 7, a Baratili San Pietro) la prima parte di Dromos 2011, quella all'insegna de “I racconti del velo” e con lo sguardo verso oriente, il festival organizzato nell'Oristanese dall'omonima associazione culturale si trasferisce per tre sere a Nureci. Da domani (lunedì 9) a mercoledì, nel piccolo e suggestivo borgo al confine settentrionale della Marmilla, si rinnova per il quinto anno consecutivo l'appuntamento con Mamma Blues, il “festival nel festival” di Dromos dedicato al blues e ai suoi immediati dintorni. 

Protagonisti delle tre serate (tutte con inizio alle ore 22), Little Axe, ovvero il chitarrista e cantante americano Skip McDonald con il suo blues contaminato (lunedì), gli spagnoli Sweet Vandals con il loro coinvolgente soul/funk (martedì) e Sherman Robertson, altro cantante/chitarrista in arrivo dagli States con il suo gruppo e la sua miscela esplosiva di blues elettrico, Rythm&Blues e Zydeco (mercoledì). Ma ci sarà spazio anche per le proposte locali nel “dopofestival”: a mezzanotte, riflettori puntati dunque suAlberto Sanna in versione One Man Band (lunedì), John Drain and The Live City Blues (martedì) e Sunsweet Blues Revenge (mercoledì). E non è finita, perché tutte le sere la musica continua con il “dopo-dopofestival” e il blues crossover del King Howl Quartet. 

Spetta dunque a Skip “Little Axe” McDonald il compito di inaugurare la serie di concerti nell'Arena Mamma Blues di Nureci, domani (lunedì 8) alle 22 (ingresso a 8 euro). ConTom Baetzel al basso e Achiem Faerber alla batteria, il chitarrista/cantante presenta il suo ultimo album, Bought For A Dollar, Sold For A Dime: un grande disco di blues ancestrale, elettrico e contaminato, registrato in presa diretta negli studi Real World a quattro anni dal precedente “Stone Cold Ohio”. 

Nato a Dayton (Ohio) nel 1949, Skip McDonald, al secolo Bernard Alexander, può vantare una carriera davvero densa di esperienze: membro fondatore dei seminali Tackhead (con Doug Winbish, Keith Leblanc e Adrian Sherwood), conta oltre vent'anni nella On-U Sound di Adrian Sherwood con cui ha collaborato in quasi tutti i progetti della label, tra cui Junior Delgado, Bim Sherman, Mark Stewart & The Maffia, Dub Syndicate e African Head Charge. Ma nel suo curriculum compaiono anche collaborazioni con Grandmaster Flash, Afrika Bambaata, Lee “Scratch” Perry, James Brown, Robert Plant, Sinead O'Connor, a testimonianza di un percorso artistico ricco e variegato. 

Un percorso partito dall'Ohio, dove Bernard Alexander ha iniziato a suonare la chitarra blues da bambino, sotto la guida del padre, ed è cresciuto ascoltando Muddy Waters, Blind Boy Fuller, Bo Diddley, ma anche il gospel di Soul Stirrers e dei Swan Silvertones. Finiti gli studi ha mosso i primi passi della sua carriera in giro per gli States. La sua prima esperienza musicale risale a metà anni settanta, quando forma The Entertainers con cui suona in lungo ed in largo per tutta la East Coast. Trasferitosi a New York, inizia a lavorare in studio per etichette come la Sugarhill Records. Nel 1979, Skip McDonald e il bassista Doug Wimbish, con cui suonava già da tempo, formano un trio insieme al batterista Keith LeBlanc che diventa la “house band” della Sugarhill contribuendo così alle registrazioni di dischi di Grandmaster Flash (“The Message”) e Melle Mel (“White Lines”) e dunque al lancio del rap degli anni Ottanta. Entrati in contatto con Adrian Sherwood, il famoso produttore discografico inglese, i tre si trasferiscono a Londra. E' un punto di svolta: al loro arrivo formano un nuovo gruppo, Tackhead, e inventano un nuovo sound che fonde hip-hop, dub e funk. 

Quello stesso periodo vede la nascita di un’importante collaborazione di Skip McDonald con l’African Head Charge, "Songs Of Praie", prodotto nel 1984 e considerato come uno dei lavori che hanno influenzato le sonorità ambient e dub degli anni 90. 

Nel 1994 Skip McDonald realizza il suo primo album sotto il nome di  Little Axe, "The Wolf That House Built", registrato con la collaborazione dei vecchi amici Sherwood, Wimbish e LeBlanc, riconosciuto più avanti come una delle maggiori influenze per "Play", il grande successo di Moby. 

Con "Slow Fuse" (1996) e "Hard Grind" (2002), Little Axe prosegue nella definizione della sua poetica che combina insieme generi come il blues e il reggae, atmosfere dense che prendono spunto dal passato e si fondono con suoni più recenti. Una formula che ritroviamo anche in "Champagne & Grits", del 2004, una nuova interpretazione del blues e del dub, e nel successivo "Stone Cold Ohio" del 2006 con cui Little Axe ha reso omaggio alle sue radici country blues e gospel. Com