Nelle prime ore di questa mattina, nelle province di Caserta e Olbia, i Carabinieri della Sezione operativa del Reparto Territoriale di Aversa, in collaborazione con i colleghi del Reparto Territoriale di Olbia, hanno eseguito alcuni provvedimenti di fermo nei confronti di quattro persone appartenenti al clan dei Casalesi, per estorsione, tentata estorsione e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso.
Le indagini, che andavano avanti da diverso tempo, hanno portato alla luce azioni criminali nelle campagne di Aversa dove talvolta, nel tentativo di impossessarsi di denaro, sono stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco e ordigni rudimentali contro alcune serrande di attività commerciali.
Tra le persone fermate Nicola Di Martino, meglio noto come "Nicola 23", capozona di 41 anni, reggente del clan. Già arrestato nel 2000 per gli stessi reati, dopo otto anni di carcere era tornato in libertà, non modificando tuttavia la sua condotta. Uno dei quattro è invece finito in manette a Olbia dove, sbarcato dal traghetto per trascorrere le vacanze, è stato sorpreso dai Carabinieri.
Nell'ambito della stessa operazione, le fiamme gialle della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli e dello Scico di Roma hanno confiscato beni per un valore di 12 milioni di euro, già sequestrati preventivamente nell'aprile 2010 nell'ambito dell'operazione "Caccia al tesoro" per associazione a delinquere di stampo mafioso, come stabilito dalla sentenza di condanna emessa dal Gip del Tribunale di Napoli ai danni di Carmine Zagaria, dei fratelli Luigi e Vincenzo Abbate e Salvatore e Raffaele Nobis. Tra i beni posti sotto sequestro terreni, fabbricati e automezzi ubicati nel Comune di Casapesenna ed altri paesi della zona.
Sono inoltre in atto da questa mattina, a Caserta, delle perquisizioni da parte degli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Caserta e Napoli volte ad acquisire elementi utili alla cattura di Michele Zagaria.