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Mubarak a processo: “Sono innocente”

Si è svolta oggi al Cairo la prima udienza del processo al deposto presidente egiziano Hosni Mubarak presiedeuta dal giudice Ahmed Rifaat. L'ex presidente, deposto l'11 febbraio al culmine di una protesta che ha messo fine ai 30 anni del suo regime è arrivato in aula in barella, pallido, con indosso la divisa bianca dei detenuti, al fianco dei figli e dell'ex ministro dell'Interno, Habib al-Adly, l'ex raìs accusato di corruzione e omicidio ha preso la parola solo per pochi istanti.

Hosni Mubarak deve rispondere di "tutte le violenze" commesse contro i manifestanti tra il 2000 e il 2010, non solo di quelle avvenute durante la rivolta di piazza Tahrir: lo ha chiesto il procuratore durante il processo all'ex rais che si sta svolgendo nell'Accademia di polizia al Cairo.

Nella sua requisitoria, il procuratore ha accusato Mubarak di omicidio premeditato nei confronti dei manifestanti, leggendo i nomi delle vittime mentre, tra il pubblico, alcuni scoppiavano a piangere. L'ex presidente, ha aggiunto il procuratore passando agli altri capi di imputazione, entrò illegalmente in possesso di cinque ville, del valore di 39 milioni di sterline, e ottenne guadagni illeciti nella vendita di gas naturale ad Israele.

L'ex rais Hosni Mubarak ha preso la parola per pochi istanti dalla gabbia degli imputati per negare ogni accusa contro di lui. Altrettanto hanno fatto i figli Gamal e Alaa.

Il processo a Hosni Mubarak e ai suoi figli è stato aggiornato al 15 agosto. Lo ha annunciato il presidente della Corte, che ha disposto che l'ex presidente egiziano resti ricoverato in un ospedale del Cairo fino alla nuova udienza. 

Un gruppo di sostenitori del deposto presidente egiziano, Hosni Mubarak, ha aggredito questa mattina una troupe della tv araba 'al-Jazeera' al Cairo. I giornalisti si trovavano davanti all'Accademia della polizia, quando i sostenitori di Mubarak li hanno aggrediti accusando l'emittente qatariota "di aver seminato divisioni nel Paese e di essere responsabile di questo processo".

La notizia dell'avvio del processo a carico del deposto presidente egiziano, Hosni Mubarak, campeggia questa mattina sulle prime pagine della stampa del Cairo.
Per il quotidiano 'al-Ahram', il piu' antico giornale arabo, quello di oggi è un "giorno memorabile" perché "per la prima volta nella sua storia viene processato un presidente egiziano".

Il giornale riporta anche le dichiarazioni di Muhammad Fathallah, direttore dell'ospedale di Sharm el-Sheikh, secondo il quale "le condizioni psichiche del deposto presidente stanno rapidamente peggiorando", mentre secondo altre fonti "soffre di attacchi di pianto continui". Secondo il giornale 'al-Jumhuriya', "si realizza oggi lo stato di diritto in Egitto perche' per la prima volta viene processato un presidente nell'ambito di un processo". Anche il giornale 'al-Akhbar' apre con questa notizia titolando: "l'ex presidente, l'ex ministro dell'Interno e due suoi collaboratori rischiano la condanna a morte, mentre Alaa e Gamal Mubarak insieme a Hussein Salem rischiano l'ergastolo".

Per il giornale 'al-Youm al-Sabaa', "oggi il sangue dei martiri scrivera' la fine dell'era Mubarak", mentre per 'al-Masry al-Youm' quello di oggi e' il giorno "della resa dei conti. Il giornale descrive "le misure di sicurezza senza precedenti adottate per mettere in sicurezza il processo".

Il New York Times celebra il processo all'ex presidente sottolineando che si tratta di un evento che fino a poco tempo fa era impensabile e che per questo rappresenta uno dei momenti più significativi della storia araba moderna. Nelle stazioni della metropolitana, così come nelle biblioteche, nelle scuole e per le strade della capitale un senso di timore reverenziale misto al dubbio avvolge il processo a delle figure più importanti dell'Egitto moderno, colui che un famoso romanzo egiziano chiamava "il Grande Uomo". Quello che sta accadendo è forse paragonabile solo alla cattura e all'esecuzione di Saddam Hussein, anche se quest'ultimo fu rovesciato dall'invasione americana, mentre Mubarak è caduto sotto i colpi di una rivoluzione popolare.