L’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, durante il suo intervento al convegno di oggi a Cagliari sul lavoro giovanile organizzato da Cgil, Cisl e Uil, ha affermato: "In un momento come quello attuale, di grave crisi dell’economia internazionale, la coesione sociale diventa una variabile determinante per intraprendere tutti insieme un percorso che possa risollevare nel medio e lungo termine anche il sistema produttivo e l’occupazione in Sardegna".
"Nessuno - ha osservato Manca - ha la bacchetta magica per risolvere in un anno il problema della disoccupazione nella nostra Isola, però forse non è un caso che tra il 2009 e il 2010, come emerge dai dati Istat, questo fenomeno tra i giovani sia passato dal 44,7 al 38,8 per cento. E forse non è un caso che in Sardegna il tasso di povertà nel 2010 rispetto al 2009 sia diminuito del 2,9 per cento, contrariamente al resto d’Italia (+0,1%) e al Mezzogiorno dove invece è cresciuto. Non bisogna brindare per una situazione molto difficile, ma forse i diversi provvedimenti varati dalla Giunta Cappellacci sulle politiche attive del lavoro qualche effetto positivo lo stanno portando".
L’assessore a questo proposito ha ricordato i 185 milioni spesi sul Fondo sociale europeo dal 2009 al giugno scorso (era di appena 15mila euro la spesa tra il 2007 e l’autunno 2009), i 2.000 giovani coinvolti nei Piani di inserimento professionale, le 600 persone, soprattutto giovani e donne, per i bandi di auto-impresa; gli 8mila lavoratori impiegati sui due bandi Lunga estate; il bando sull’apprendistato, il microcredito, che ha fatto e sta facendo partire numerose piccole aziende; la riapertura dei bandi sulla formazione, i tirocini formativi e di orientamento presentati ieri. "E' ovvio - ha concluso l’assessore - che la situazione è complessa e grave e nessuno ha voglia di esultare, però almeno si è fermata l’emorragia e quando anche fiducia e aspettative diventano variabili importanti nel mercato del lavoro, come in questa fase storica, gridare sempre che tutto va malissimo, anche quando ci sono pur minimi segni di ripresa, non aiuta a rilanciare economia e occupazione". Red.