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Schifani: “Sui Ministeri al nord preoccupato come Napolitano”

"Sulla questione dei ministeri la penso esattamente come Napolitano". Lo dice il presidente del Senato alla cerimonia del Ventaglio sottolineando che "lo spostamento di un intero ministero costa" mentre "si possono insediare delle sedi periferiche" nell'ottica del federalismo e per "avvicinare le istituzioni ai cittadini".

“Nelle ore e nei giorni che seguono mi auguro che quello che ha dimostrato il Parlamento ai cittadini si possa ripetere" ha detto il presidente del Senato, facendo riferimento alla coesione mostrata dalle forze politiche nell’approvare rapidamente la manovra. “Non disperdiamo questi valori, sarebbe un errore imperdonabile".

La seconda carica dello Stato ha parlato anche di legge elettorale. “Ho appreso con grande piacere che il Pd si accinge a presentare la propria proposta di legge al
Senato – ha affermato -. Ora con due proposte, una di maggioranza e una opposizione, si può iniziare un dibattito serio che puo’ portare a un confronto”.

Il presidente del Senato ha poi aggiunto che “una legge elettorale perfetta non esiste ma è il Parlamento il luogo idoneo per la riforma del sistema elettorale e non il referendum – ha proseguito la seconda carica dello Stato – che è un istituto che rispetto, ma sulle regole della partecipazione alla vita democratica il Parlamento non può abdicare a terzi, i quali, mettendo una croce rischiano di creare delle leggi pastrocchio che creano solo confusione”.

Sul tema dei costi della politica bisogna evitare sia "difese corporative" sia "inutile demagogia". Il presidente del Senato Renato Schifani ha ricordato gli interventi disposti dal Senato già dalla scorsa legislatura per ridurre i costi di palazzo Madama, con risparmi per oltre 120 milioni, "prima ancora che ce lo chiedesse il governo". E ha assicurato: "Continueremo su questa strada, non difendo la casta o il Parlamento che deve dare esempio di massima trasparenza", ma l'intervento deve essere portato avanti "senza perdere la testa nè verso il corporativismo nè verso il populismo, cui si risponde con fermezza ma anche con senso di responsabilità".