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Imprese artigiane in Sardegna – In due anni e mezzo scomparse oltre 1600 aziende e quelle che nascono puntano su magazzinaggio, riparazione macchinari da lavoro e pulizie.

Le imprese artigiane sarde alle fine del 2010 erano 41.972. Nel giro di sei mesi il settore ha registrato un calo di 587 unità, attestandosi a 41.385. E chi entra nel mercato adesso, lo fa nel magazzinaggio, nell’assistenza per le macchine da lavoro e nei servizi di pulizia degli edifici e manutenzione del paesaggio.

I dati sono quelli analizzati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, che ha preso in considerazione le statistiche di Movimprese, l’Istituto di UnionCamere-InfoCamere, sulla “natalità-mortalità delle imprese registrate presso le Camere di Commercio” e sui “settori più dinamici dell’artigianato”.

Dall’analisi emerge come in 30 mesi, dal 1° gennaio 2009 al 30 giugno 2011, in Sardegna il saldo negativo sia pari a 1633 imprese artigiane, ovvero la cancellazione di quasi 2 aziende al giorno (1,79). E con loro hanno perso il lavoro almeno 3.900 persone, considerando che la dimensione del comparto regionale che è di 2,4 addetti per impresa .

Il confronto tra i bilanci consolidati di fine anno dicono di un 2010 con 550 imprese in meno rispetto al 2009 (1,5 al giorno), e di un primo semestre 2011 che vede un decremento di 587 aziende rispetto al 2010 (3,22 al giorno).

A livello territoriale, anche negli ultimi 6 mesi, saldi negativi per tutte le province: a Cagliari il calo è 216 imprese artigiane, a Sassari 190, a Oristano 112 e a Nuoro 69.

Il Presidente di Confartigianato Sardegna poi fa una analisi più profonda su quello che i dati comunicano.

Sul tessuto artigianale della nostra regione  dopo 10 anni di crescita, si addensano molte preoccupazioni. In un periodo, passato, di sostanziale staticità, il comparto artigiano si era distinto per dinamismo, ma oggi, nel pieno di una crisi della quale si fatica a scorgere la fine, emerge un pericoloso arretramento che supera, in negativo, le dinamiche di altri settori”.

Preoccupa il fatto che, vista la crisi e considerato il declino in un comparto così strategico per l’economia della Sardegna, non si stia approfittando per creare le opportunità per un rafforzamento strutturale delle imprese”.

Conoscendo il dinamismo dei piccoli imprenditori e il loro bisogno di migliorare, è opportuno e necessario individuare politiche pubbliche più selettive che facilitino la vita alle imprese, per esempio evitando la burocrazia, e le spingano a unirsi e innovare in un contesto di strategie territoriali: l’humus ideale in cui l’impresa artigiana può crescere e rafforzarsi”.

A livello nazionale, (marzo 2010-marzo 2011), per il 7,9% si sono registrate nel settore della  produzione di software, consulenza informatica e attività connesse” e nella “riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature”, e per il 6% nelle “attività di servizi per edifici e paesaggio”.

In Sardegna, invece, le ultime iscritte alla Cciaa, lo hanno fatto per 14,4% nel “magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti”, per il 4% nella “riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature per la produzione e industriali” mentre il 3,8% si dedica alle “pulizie generali di edifici, cura e manutenzione del paesaggio e global service”.

A livello territoriale, nelle vecchie 4 province, la situazione è assai diversificata.

Cagliari pare essersi specializzata nell’informatica con le nuove imprese che puntano sulla “produzione di software, consulenza informatica e attività connesse” (5,9%), sulla “riparazione pc e beni per la casa” (1,9%) e la “fabbricazione di computer e prodotti per l’elettronica e l’ottica e apparati elettromedicali” (1,4%); Nuoro sulle “riparazioni, manutenzioni e installazioni di macchine e apparecchiature” per il 16,2%, nell’ “ingegneria civile” per il 5,3% e nella “stampa e riproduzione di supporti registrati” per il 4,1%; Oristano punta invece sullo sfruttamento dei boschi ovvero “silvicoltura e utilizzo di aree forestali” per il 15,4%, sulle “attività di servizio alla ristorazione” per il 9,7%, e sulla “fabbricazione di articoli in pelle e simili” e “ fabbricazione di computer e prodotti di elettronica” per il 9,1%; le imprese di Sassari hanno creduto sulle “attività di servizi per edifici e paesaggio” (8,1%), sulla “riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature” (5,5%) e sulle “attività di servizi di ristorazione” (2,7%). Red