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Napolitano: “Contro i magistrati attacchi inammissibili”

I magistrati devono essere "inappuntabili" in modo da vanificare "attacchi inammissibili alla magistratura", disinnescando così "un fuorviante conflitto" con la politica. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale.

"Non c'è nulla di serio in certe interpretazioni dietrologiche o fanta-istituzionali del mio operato", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale rispondendo alle critiche di chi ha visto nei suoi auspici per la coesione nazionale una regia politica o una forma di commissariamento del Governo, come ha ricordato il presidente della Stampa Parlamentare, Pier Luca Terzulli, rivolgendogli la domanda.

"Il capo dello Stato, ovviamente, segue da vicino l'evolversi della situazione politica", ha aggiunto Napolitano.

"Io auspico da tempo decisioni di alleggerimento e semplificazione dell'architettura istituzionale oltre che tangibili correzioni sul piano del costume politico" ha continuato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando  sul tema dei "costi della politica". 

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha tenuto a chiarire oggi cosa intenda per impegno di coesione chiesto alle forze politiche. Sul tema è tornato nel corso del suo intervento alla cerimonia del Ventaglio al Quirinale.

"Non lo intendo come rinuncia da parte di qualche forza politica o sociale alle proprie ragioni e impostazioni, nè come passaggio fortunoso o obbligato da piattaforme nettamente contrastanti a un programma unificante", ha detto. "Il punto è riconoscere la complessità e gravità dei problemi che si sono accumulati e che pongono a rischio il futuro del Paese e il suo ruolo in Europa - ha spiegato - escludere competizioni perverse sul terreno della dissimulazione, della drammatizzazione del populismo demagogico, aprirsi a un confronto serio".

"Confrontarsi in questo spirito - ha proseguito - sia sul rigore per azzerare il deficit di bilancio e abbattere lo stock del debito pubblico, sia su uno strenuo sforzo per elevare il tasso di crescita della nostra economia; più in generale su come perseguire obiettivi essenziali di revisione e di riforma - anche al di fuori del campo economico e finanziario - di molteplici realtà istituzionali, amministrative e sociali".

"Auspico da tempo decisioni di alleggerimento e semplificazione dell'architettura istituzionale oltre che tangibili correzioni sul piano del costume politico". E' l'appello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto alle forze politiche, durante la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, di fronte "alla spesso indiscriminata agitazione che raccoglie ed esaspera comprensibili insofferenze ma anche pericolosi umori antidemocratici".

In particolare, ha aggiunto il capo dello Stato, "suggerisco ora di valutare con obiettività e con attenzione le misure che stanno per essere adottate dagli organi costituzionali".

Quando avremo il nuovo ministro della Giustizia? Le hanno sottoposto dei candidati? "Io non ho visto nessuna lista di nomi. So solo che una lista di 12 candidati è arrivata ai giornali. Io non ho dato nessun avallo per rinviare la nomina a settembre. Ho detto che sono pronto in qualsiasi momento", ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine della cerimonia del Ventaglio al Quirinale. "Mi sembra - ha aggiunto - che non siano pronti loro, che abbiano altri problemi. L'unica cosa che ho raccomandato è di evitare l'effetto domino che si creerebbe prendendo qualcuno dal governo per nominarlo Guardasigilli. Sarebbe meglio prendere dal Parlamento".

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha riaffermato il valore della prova di coesione data dalle forze politiche nel far approvare rapidamente la manovra. In continuità con lo spirito e le celebrazioni dei 150 anni "è stato possibile concepire e realizzare una prova di coesione nazionale come quella della rapidissima adozione in Parlamento e la manovra finanziaria resasi necessaria di fronte ai colpi della crisi incombente sull'euro che raggiungevano il nostro Paese", ha ricordato il Capo dello Stato.

"Era una prova che l'Italia doveva dare per mostrare la consapevolezza degli obiettivi da conseguire e pure nel dissenso sulle misure cui ricorrere, è stato molto importante assumere tutti l'obiettivo del pareggio di bilancio - ha sottolineato - era una prova che l'Italia doveva dare per mostrare la capacità delle sue forze vitali di reagire a situazioni e sfide assai dure come in altri periodi della sua storia di Paese democratico".

Questo è "indubbiamente" servito. Tuttavia, "è stata risolutiva quella prova di coesione? Indubbiamente no, molto resta da fare in Italia, molto resta da fare a livello europeo in una logica di condivisione dei rischi e di necessità di azione comune che si è affermata nel Consiglio di ieri a Bruxelles. Ci si è mossi nella direzione in cui molti, e io stesso, avevamo auspicato che si procedesse risolutamente"