Potrebbe rappresentare un vero e proprio progetto di chirurgia ambientale, in grado di recuperare la spiaggia e riportare a patrimonio del sistema anche quelle dune a monte della strada e che potrebbero rappresentare il polmone della spiaggia. Lo studio di fattibilità e il progetto preliminare, elaborato dall’Ati che vede uniti assieme lo studio di ingegneria Criteria srl di Cagliari (capofila), lo studio associato di ingegneria Prima di Livorno e società cooperativa Ambiente di Carrara, rappresenta proprio questo.
E’ l’Ati ad essersi aggiudicata il bando di gara a valenza comunitaria che, ad agosto dello scorso anno, l’amministrazione comunale aveva pubblicato sulla Gazzetta europea. E sarà sempre l’Ati, dopo l’approvazione in consiglio comunale del progetto preliminare, a realizzare il progetto definitivo ed esecutivo per l’eliminazione della strada della Pelosa che dovrà essere presentato in Regione per
Il progetto, presentato questa sera nella sala consiliare del Comune di Stintino, arriva a compimento di un percorso avviato dall’amministrazione comunale per il recupero della spiaggia gioiello del paese, e prevede la rinaturalizzazione delle dune e, lì dove necessario, anche l’esproprio di alcune aree interessate dal sistema dunale.
Alla presentazione del progetto, curata dal geologo Maurizio Costa e dall’ingegnere Margherita Monni per Criteria, dagli ingegneri Pietro Chiavaccini e Maurizio Verzoni di Prima e da Sara Tonini di Ambiente, erano presenti anche l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Denegri e il comandante della Capitaneria di Porto Giovanni Stella.
Lo studio di fattibilità e il progetto preliminare sono costati all’amministrazione stintinese circa 40mila euro. L’opera nel suo complesso invece ha un costo che, considerando l’Iva, supera i 16 milioni e mezzo di euro. E’ possibile che si possa procedere per stralci funzionali da importi più bassi (circa 5 milioni di euro), e il primo intervento al quale sta pensando l’amministrazione è quello che prevede lo smantellamento della strada asfaltata, a partire dall’altezza della spiaggia del Gabbiano sino alla spiaggia della Pelosaetta. Quindi ancora è prevista la realizzazione della viabilità alternativa lungo tutta la strada di Capo Falcone e il recupero del sistema dunale. A questa dovrà aggiungersi la necessaria ricostruzione della vegetazione. A monte, nella lottizzazione di Roccaruja, è prevista la realizzazione di un parcheggio in grado di ospitare circa 500 autovetture, un numero che comunque potrebbe essere rivisto anche in previsione di un possibile contingentamento degli accessi alla spiaggia. Sarà quindi un sistema di passerelle sopraelevate in legno a collegare la zona retrostante con la Pelosa e tutto il litorale dalla spiaggetta dell’Approdo sino al piazzale a nord che guarda l’isoletta della torre della Pelosa.
Le zone più lontane, lungo la strada di Capo Falcone, saranno collegate invece con un sistema di navette che condurranno i bagnanti sino all’accesso con le nuove passerelle in legno che sostituiranno la strada.
«Dire che è un progetto solo per Stintino è riduttivo ma è per l’intera regione e nazione. Si tratta di un ulteriore passo avanti molto importante – ha detto il sindaco Antonio Diana – e si entra nel vivo del processo dell’opera pubblica. L’obiettivo per noi è sempre lo stesso: far ritorna
Grazie alle ricerche avviate nel 2004 con l’allora Icram (ora Ispra) della spiaggia gioiello del paese e della Sardegna si conoscono alcuni fenomeni e si hanno a disposizione dati importanti come quelli geologici, quindi la correntometria, la vegetazione, la topografia, lo stato ambientale e la mineralogia.
Nei primi tre-quattro anni gli studiosi dell’Icram si sono concentrati sulla duna e sui movimenti mentre negli ultimi due hanno focalizzato le loro ricerche sulla spiaggia. In campo sono stati messi strumenti e tecnologie all’avanguardia, con Gps, laser scanner, correntometri che hanno permesso di studiare gli spostamenti della spiaggia, le correnti marine, il vento. Un contributo notevole lo ha fornito la cartografia a disposizione, così come le fotografie aeree, anche “storiche”, realizzate da subito dopo
«Adesso sulle dune non ci sono più aree di erosione», avevano detto gli esperti dell’Ispra ad aprile
Adesso si va verso quegli interventi di ripristino che potrebbero riportare la spiaggia all’aspetto originario e favorire l’equilibrio e il sostentamento delle dune.