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Riepilogo seduta mattutina del Consiglio regionale – Disegno di legge 222/A (parte II), Collegato alla manovra finanziaria 2011-2013.

Questa mattina la seduta del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo che ha invitato l'assemblea ad esaminare il punto all'ordine del giorno, l'art. 17 del disegno di legge 222/A.

Giulio Steri, capogruppo di Udc-Fli, ha sottolineato in apertura il particolare significato delle norme in materia di invasi di piccole dimensioni. "Una nuova disciplina della materia emanata dallo Stato, caratterizzata da gravi errori tecnici - ha spiegato - errata provocherebbe la chiusura di molte strutture nel territorio regionale, fra le quali la diga del Tirso. Su questo problema serve una forte attenzione ed una presa di posizione immediata della giunta regionale. Se il governo non provvedesse autonomamente ad interventi correttivi, la regione dovrebbe proporre ricorso al tribunale delle acque, perché sono a rischio organismi importanti come l'Enas, l'Ente Flumendosa (secondo ente in Europa, con una eccellente struttura tecnica)".

"Il provvedimento in esame - ha proseguito Steri - deve essere difeso, anche se alcune disposizioni non ci convincono, come la previsione del secondo comma, perché siamo convinti che le opere abusive debbano essere demolite a spese del privato". A suo giudizio, "si dovrà nuovamente intervenire sulla materia con una norma di aggiornamento delle disposizioni vigenti, anche in sede di riforma del sistema idrico integrato, nel cui ambito Enas, Ato e soggetto in house Abbanoa costituiscono dal punto di vista giuridico un modello ottimale; altra cosa è la gestione, da migliorare intervenendo sulla convenzione e sullo statuto di Abbanoa".

Gianvalerio Sanna (Pd) ha annunciato il voto contrario, anche per quanto appreso in sede di esame di alcuni emendamenti, dove ha individuato "una vera e propria ossessione sull'urbanistica". Sanna ha affermato che "in campagna le case non si fanno violando le regole, è miopia politica. Le norme di salvaguardia non possono essere derogate, come ha detto chiaramente il Consiglio di Stato; il piano paesaggistico può essere modificato solo con un'altra legge e nei comuni dove è in vigore il piano urbanistico scattano le norme di salvaguardia". Ha poi auspicato una immediata correzione, altrimenti si andrà, a suo parere, verso l'illegalità diffusa. Col comma 2, inoltre, a suo giudizio "si vuol fare una sanatoria delle sanzioni amministrative per chi ha compiuto abusi, ma non si può esprimere questo concetto aggiungendo la formula facendo salvi gli aspetti penali, è una contraddizione insanabile". Sul piano politico, Gianvalerio Sanna si è chiesto come questo disegno di legge possa essere inserito "nella strategia per far uscire la Sardegna dalla crisi"? Riferendosi poi ad un articolo comparso su un organo di stampa regionale, che parla di una competizione fra la Presidente del consiglio ed il Governatore, l'esponente del Pd ha commentato che "con tutto il rispetto non c'è competizione, con Cappellacci vincerebbe chiunque".

La Presidente Lombardo, riprendendo l'osservazione di Gianvalerio Sanna relativa ad una proposta di emendamento, ha comunicato che tale emendamento, il 16, "è inammissibile perché riguarda una materia estranea a quella disciplinata dalla legge in esame".

Luigi Lotto (Pd), rivolgendosi all'assessore regionale dei Lavori pubblici, Sebastiano Sannitu, ha espresso perplessità sulla parte dell'articolo che modifica l'allegato A della legge regionale 12/2007 (Norme in materia di progettazione, costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo di competenza della Regione Sardegna). "Non è un allegato qualsiasi - ha spiegato Lotto - ma un insieme di articoli, la cui modifica, anche parziale o limitata, non può che essere oggetto di discussione. Se si dovesse fare diversamente - ha continuato - avrei molte perplessità, anche perché, a mio parere, alcune modifiche possono anche essere utili per diverse imprese agricole in difficoltà". Per Lotto non spetta alla giunta occuparsi di questa modifica, che andrebbe invece discussa collegialmente. "Credo quindi - ha proseguito - che sia giusto ribadire all'assessore di presentare qui le modifiche all'allegato per poterle discutere e risolvere il problema nell'immediato. Si può anche fare in un secondo momento, ma dobbiamo essere consapevoli che non possiamo dare delega alla giunta per modifiche che non sono di sua competenza". Ha concluso il suo intervento sollecitando chiarezza sulle disposizioni al comma 6 dell'articolo 17, che attribuiscono alle province le funzioni di controllo e vigilanza anche sulle autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della legge regionale 9/2006 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali).

Carlo Sechi (Sel - Comunisti - Indipendentistas) ha parlato di un'emergenza acqua in Sardegna che andrebbe gestita con la dovuta attenzione. "Esistono diverse realtà - ha spiegato - e tra queste lo stato di salute dei nostri porti, che meriterebbero ben altra attenzione che essere trattati come latrine". Sechi ha quindi ricordato la situazione critica della laguna del Calik e dell’invaso del Cuga, sollecitando un intervento della Regione.

La presidente Lombardo, dopo avere chiesto al relatore e alla giunta il parere sugli emendamenti, ha aperto la votazione sul titolo della legge, che è stato approvato.

L'emendamento 29 non ha trovato accoglimento, mentre sull'emendamento 30 è stato chiesto il voto elettronico palese. Il Consiglio non ha approvato l'emendamento con 36 voti contrari, 21 favorevoli e due astenuti. L'emendamento 31 non è stato approvato con 36 voti contrari, 23 favorevoli e un astenuto.

Sull'emendamento 32 è intervenuto Luciano Uras (Sel - Comunisti - Indipendentistas) per dichiarare il suo voto favorevole. Uras ha precisato che abolire le sanzioni pecuniarie relative a opere che si realizzano in difformità della legge è "una schifezza". "Avete quest'idea di legalità?", ha poi domandato rivolto alla giunta e alla maggioranza in Aula.

Anche per Gian Valerio Sanna (Pd) si tratta di una "clientela che non ha nessuna ragione giuridica".

La presidente Lombardo ha sospeso i lavori. Alla ripresa è intervenuto l'assessore Sannitu che ha precisato di avere chiara la situazione dell'agricoltura in Sardegna, ricordando che la legge 12 ha consentito di realizzare dei piccoli invasi a uso irriguo e antincendio. "Si è verificato che nel corso degli anni - ha spiegato Sannitu - è sfuggita di mano l'attività di controllo, e ci troviamo nella condizione che i forestali comminano sanzioni piuttosto pesanti, a cui gli agricoltori non possono rispondere in maniera immediata. Non si vuole sanare niente - ha precisato - ma andare incontro agli imprenditori agricoli". In merito al comma 6, rispondendo a Sanna, ha chiarito che si "affidano alle province compiti di controllo e vigilanza anche su autorizzazioni precedentemente rilasciate".

Per Lotto (Pd) si devono creare le condizioni per attuare piccole modifiche nella gestione dei vecchi invasi delle aziende agricole. "Se attuiamo un cambiamento di quelle norme in sede giusta - ha spiegato - la sospensione delle sanzioni è funzionale all'entrata in vigore di queste nuove norme. Altrimenti rischiamo di tenere in piedi un sistema che non arriva a compimento".

Secondo Gian Valerio Sanna (Pd) se si dice che le funzioni di controllo e di vigilanza "sono comunque di competenza delle province, io capisco che sono quelle rilasciate anche precedentemente, altrimenti capisco altro. Se invece si tratta di quello che dice lei, lo dovete scrivere". Anche secondo Salis (Idv) con il comma 6 "sembrerebbe che si vogliano attribuire alle province funzioni che le provincie non avevano prima della legge 9. Non credo - ha aggiunto - che le province possano assumersi responsabilità di controllo e vigilanza per un periodo che non era di loro competenza".

Si è quindi passati alla votazione con voto elettronico palese dell'emendamento 32: con 33 voti contrari, 29 favorevoli e 4 astenuti il Consiglio non lo ha approvato. L'emendamento 18 uguale al 33 è stato approvato. Il 34 non ha trovato invece accoglimento con 39 voti contrari, 25 favorevoli e due astenuti. Neanche gli emendamenti 35 e 36 sono stati approvati. L'emendamento 37 non è stato approvato con 38 voti contrari, 26 favorevoli e due astenuti. Conclusa la votazione sugli emendamenti all'articolo 17, la presidente Lombardo ha messo in votazione il testo dell'articolo: il testo è stato approvato.

La presidente Claudia Lombardo ha poi aperto la discussione generale sull'articolo 18 (disposizioni in materia di edilizia residenziale) e sui relativi emendamenti. A prendere la parola per il Pd Luigi Lotto che ha rimarcato la difficoltà di Area a rendere operativi i fondi di cui dispone per la costruzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. "Al comma 1 dell'articolo 18 si parla dello specifico di come Area possa ricorrere all'acquisizione anche in aree dei centri storici di edifici esistenti per destinarli a edilizia residenziale pubblica - C’è una modifica rispetto alla legge 8 del 2006 e riguarda la determinazione del prezzo degli immobili. In quest'aula abbiamo tutti l'interesse che i finanziamenti vengano utilizzati nei tempi più brevi possibili, ma siccome gli uffici tecnici di questo ente abbiano competenze adeguate credo che l'aggiunta che noi facciamo con il comma 1 sia un'aggiunta che rischia di allungare ulteriormente i tempi". Lotto ha poi ricordato la presentazione di un emendamento del centrosinistra con il quale si vogliono "adeguare i limiti di reddito per la permanenza degli assegnatari degli alloggi a canone agevolato".

Per il consigliere di Sel-Comunisti-Indipendentistas Carlo Sechi in Sardegna esiste una grave emergenza da non sottovalutare che è quella della prima casa. In particolare Sechi ha sottolineato il "paradosso per cui gli istituti preposti tengono i fondi in cassa e non spendono, spesso a causa dei Comuni che non mettono a disposizione le aree per la costruzione degli alloggi, con il paradosso che spesso le graduatorie vengono superate e annullate". Sechi si è anche dichiarato favorevole all'attenzione che il testo dà ai centri storici, ma ha esternato alcuni dubbi: "La maggiore esigenza di prima casa si ha nelle città medio-grandi, laddove i centri storici sono stati assorbiti dal mercato immobiliare speculativo, non sono convinto quindi della utilità della norma". In sostanza per Sechi l'articolo 18 "non convince, non elabora una proposta chiara di attenzione verso una delle emergenze principali in tutta l'Isola".

Ha poi assunto la presidenza dell'assemblea il vice Presidente Giuseppe Luigi Cucca. Gianvalerio Sanna (Pd) ha sottolineato che "da molte parti si cerca di intervenire per alleviare la situazione delle categorie più deboli, ma questa apparente consapevolezza comune contrasta con la situazione dell'agenzia regionale che dovrebbe occuparsi del problema". Sanna ha poi ricordato le ingenti risorse finanziarie bloccate presso Area sono fermi (che oltretutto producono un danno erariale) dal 2008. "Il cda dell'agenzia, dunque, non ci fa niente perché il programma di intervento si fa sulla base delle situazioni di tensione abitativa. Può fare tutto il direttore generale; questo, fra l'altro, è un modo per ridurre i costi della politica,dando nello stesso tempo un segnale di efficienza".

Chicco Porcu, anch'egli del Pd, ha sottolineato il silenzio del centro-destra e osservato che "l'art. 18 è un tentativo di affrontare il problema su basi nuove, ma lascia inalterata l'esigenza di una legge organica di settore, che sia in grado di abbattere i costi e recuperare il tessuto abitativo di molte città sarde". Citando i dati di una recente indagine, Porcu ha affermato che "è vero che in Italia il 70% dei cittadini ha una casa di proprietà, ma la percentuale crolla al 3% nella generazione al di sotto i 30 anni. Da questo punto di vista la legge dice poco ed annuncia voto contrario, anche perché si è perduta l'occasione di ripensare su basi completamente diverse il ruolo dell'agenzia Area".

Per Giorgio Cugusi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) è ormai dimostrato, con le vicende di Area, "che i costi della politica hanno anch'essi un loro indotto. L'articolo in esame, poi, ha un titolo virtuale ma nelle città dove c'è grande bisogno di case la situazione è un’altra, a cominciare dall'esempio di Cagliari e della sua area vasta, dove sono ben visibili le impronte degli speculatori edilizi". Lo stesso intervento ipotizzato nei centri storici, rischia di restare sulla carta. "I centri storici delle grandi città - ha aggiunto - sono diversi da quelli dei piccoli paesi. Solo nelle grandi aree urbane, infatti, c'è stata una sorta di deportazione urbanistica che negli anni ha dato origine alla formazione di quartieri dormitorio". Cugusi si è in conclusione soffermato sul contenuto degli emendamenti proposti dal suo gruppo, "per alleggerire difficoltà di disoccupati che pagano affitti troppo alti, a partire da 500 euro, a favore dei quale sarebbe opportuna una moratoria di almeno tre anni".

Secondo Claudia Zuncheddu (Sel - Comunisti - Indipendentistas) negli ultimi due anni sono stati presentati "progetti di legge improponibili e non degni di un dibattito". Per questo ha domandato alla Giunta e alla maggioranza di orientarsi verso una legiferazione "seria e condivisa, se hanno a cuore i problemi e i disagi della nostra gente". Il fallimento di ben due "falsi" piani casa, per l'esponente Indipendentistas, ha comportato un aumento della speculazione edilizia senza risolvere il problema della prima casa per molti sardi. In chiusura, ha sollecitato l'Assemblea a prendere posizione a tutela di una famiglia di agricoltori di Carbonia, sotto sfratto a causa dei debiti.

Per Salis dell’Idv in questi ultimi vent'anni gli unici ad essersi arricchiti sono coloro che hanno gestito in maniera privatistica il diritto alla casa. "Negli anni '80 - ha spiegato - le istituzioni hanno attivato serie politiche delle casa attraverso gli istituti autonomi delle case popolari. Oggi, invece, si è appaltata la politica residenziale alle immobiliari private". Il consigliere dell'Idv ha chiesto all'assessore Sannitu di impostare una politica della casa che riprenda "le elaborazioni di quegli anni proficui". In chiusura, sollecitando una riflessione attenta sull'Area (Azienda regionale per l'edilizia abitativa), ha ricordato che il suo gruppo ha sottoscritto pochi emendamenti e, tra questi, uno dei più significativi punta a recuperare l'efficienza di questa Azienda regionale. "Si tratta del n.64 - ha precisato, rivolgendosi all'assessore - che io la pregherei di valutare con attenzione perché, a leggere i nomi dei componenti del consiglio di amministrazione di Area, non sembra ci sia nessuno che ne capisca di metri cubi. È la fotografia - ha aggiunto - dell'uso improprio di enti o agenzie in funzioni politiche o, meglio ancora, partitiche". Sull'emendamento 64 Salis ha anticipato la richiesta di voto segreto.

Per Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) la legge 32 è stata importante perché ha saputo dare risposta all'esigenza abitativa dei lavoratori del ceto medio, ma ora dovrebbe essere incentivata. "Esiste una crisi profonda del settore edilizio - ha affermato Uras - noi non abbiamo saputo rispondere alle esigenze crescenti dei giovani di avere una casa. Lasciamo tutto al mercato che è egoista e pensa ai profitti dovremmo potenziare la 32 e avere il coraggio di spendere le risorse accumulate. Chiediamo che i soldi a disposizione vengano spesi, si tratta di centinaia di milioni di euro, e nel mentre incombe la manovra di sacrifici del governo".

Dopo i pareri del relatore e della giunta sono intervenuti per dichiarazione di voto sull'articolo Giuseppe Cuccu (Pd), Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas), Adriano Salis (Idv), Luigi Lotto (Pd) che hanno dichiarato il voto contrario all’articolo 18.

L'Aula ha poi approvato il testo dell'articolo 18 e cominciato l'esame degli emendamenti aggiuntivi. L'emendamento 11 sulla rimodulazione dei limiti di reddito previsti per la permanenza dello stato di assegnatari dei titolari di alloggi di edilizia residenziale pubblica, è stato approvato con 46 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astenuti. Via libera anche all'emendamento 79 con 43 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.

Giorgio Cugusi (Sel-Comunisti-Indipendentistas), Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas), Luigi Lotto (Pd), Adriano Salis (Idv) e Tarcisio Agus (Pd) sono intervenuti sull'emendamento 21, a firma Cugusi e più, per chiarire l'importanza della riduzione del 50% per il prossimo triennio dei canoni concordati per l'edilizia residenziale pubblica. Un beneficio che andrebbe esclusivamente agli assegnatari in dimostrata difficoltà economica o in stato di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione. Anche Carlo Sanjust (Pdl) è intervenuto dichiarando la sua posizione a favore del tema dell'emendamento e ha chiesto la possibilità di approfondire l'argomento; della stessa posizione l'esponente del Pd Chicco Porcu. L'emendamento è stato poi spostato all'articolo 21 ter.

I lavori sono stati sospesi e la presidente ha aggiornato la seduta alle ore 16.00. Red.

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