Dopo l’apertura della seduta, e la successiva breve sospensione prevista dal Regolamento per poter procede ad una votazione, la Presidente Lombardo ha messo in votazione, a scrutinio segreto, l’emendamento n° 64, che è stato respinto dall’aula con il seguente risultato: favorevoli 26, contrari 31, astenuti 1. Il consiglio non approva. A seguire, l’assemblea ha respinto anche l’emendamento n° 65, con il seguente risultato: favorevoli 24, contrari 33, astenuti 1.
Successivamente si è passati all’esame dell’emendamento n° 74.
Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) si è dichiarato “sorpreso” dal parere negativo della giunta e del relatore, perché si tratta di interventi che non comportano aumenti di spesa, ma solo attenzione alle famiglie numerose, con almeno 5 figli”. Nel Regolamento attuale per all’accesso alle assegnazioni di alloggi di edilizia pubblica, ha ricordato, è previsto solo un punto a prescindere dal numero dei componenti il nucleo famigliare. Noi proponiamo non un punteggio maggiore ma una riserva se ci sono condizioni e requisiti per accedere ad alloggi popolari, fino ad un massimo del 10%. Non ci sono ragioni per non sostenerla.
Marco Espa (Pd) ha chiesto di aggiungere la sua firma ad un emendamento che appare particolarmente importante. Si rivolge al centro destra e a molti gruppi che hanno presentato proposte di legge sulla famiglia: un voto negativo sarebbe incomprensibile, è un segnale politico importante e serio”. Ha annunciato il voto favorevole.
Voto favorevole anche per il capogruppo del Pd on. Mario Bruno, che ha chiesto di essere inserito fra i sottoscrittori della proposta, “che dovrebbe essere condivisa dai colleghi che hanno presentato proposte in materia di famiglia, ora all’esame della settima commissione. È un emendamento da approvare, è un atto di buon senso nei confronti delle famiglie sarde.
Franco Meloni (Riformatori sardi) ha definito l’emendamento accoglibile. Ma sarebbe meglio inserirlo nella nuova legge della famiglia ora all’esame della commissione.”
Per il Pd Francesca Barracciu ha chiesto di inserire anche la sua firma, esprimendo il suo voto favorevole. Molti amministratori locali, ha dichiarato, sicuramente hanno avuto numerose sollecitazioni in tal senso, perché il disagio economico delle famiglie passa soprattutto per le difficoltà di avere una casa. Non c’è bisogno di attendere altre leggi, è una cosa che si può fare subito.
Anche Tarcisio Agus (Pd) ha manifestato il suo voto favorevole e chiesto di sottoscrivere l’emendamento. La proposta, ha detto, è opportuna e necessaria perché quando una famiglia si rivolge alle strutture pubbliche è il segnale, che va raccolto, di un disagio grave che coinvolge soggetti deboli e particolarmente esposti alla crisi che viviamo. Pur nelle difficoltà, questi nuclei famigliari vanno sostenuti.
Luigi Lotto, sempre a nome del Pd, ha auspicato “un gesto di coraggio da parte del consiglio, nei confronti di famiglie che si trovano in situazioni particolari. Riservare una quota degli alloggi popolari disponibili è un segnale di attenzione che l’assemblea può e deve recepire.”
Il relatore del provvedimento on. Angelo Stochino (Pdl), ha spiegato che “la maggioranza ha espresso parere contrario in commissione perché il problema è stato dirottato verso una proposta di legge organica in materia di tutela della famiglia.
Gian Vittorio Campus (Pdl) ha giudicato l’argomento “sensibile, ma non può essere risolto con un emendamento. La riserva del 10% ha senso a fronte ad una grande disponibilità di alloggi; già oggi uno dei criteri è il numero dei figli a carico, come presenza di anziani non autosufficienti, portatori di handicap, situazioni di disagio abitativo, poi conta anche la superficie degli immobili”. Il problema, in altre parole, “va affrontato in maniera globale, valutando una serie di aspetti, per evitare il rischio di danneggiare soggetti deboli che si vorrebbero tutelare.
Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha sottolineato il valore simbolico e morale dell’emendamento, dal quale non possiamo prescindere. Sostenerlo sarebbe un segnale quanto mai opportuno, stiamo premiando pochi casi, anzi sarebbe interessante abbassare da 5 a 3 figli il concetto di famiglia numerosa. Ha invitato tutti ad un atto di responsabilità.”
A parere di Michele Cossa (Riformatori sardi) ha sottolineato l’importanza dell’argomento sollevato da Sel, così come è indubbio il suo valore simbolico, ma ha condiviso le perplessità sollevate di Campus. E’ possibile, ha avvertito, creare effetti distorsivi nei meccanismi di assegnazione; sarebbe meglio ragionare anche sul piano tecnico, per individuare soluzioni eque, fermo restando l’accordo generale sull’attenzione alle famiglie numerose. Meglio rivedere i criteri della legge dell’89 che ormai appaiono sono superati.
Pietro Cocco (Pd), dopo aver chiesto di aggiungere la sua firma ha sostenuto che i problemi sollevati dalla maggioranza possono essere risolti da emendamenti orali, anche attraverso una breve sospensione dei lavori. Tuttavia, deve essere fatto salvo il principio.
Silvestro Ladu (Pdl) ha sottolineato che la finalità dell’emendamento è giusta. Tuttavia, ha proseguito, ha paventato il rischio che una errata formulazione possa produrre danni; con una riserva del 10% si potrebbero congelare circa 2000 alloggi e, in secondo luogo, occorre valutare questo aspetto anche in relazione alla legge 16 dell’89. Servirebbero alcune correzioni, ha concluso, specificando se c’è la richiesta e a parità di punteggio.”
Secondo Giuseppe Cuccu (Pd) l’emendamento ha un alto valore simbolico, praticamente è un invito a costruire alloggi per famiglie numerose, cosa che spesso non accade perché gli immobili vengono realizzati secondo una media. Successivamente, ha invitato i presentatori a riflettere su questo emendamento perché in effetti dovrebbe ro essere considerate altre fasce sociali ugualmente meritevoli di attenzione. Se l’emendamento non dovesse essere ritirato, si asterrà dal voto.
Il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas Luciano Uras ha ritenuto di poter fugare i dubbi di natura tecnica con una piccola modifica. Non si vuole risolvere il problema di quanti vantano titoli di accesso agli alloggi pubblici, è importante aggiungere a questa platea anche le famiglie numerose. Ha proposto di assegnare prioritariamente gli alloggi disponibili a famiglie con almeno 5 figli, fatto salvo il possesso dei requisiti previsti dalle legge.
L’aula ha respinto la richiesta di Uras, così come quella di Silvestro Ladu (Pdl), che ha chiesto di inserire la formula “se c’è la richiesta e a parità di punteggio.”
A parere di Franco Cuccureddu (Misto) si è dichiarato d’accordo con Cuccu suggerendo di soprassedere al voto dell’emendamento. Spiegandone le ragioni, ha sottolineato che il 10% degli immobili significa il 100, perché l’agenzia Area realizza appartamenti con più di 3 camere in una quota del 15% del totale, quindi la riserva assorbirebbe tutto. Con l’emendamento approvato prima, ha ricordato, abbiamo alzato i detti di reddito e inserito molte persone, come le forze dell’ordine, a danno di moltissimi altri.
Mario Diana, capogruppo del Pdl, si è detto convinto che di fronte ad un problema indubbiamente rilevante, non si possono commettere errori; una proiezione sui numeri rende insostenibile la riserva. Si finiscono per escludere soggetti che hanno maggiori necessità. Meglio cambiare i parametri della legge 13 dell’89.
Gian Valerio Sanna, del Pd, si è invece soffermato sul dettaglio tecnico delle tipologie abitative dell’agenzia Area: gli appartamenti sono di 35, 75 e 95 metri quadri, idonei anche per persone portatori di handicap, è tutto già previsti Roberto Capelli (Misto) ha auspicato che il consiglio possa impiegare il tempo per cose più serie chiedendosi, ad esempio, perché Area non costruisce alloggi, perché lascia i soldi fermi. La legge 13, dìaltra parte, parla di nuclei (non solo di figli), meglio intervenire sulla scala dei punteggi, perché così è un modo di pulirsi la coscienza. Sarebbe stato meglio cancellare un cda inutile, come quello dell’agenzia Area.”
Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento n° 74, con il seguente esito: favorevoli 17, contrari 41, astenuti 9. Il consiglio non approva.
Sull’articolo 19 Luigi Lotto (Pd) ha voluto sottolineare che l’argomento va trattato con grande attenzione e rispetto di chi si presta nelle amministrazioni a predisporre i progetti e seguire le pratiche. In questi uffici la questione dei tempi deve essere definita preventivamente per evitare che ci sia la possibilità di una eccessiva discrezionalità nel distribuire i fondi per la progettazione messe a disposizione. Anche per Silvestro Ladu (Pdl) così come predisposto quell’articolo non va assolutamente bene. Non si può dare ai dirigenti il potere illimitato di decidere sulle spese senza un tetto che sarebbe d’obbligo. Ha preso poi la parola ad Andrea Biancareddu (Udc-Fli) che ha risposto all’intervento di questa mattina di Gian Valerio Sanna e ha voluto chiarire il testo dell’emendamento in questione. La presidente Claudia Lombardo, dopo aver messo in votazione l’emendamento 19 soppressivo del comma 1, che è stato approvato, ha poi messo in votazione l’articolo 19 e per dichiarazione di voto sono intervenuti Gian Valerio Sanna (Pd), Franco Sabatini (Pd), Angelo Stochino (Pdl). L’Aula ha dunque dato il via libera all’articolo 19. Bocciato invece, con 43 voti contrari, 21 favorevoli e 6 astenuti, l’emendamento aggiuntivo 76, a firma Cugusi e più.
Per la discussione generale sull’articolo 20 è intervenuto Chicco Porcu (Pd) che ha sottolineato la con divisibilità della realizzazione di un sistema di rilevamento della velocità media e del sorpasso nelle arterie stradali sarde, ma ha sostenuto non essere sufficiente né utile lo stanziamento di 500mila euro: Le risorse assegnate sono scarse, per questo chiedo alla maggioranza di valutare attentamente i nostri emendamenti aggiuntivi.
Franco Sabatini (Pd) ha chiesto all’Assessore Sannittu a che cosa serve uno stanziamento della regione per il rilevamento della velocità media sulla rete stradale, cosa che peraltro fa anche l’Anas. Sabatini ha poi ricordato di aver presentato ben due interrogazioni, rimaste senza risposta, sulla nuova statale 125, di cui è nota la pericolosità, testimoniata dalle preoccupanti statistiche degli incidenti stradali. Rispetto a questa situazione, ha aggiunto, l’attività della giunta regionale è stata del tutto insufficiente.
Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha affermato che il suo gruppo si è fortemente impegnato per mantenere nella disponibilità del comune di Cagliari le risorse necessarie, ricevute negli anni, per il quartiere di S. Elia e in generale per lo sviluppo del capoluogo di regione. Non c’è particolarismo ma una visione comune orientata a favorire con ogni mezzo possibile la crescita della società, in un periodo di crisi così profondo e complesso.
Assume la presidenza il vice Presidente Michele Cossa.
Silvestro Ladu, del Pdl, si è dichiarato sorpreso per lo stanziamento destinato al rilevamento della velocità media sulla rete stradale. Una questione marginale, visto che “non si parla della 131 della 125 e della 109”. A suo parere questa parte del provvedimento dovrebbe essere cancellata. La regione dovrebbe invece impegnarsi per intervenire per l’’mmodernamento di molti tratti della rete, questo significa aumentare i livelli di sicurezza”.
A nome dell’esecutivo, l’Assessore dei Lavori Pubblici Bastianino Sannittu ribadisce, come già fatto in discussione generale, “che per operare nel settore dei lavori pubblici c’è necessità di disporre di risorse ingenti”. I sistemi di rilevamento di velocità sono stati richiesti, soprattutto nel nord Sardegna, dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e dalle associazioni spontanee per la Sassari-Olbia. Gli emendamenti hanno la finalità di poter predisporre la progettazione preliminare per chiedere fondi; la 125, ad esempio ha bisogno di 160 milioni che non ci sono, mentre alcuni interventi in Ogliastra, delegati alla Provincia, hanno fatto registrare qualche ritardo nella progettazione”.
Gianvalerio Sanna, per il Pd, ha evidenziato la portata “negativa” dell’articolo. “Prima si interviene per dare contributi ai comuni per il pagamento dei mutui, poi si vuole finanziare un sistema di rilevamento della velocità media, ma prima di spendere per questo sarebbe meglio metterle in sicurezza”. Al secondo comma, inoltre, “c’è una variazione di bilancio: si tolgono ben 8 milioni dai Pia, che era l’unica valvola per produrre lavoro e crescita, per dirottare una parte consistente delle risorse in incarichi di progettazione, ben 3 milioni l’anno per 3 anni. Per quali opere? Per un intervento del genere ci vuole un vero budget di opere”. Per quanto riguarda la rete stradale provinciale, infine, Sanna ha definito “esiguo” lo stanziamento di 5 milioni con i quali, al massimo, “si potrà tappare qualche buco. E’ la certificazione di una regione in bancarotta, che non può fare più investimenti”.
E’ intervenuto poi Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas), critico riguardo al testo dell’articolo e in particolare al titolo “che non corrisponde pienamente al testo delle norme che vi sono contenute”. “Qui si parla del controllo di velocità sulle strade – ha affermato Sechi - ma il vero problema è la sicurezza delle arterie stradali”. Sugli interventi di progettazione, nei Comuni e nelle Province, secondo il consigliere della sinistra, ci sono cataste di opere di progettazione mai finanziate: “Non è possibile continuare a destinare somme alla sola progettazione senza che poi questa possa avere un riscontro pratico”. Sechi ha sottolineato come l’unica cosa da fare da parte della minoranza fosse la presentazione di emendamenti che migliorino un testo “comunque sconnesso”.
Elia Corda, Pd, ha rimarcato “l’inutilità di un testo come quello in esame e la enorme difficoltà in cui si trova l’assessore ai Lavori Pubblici Sannitu”. Con le risorse previste nel testo riguardo alla viabilità, per Corda, le Province dovrebbero contribuire con 900 euro a chilometro per il rifacimento delle strade, cifra assolutamente “insulsa” secondo l’esponente dei Democratici. “Ho presentato un emendamento – ha ricordato Corda - che riguarda la cosiddetta Dorsale sarda che è in costruzione da oltre vent’anni, mancano 20 chilometri al collegamento con la 131, i dieci milioni stanziati nel 2007 non sono stati mai utilizzati e non si capisce quale sia il motivo”.
Dopo il parere del relatore e della giunta regionale sugli emendamenti, la presidente Lombardo ha messo in votazione gli emendamenti. Bocciato, con 38 voti contrari, 22 favorevoli e 2 astenuti, l’emendamento 47 a firma Lotto e più. Sull’emendamento 68, primo firmatario Pierpaolo Vargiu (Riformatori-Liberaldemocratici), Mario Diana, capogruppo Pdl, e Gian Valerio Sanna, Pd, hanno chiesto il voto per parti. Per dichiarazione di voto sull’emendamento 68 sono intervenuti gli Giuseppe Cuccu (Pd), Adriano Salis (Idv), Luciano Uras (capogruppo Sel-Comunisti-Indipendentistas), Luigi Lotto (Pd), Pietro Pittalis (Pdl).
La discussione è stata incentrata sul comma 1 che prevede 250mila euro da destinare per la realizzazione del sistema di rilevamento della velocità e sul comma due che autorizza la spesa di 250mila euro quale contributo straordinario per i lavori di ristrutturazione del Pontificio Seminario Regionale del Sacro Cuore di Gesù. Il comma 1 è stato ritirato dai proponenti, i commi 2 e 3 (riguardanti il contributo all’istituto religioso) sono stati respinti con 26 voti contrari, 25 favorevoli e 10 astenuti. Respinto, a voto segreto, anche il comma 4, con 46 voti contrari, 15 favorevoli e 2 astenuti. Via libera invece al comma 5 dell’emendamento 68 che sostituisce l’articolo 20.
Franco Sabatini (Pd) ha lamentato la mancata risposta dell’Assessore suulla 125: “ il lotto per Tertenia non è in carico alla provincia ma all’Anas, e mancano ben 25 milioni che non ci sono.”
Stochino (Pdl), relatore del provvedimento, ha definito “giusto” il rilievo Di Sabatini sulla 125, ricordando che “nel lontano 2000 l’allora comunità montana dette all’Anas 22 miliardi delle vecchie lire. Almeno quelli dovrebbero andare in appalto al più presto, anche se come maggioranza abbiamo dovuto dare parere contrario all’emendamento.”
Porcu (Pd) ha evidenziato che, per effetto dei voti precedenti, “si sono liberate risorse per oltre 3 milioni. La strada non riguarda solo l’Ogliastra ma tutta la Sardegna. Ci vuole più coraggio per farci carico di questo problema, ed è possibile rimodulare il programma.”
Steri, capogruppo dell’Udc-Fli, ha posto il problema della pericolosità delle strade rilevando che il provvedimento in esame propone una soluzione molto parziale. Il suo voto sarà negativo. Peraltro, ha ricordato, “il consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegnava l’Assessore ad intervenire presso il governo per individuare nuove risorse”.
Gianvalerio Sanna, del Pd, ha sollevato un problema politico-istituzionale: “è un opera riconosciuta come strategica e prioritaria anche come possibilità di sviluppo economico fondato sul turismo. Ora la regione non ha i Fas e quelli delle entrate e la situazione della rete stradale di quel territorio è molto grave, perché quelle popolazioni aspettano da 30 anni di poter avere un minimo di mobilità.”
La presidente Lobardo ha quindi messo in votazione l’emendamento n° 7 con il seguente esito: favorevoli 22, contrari 33, astenuti 4. Il consiglio non approva. Immediatamente dopo l’assemblea ha respinto, con voto unanime, l’emendamento n° 27.
L’assemblea è passata poi all’esame dell’emendamento n° 28.
Il primo firmatario, Elia Corda (Pd) si è sofermato sull’importanza della strada a scorrimento veloce Abbastanta – Olbia, “molto importante per comuni dell’interno e per il collegamento del Goceano (e non solo) con il porto e l’aeroporto. Dopo primo lotto, traffico subirà un notevole aumento che la strada non può sopportare nelle condizioni attuali”.
Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento n° 28, con il seguente esito: favorevoli 19, contrari 41, astenuti 2. Il consiglio non approva.
L’aula è poi passata alla discussione dell’emendamento n° 62.
Intervenendo per dichiarazione di voto, il primo firmatario della proposta Chicco Porcu (Pd) ha richiamato l’attenzione dell’aula e dell’Assessore sul suggerimento di stanziare nel 2012 “una piccola cifra per risolvere un grande problema”, quello di viale Marconi a Cagliari. “Più di 200.000 automobili transitano ogni giorno su quella strada, fra le 7 e le 9 del mattino, e ci mettono 45 minuti per percorrere meno di 10 km.” Chiediamo 5 milioni di euro, ha concluso, “che corrispondono a circa 10 euro a persona.
Gianvalerio Sanna, anch’egli del Pd, ha sostenuto le argomentazioni di Porcu, aggiungendo che la situazione potrebbe essere risolta “con il potenziamento della metropolitana di superficie, con una diversa articolazione del servizio e degli orari. Molti cittadini potrebbero rinunciare all’uso dell’auto privata.” Ha auspicato infine una soluzione concordata con l’Assessore ai Trasporti, “sarebbe un segno di civiltà.”
Marco Espa, a nome del Pd, ha detto che Porcu ha introdotto un argomento che può far sorridere, “ma il problema è reale e riguarda decine di migliaia di persone, viale Marconi è una vera emergenza funzionale della città di Cagliari.” Il centro destra, aggiunge, in questi anni “si è limitato a parlare solo del tunnel sotto via Roma, del costo di 500 milioni di euro che non ci saranno mai, mentre la metro leggera potrebbe essere molto utile”.
Cugusi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) conferma necessità di una rivisitazione complessiva della mobilità urbana a Cagliari, non solo in quella grande arteria, attraverso un ampio programma di incentivazione del mezzo pubblico.
Per il Pd Gavino Manca, “e lo dico da sassarese”, ha sottolineato l’importanza dell’emendamento “che tocca più in generale il problema di qualità della vita dei cittadini”, auspicando la disponibilità dell’esecutivo a recuperare risorse per questa finalità. Inoltre, a suo avviso, è necessario anche fare una valutazione sull’importanza degli interventi e selezionare le priorità, come quella dell’Ogliastra citata in precedenza.
Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha espresso un voto favorevole, “per l’importanza che viale Marconi riveste nel collegamento fra Cagliari e la sua area vasta. Oltretutto la strada è appesantita dalla presenza della grande distribuzione, gli incidenti sono aumentati e la stessa l’ambulanza ha difficoltà di transito, ed è problematico l’accesso alle tante attività commerciali.” Ha proposto infine “la sperimentazione del senso unico, del resto c’è una strada parallela realizzata con quello scopo. Nel medio periodo, occorre però lavorare alla metropolitana leggera che incentiverebbe l’uso del mezzo pubblico.”
Luigi Lotto, a nome del Pd, ha sintetizzato le principali priorità emerse dal dibattito. “Ogliastra, Olbia e Cagliari sono opere utili e necessarie, ed comprensibile l’imbarazzo dell’Assessore che, di fronte alla mancanza di risorse, non ha possibilità di raccogliere queste indicazioni”. E’ un grido di dolore che sale da tutta la Sardegna, ha concluso, e dal mondo imprenditoriale: “oggi non c’è un cantiere aperto e bisogna assolutamente invertire la tendenza e rimettere in moto gli investimenti pubblici”.
Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, si è detto “assolutamente d’accordo con le opinioni espresse dal centro sinistra” ma, oltre alla strada, ha invitato la giunta a “riprendere alcuni progetti legati all’organizzazione del traffico, che tenga conto di sensi unici parziali o totali, operando inoltre con decisione per eliminare il traffico automobilistico, attraverso il potenziamento della metropolitana leggera”. Esiste un progetto, ha precisato, “per la realizzazione di dorsali di collegamento della metropolitana con Quartu ed altri centri fino a Sarroch; questa potrebbe essere una soluzione definitiva”
Edoardo Tocco (Pdl) ha affermato in apertura che “di viale Marconi sui sta parlando troppo in questo periodo come mai si è parlato prima. Eppure ci si dimentica la realizzazione dell’asse mediano, senza trascurare la 554. Forse nessuno ha pensato che nella zona di Molentargius ci sono strade di penetrazione che potrebbero essere potenziate e utilizzate come viabilità alternativa, se non fosse per l’opposizione pregiudiziale degli ambientalisti”.
Chicco Porcu (Pd), primo firmatario dell’emendamento, propone con un emendamento orale alcune correzioni migliorative al testo dell’emendamento.
Successivamente, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento n° 62 con il seguente esito: favorevoli 20, contrari 37, astenuti 7. Il consiglio non approva. (A.F.)
L’Aula è passata poi all’esame dell’emendamento 17, per dichiarazioni di voto si sono espressi Gavino Manca (Pd), Gian Valerio Sanna (Pd) che si sono dichiarati favorevoli all’emendamento che autorizza la spesa di 7 milioni di euro per l’attuazione del bando “Saltus” sul recupero, la riqualificazione e valorizzazione dell’architettura degli insediamenti rurali storici extraurbani.
Anche Chicco Porcu, Pd, Giorgio Cugusi (Sel-Comunisti-Indipendentistas), Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas) hanno dichiarato il loro voto favorevole all’emendamento firmato da Mario Diana e più. L’emendamento 17 ha avuto il via libera con 58 voti favorevoli, uno contrario e un astenuto.
Sull’emendamento 69, l’assessore alla Cultura Sergio Milia ha risposto a una domanda dell’on. Chicco Porcu sulle risorse destinate alla realizzazione del palazzetto dello sport di Cagliari e Nuoro e degli altri palazzetti dello sport.
Gli emendamenti 69 e 73 sono stati spostati all’articolo 21.
La presidente Claudia Lombardo ha chiuso i lavori e ha aggiornato la seduta a domani mattina alle ore 10.