Nonostante i dubbi del capo, la Lega voterà, mercoledì alla Camera, per l'arresto di Alfonso Papa, deputato Pdl coinvolto nell'indagine sulla P4. Umberto Bossi, per annunciarlo ha scelto una piccola festa di paese, a Podenzano, nel Piacentino, davanti a un paio di centinaia di militanti. "La Lega vuole votare per il suo arresto, penso che la Lega votera' per il suo arresto".
Anche se, Bossi ha lasciato intendere di esserne tutt'altro che convinto: "Noi abbiamo lasciato passare la richiesta della sinistra che chiedeva la carcerazione, ma io qualche dubbio ce l'ho, sembra una sfida al Parlamento, bisogna stare attenti a fare cose sbagliate, ci sono cose su cui bisogna ragionare, mai mettere le manette prima. Prima la magistratura faccia il processo e se è colpevole allora lo si condanna, ma mettere le manette prima e' una cosa non accettabile".
Nonostante questo, però, alla fine le pressioni della base ("lo so, lo so - ha confidato - che la pancia della Lega vuole questo") peseranno di più rispetto agli attestati di fedeltà verso gli alleati. E l'arresto di Papa, anche se rimangono ancora tre giorni di intenso lavoro per le diplomazie, potrebbe passare.
La prossima settimana, quindi, anticicloni a parte, potrebbe finire per fare ancora piu' caldo rispetto a quella che e' appena trascorsa. Dove pure, ha notato Bossi, il termometro della politica era impazzito come, se non di più di quello vero: "Faceva caldo fuori, ma faceva caldo anche nella politica". Colpa di una manovra che il capo della Lega non ha esitato a definire "brutta", ma che sarebbe potuta piacergli anche meno se non ci fossero state "le resistenze" della Lega: sulle pensioni, sui contributi ai Comuni e su altri provvedimenti che il Pdl avrebbe voluto far passare. "Anche se Tremonti e' un amico stavolta ci siamo scontrati molte volte".
E così, dopo aver rassicurato i militanti che chiedono anche a queste latitudini un abbassamento dei costi della politica ("gli stipendi dei deputati sono già stati ridotti e il numero dei parlamentari sarebbe calato con la devolution se la sinistra non avesse fatto il referendum") è tornato a rispolverare un cavallo di battaglia che sulle camicie verdi fa sempre presa e che torna buono, secondo Bossi, anche come chiave interpretativa delle vicende dei conti pubblici.
"Tutti i mesi - ha spiegato - il povero Tremonti deve vender dei titoli di Stato, se non lo facesse non si pagherebbero piu' pensioni e ospedali: sarebbe un disastro. Arrivati a questo punto meglio far la secessione che andrebbe bene al sud e al nord, con patti chiari e amicizia lunga. La secessione sarebbe la migliore medicina".
"Il sindaco di Roma non e' mica cambiato: alle elezioni farà la fine della Moratti, venda un po' delle società che ha, perche' il nord dovrebbe dargli i soldi?". Lo sostiene il leader della Lega Nord Umberto Bossi, che ne ha parlato a Podenzano, nel piacentino, alla festa della Lega Nord.
Bossi ha fatto riferimento ad una richiesta di finanziamento del Comune che il Governo, grazie alla Lega, ha respinto. "La fortuna di Roma e' il Papa che attira gente da tutto il mondo", ha concluso Bossi.