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Indagati per favoreggiamento Fastweb e Ngi per non aver inibito l’accesso alla piattaforma multimediale “pirata” “btjunkie”.

Nell’ambito dell’operazione “Poisonous Dahlia” condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari, si è giunti ad una significativa svolta nelle indagini. Infatti, la Procura della Repubblica ha indagato Fastweb e NGI per favoreggiamento.

Secondo l’accusa gli “internet service providerhanno favorito l’accesso degli internauti italiani alla piattaforma multimediale pirata “btjunkie” oggetto delle indagini della Guardia di Finanza, non ottemperando all’apposito ordine di inibizione del sito emesso dal Sostituto Procuratore Giangiacomo Pilia.

Per la prima volta in Italia l’Autorità Giudiziaria ha delineato i contorni della responsabilità degli “internet service provider” in questi casi.

Dall’aprile scorso, l’accesso ai siti www.btjunkie.org e www.btjunkie.com era stato negato ai “netsurfer made in Italy”.

Tuttavia l’inottemperanza dei due provider ha consentito ai propri utenti di continuare a scaricare illegalmente musica, film, videogiochi, programmi e altri contenuti multimediali in violazione alle normative del diritto d’autore e del copyright, rendendo, in parte, inefficace la barriera tecnologica eretta intorno al portale “pirata”.

Tale dato è emerso nel corso del continuo monitoraggio della rete effettuato dagli investigatori per dare sostanziale e concreta attuazione del ripristino della cyber legalità sul web.

Le Fiamme Gialle, quindi, hanno appreso che nonostante l’inibizione disposta dall’Autorità Giudiziaria di Cagliari, alcuni blog davano voce alle indicazioni fornite dal noto supermarket mondiale del falso multimediale, con cui si segnalava la possibilità di accedere comunque al portale “pirata”.

L’immediato rapporto della polizia giudiziaria ha perciò indotto il Pubblico Ministero a disporre un’accurata perizia tecnico-informatica, da cui è risultata l’avvenuta inottemperanza dell’ordine del Magistrato.

La responsabilità penale ascritta secondo l’accusa ai due “internet service provider” è dunque quella di favoreggiamento.

Si tratta del primo caso in Italia in cui l’Autorità Giudiziaria ha assunto un provvedimento della specie, che ha visto iscritti nel registro degli indagati anche i due noti fornitori di servizi tecnologici.

Appreso la notizia, Fastweb ha fatto sapere quest’oggi che si sarebbe trattato di un mero incidente tecnologico, i cui motivi sono in corso di approfonditi riscontri all’interno dell’azienda.

Il colosso ISP ha anche precisato che ora è perfettamente operante la totale inibizione all’accesso al megastore “pirata” per i propri utenti italiani.

Le indagini delle Fiamme Gialle comunque continuano alacremente e il pattugliamento del territorio digitale lascia intravedere a breve ulteriori e importanti sviluppi investigativi nella lotta globale alla pirateria audio visiva ed informatica , in attuazione degli indirizzi strategici espressi dal Comando Generale della Guardia di Finanza e delle direttive localmente impartite dal Comando Regionale Sardegna.