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Caso Ruby: Nicole Minetti non era la tenutaria del bordello

Nicole Minetti non è stata la tenutaria del bordello, come ha sostenuto la pubblica accusa, ma semplicemente "una delle tante" che hanno frequentato la
residenza di Silvio Berlusconi ad Arcore. E' stata questa la linea difensiva tenuta dall'avvocato Pier Maria Corso durante l'udienza preliminare del Ruby gate relativa al filone Fede, Mora e Minetti.

I legali della Minetti sono infatti convinti che ad Acore "non c'era nessuna organizzazione, dalle intercettazioni è emerso che ciascuna delle ragazze giocava in proprio. Se c'era qualcuno che inseriva le ragazze in quel contesto, non era certo Nicole Minetti". La difesa dell'ex igienista dentale del premier rifiuta anche l'etichetta "bordello" per il contesto delle serate di Arcore: "Una testimone dice che era un night club, ma ognuno in casa sua fa ciò che vuole".

Nessuna sorpresa, dunque, se poi Minetti ha ottenuto un seggio al consiglio regionale della Lombardia dopo essere stata inserita nel listino bloccato del Pdl alla vigilia della presentazione delle liste elettorali: "Tra le ragazze - ha osservato l'avvocato Corso - c'è chi ha avuto una Land Rover, chi ha ricevuto una Mini Minor, chi una Smart e anche chi è stato eletto al consiglio regionale della Lombardia. Essere inseriti in una lista elettorale non è certo un reato".

Dall'avvocato Corso anche una conferma sulla relazione affettiva che avrebbe legato la Minetti al premier Berlusconi: "E' tutto assolutamente vero, tra la Minetti e Berlusconi c'è stata una storia personale che come tutte le relazioni ha avuto alti e bassi".

Gli avvocati, oltre a chiedere il non luogo a procedere per la loro assistita, hanno contestato la competenza territoriale del tribunale di Milano, sostenendo che "in forza di una modifica del capo di imputazione, che ha inserito il periodo settembre-dicembre 2009" quale inizio della vicenda, "quando Ruby era in Sicilia", la competenza territoriale è di Messina. Inoltre, ha sostenuto l'avvocato piermaria corso "Non ci sono elementi su cui si basa l'accusa. Non c'è la prova", aggiungendo che dai verbali di interrogatorio di Karima el Mahroug, detta Ruby, indicata dalla procura come parte lesa
"ci sono più verità" e se la verità è quella indicata dai pm "non c'è spazio per andare in dibattimento", tanto più che "Ruby non parla mai della Minetti se non come una delle ragazze che usufruiva delle case all'Olgettina".

Nella scorsa udienza di lunedì mattina avevano parlato le difese di Emilio Fede e di Lele Mora, chiedendo il proscioglimento. I difensori di Fede avevano
chiesto anche in via preliminare il trasferimento degli atti al Tribunale di Messina per competenza, poiché, stando al capo di imputazione, l'adescamento della minorenne marocchina sarebbe avvenuto durante un concorso di bellezza in Sicilia.

Lunedì avevano parlato anche i legali di Ambra Battilana a e Chiara Danese, parti civili nel procedimento. Ne' le due ragazze ne' gli imputati sono presenti in aula. Il Gup al termine dell'udienza fisserà una data per settembre per la decisione.