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Sgominata banda di trafficanti di stupefacenti a Bosa, eseguiti cinque ordini di arresto.

Alle prime luci dell’alba, nella città di Bosa, è scattata un’operazione che, all’esito di una complessa e laboriosa attività d’indagine, ha permesso al personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Macomer, diretto da Giovani Schettino, di disarticolare banda criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, dando applicazione a cinque ordinanze che impongono misure cautelari detentive nei confronti di altrettanti indagati da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano.

L’operazione antidroga, denominata “Bosa Fruit”, ha preso il nome da un negozio di frutta e verdura di via Ginnasio n°23, gestito dal pregiudicato Cristian Fiori, di 31 anni, di Bosa e che si è rivelato essere la sede principale, ma non unica, dello spaccio.

L’attenzione degli investigatori era stata attirata dal fatto che la clientela del negozio di frutta e verdura, solitamente frequentato da massaie, fosse invece quasi esclusivamente composta da pregiudicati e tossicodipendenti, che effettuavano dei piccoli e pressoché quotidiani acquisti all’interno dell’esercizio commerciale.

L’attività di indagine ha dimostrato che il negozio di frutta e verdura era in realtà solo la copertura per un vasto traffico di sostanze stupefacenti.

Gli spacciatori, tra i cui il gestore dell’esercizio commerciale, acquistavano, quotidianamente piccole dosi di sostanza stupefacente (principalmente eroina) per poi sottoporla a una ulteriore fase di taglio e rivenderla ai consumatori bosani.

L’acquisto costante di piccole quantità serviva a ridurre al minimo i rischi connessi al trasporto.

L’idea dei trafficanti era probabilmente quella di giustificare il trasporto di piccole quantità  dichiarando un uso personale, circostanza che avrebbe evitato al corriere la ben più grave imputazione per traffico di sostanza stupefacente.

Tuttavia, le lunghe indagini svolte dalla Polizia di Stato, hanno permesso di ricostruire la metodica delle forniture che il Fiori riceveva e provvedeva a rivendere sul mercato bosano.

Numerosi sono stati i riscontri ottenuti con appostamenti, videosorveglianza, sequestri, perquisizioni, intercettazioni telefoniche e ambientali.

Uno dei sequestri effettuati si è rivelato particolarmente utile per il prosieguo dell’indagine. Infatti, il 31 gennaio scorso piuttosto che il solito piccolo involucro contenente una modica quantità di sostanza trasportato dai corrieri utilizzati dal Fiori, sono stati trovati, pronti per l’ulteriore taglio ed il successivo spaccio,18 involucri contenenti 2120 mg. di eroina, un involucro contenente 110 mg. Cocaina e un flacone sigillato da 10 ml. di metadone.

All’attività, che ha dato sostanziali conferme alla tesi investigativa, è poi seguito l’arresto di uno dei corrieri, Daniele Ascoli, di 25 anni e Simone Farina, di 22 anni, nato a Sassari ma residente nel centro balneare del Nord Sardegna.

Le indagini hanno poi permesso anche di acquisire prove sufficienti per dimostrare la colpevolezza degli indagati e stimare l’entità del traffico, che sebbene condotto “a piccole dosi”, è risultato tale da poter fruttare dei ricavi che potevano ritenersi compresi tra gli 80.000 ed i 100.000 euro l’anno.

Così, in esecuzione delle ordinanze emesse dal G.I.P. del Tribunale di Oristano, il personale del Commissariato di P. S. ha tratto in arresto Cristian Fiori e i pregiudicati Alessandro Floris, di 35 anni, di Bosa e Alfonso Perino, di 34 anni, anch’egli di Bosa, il quale, collaboratore scolastico, era solito spacciare non solo presso la propria abitazione, ma anche presso il “Liceo Scientifico di Bosa” dove prestava la propria attività lavorativa.

Nell’abitazione del Perino, infine, all’atto dell’arresto è stata anche trovata una piantagione domestica di marijuana  di circa 30 piante, 8 delle quali erano già state potate e la sostanza stupefacente sottoposta alla fase di essiccatura per essere poi spacciata. Sono stati inoltre rinvenuti diversi involucri contenenti presumibilmente sostanza stupefacente porzionata in dosi e pronta per lo spaccio oltre a circa 30 flaconi di metadone.

In ultimo, la misura meno dura del carcere, gli arresti domiciliari, è stata disposta dal G.I.P. per gli indagati Daniele Ascoli e Antonio Cadoni, di 20 anni, nato ad Alghero (SS).

L’indagine è stata coordinata dal P.M. Paolo De Falco di Oristano.