Natività imprese quasi azzerata, consistenza numerica degli addetti e dimensione media sempre più ridotta, capacità di cooperazione scarsa, tasso di disoccupazione giovanile e abbandono degli studi elevato, conoscenza del sistema creditizio artigiano residuale, rapporto sofferenze-impieghi elevato, burocrazia e giustizia rallentate, dotazione infrastrutturale e dei servizi scarsa, incidenza del lavoro irregolare alta ma anche imposizione fiscale contenuta, costo della burocrazia ridotto e impatto della criminalità sotto la media nazionale.
Sembra non avere mai fine la lunga crisi della Sardegna anzi, sembra estendersi sempre più il cono d’ombra che toglie linfa vitale alle imprese regionali.
Lo afferma “L’indice della qualità della vita dell’Impresa 2011”, il sistema di analisi e confronto elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese che permette, agilmente e rigorosamente, soprattutto a livello provinciale, di delineare i punti di forza del sistema di micro piccole imprese e di individuare le principali criticità del contesto economico e sociale in cui competono le imprese, attraverso la distillazione di molteplici fonti e dei dati più rilevanti.
“Per la prima volta abbiamo gli indici relativi a tutte e 8 le province sarde – afferma il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu – e ciò ci permette di confrontare gli ultimi dati disponibili e conclamati, dal 2008 fino a primi mesi del 2011 (tratti da Banca d’Italia, Eurostat, Inps, Inail, Unioncamere) riguardanti Imprenditorialitá, lavoro e made in Italy, Fiscalitá, Credito, Burocrazia, giustizia e rapporti con P.A., Utilities, servizi pubblici locali, infrastrutture e capitale sociale e Concorrenza sleale del sommerso”.
“Da anni andiamo chiedendo, sia all’attuale governo regionale, sia a quello passato – conclude il Presidente Regionale di Confartigianato Imprese - di rimuovere gli ostacoli che impattano sulle aziende, quelli che portano il sistema a passare più tempo inseguendo le pubbliche amministrazioni per riscuotere quanto dovuto o tra le carte, negli uffici, nelle banche o tra labirinti burocratici di ogni tipo, piuttosto che tra i macchinari a produrre o con i clienti”.
I dati - I dati più interessanti arrivano dall’entità delle microimprese: il 95,5% del “sistema imprenditoriale sardo” è composto da quelle che non arrivano a 10 addetti (con estremi a Cagliari con il 94,6% e a Nuoro con il 96,6%, quasi in media nazionale 95,5%). Se includiamo quelle che non arrivano a 20 addetti, la percentuale è del 98,5%, con estremi a Nuoro (98%) e in Ogliastra (99%), anche qui in media nazionale (98,5%).
Il tessuto artigiano regionale rappresenta il 24,4% di tutto il sistema imprenditoriale, con Cagliari al 21,4% e l’Ogliastra al 28,8%, Di questi il 18,5% sono titolari giovani e il 19,2% sono donne. La dimensione media è di 2,6 addetti per impresa. Basso il numero delle imprese che nascono quotidianamente nelle nostra isola: solo 10.
Come è noto, preoccupano i dati sull’occupazione-disoccupazione: il 38% dei giovani tra i 15 e 24 anni sono disoccupati (la media nazionale è del 27,8%) e il 28% non lavora, non studia e non è in formazione (non si forma). Preoccupa anche la quota dei giovani che abbandonano prematuramente gli studi: il 23,9% contro il 18,8% della media nazionale.
Basso il peso della fiscalità: 2,97% del valore aggiunto contro il 3,76% della media nazionale. Idem per l’aliquota effettiva IRAP Regionale (4,11% Sardegna contro 4,26% media nazionale), per l’addizionale effettiva regionale IRPEF (0,9% contro l’1,18%), l’addizionale comunale IRPEF (lo 0,33% contro lo 0,44%) e l’aliquota media ICI ordinaria (5,91 x1000 contro 6,49 x 1000).
Sul Credito, i dati sono preoccupanti: solo il 13% delle imprese artigiane si rivolgono ai Confidi Artigiani (contro il 39% della media nazionale), il “tasso d’interesse a breve” è superiore alla media nazionale (3,76% contro il 3,28%) e il rapporto sofferenze-impieghi (7,4% contro 4,2% italiano). In quest’ultima voce si arriva al 16,4% nella provincia di Carbonia-Iglesias e al 10,2% in quella di Nuoro.
Nel capitolo Burocrazia, Giustizia e Rapporti con la Pubblica Amministrazione, si nota come in Sardegna occorrano 2.238 giorni per completare un processo civile contro una media nazionale di 2.305. Per chiudere una processo per fallimento, se la media nazionale è 3.035 giorni, a Olbia-Tempio se ne impiegano 1.340 mentre a Nuoro ben 5.469.
Tra le voci che riguardano i Servizi Pubblici Locali, le Infrastrutture e il Capitale Sociale, solo il 20,4% dei Comuni ha attivato servizi per l’infanzia (media nazionale 51,7%) e solo il 76,7% delle imprese ha la disponibilità della banda larga (media 82,8%).
Il capitolo finale è dedicato alla Concorrenza sleale nel sommerso: la media regionale è del 15.1%, ben 5 punti in più rispetto alla nazionale (10,2%). Estremi a Carbonia-Iglesias (12,1%) e Sassari (17,7%). Com