Press "Enter" to skip to content

Alfano ha paura e per questo ricandida un quasi 80enne alla guida del paese

G Il presidente del Consiglio ufficializza il suo passo indietro e assicura che non sarà lui il candidato premier per il 2013. Ci sarà Alfano al mio posto, dice. E cosi' facendo tronca sul nascere il discorso sulle primarie che, timidamente, si stava facendo spazio nel partito. 

Il neo segretario Angelino Alfano, dalla festa di Mirabello, fa capire pero' che due anni da 'delfino-candidato' sarebbe difficile sostenerli. Nel partito, attraversato già da mille polemiche, in molti sono pronti a sostenerlo, ma la sua innata diplomazia lo porta a non calcare troppo la mano. Lui contribuira' a rilanciare il partito e svolgera' il ruolo che gli è stato affidato, ma il discorso sulle primarie, assicura, non e' affatto tramontato. Non e' disobbedienza al premier, si assicura nel Pdl, ma "accortezza e grande conoscenza delle varie anime del partito". Così, di fronte ad una platea plaudente, l'ancora ministro Guardasigilli ("spero di dimettermi la prossima settimana") rilancia le primarie e dice che la leadership di Berlusconi non si mette neanche in discussione.

L'assicurazione deve essere risultata gradita ai molti che nel Pdl continuano a difendere l'istituto tanto caro alla sinistra. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, ad esempio, è stato il primo a dire di 'no' alle "nomine dall'alto" ricordando che il Pdl ha scelto che la premiership la decide "il popolo". Ma anche Jole Santelli e il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri sono stati chiari sul punto: bene Alfano, il suo compito è importantissimo, ma per quanto riguarda la candidatura a premier per il 2013 si vedrà. Prematuro parlarne ora. Analoghe le prese di posizione di Fabio Rampelli ("Sono indispensabili le primarie") e di Gianni Alemanno ("ok Alfano ma servono le primarie").

E per tutto il suo intervento, Alfano fa sempre riferimento al Cavaliere. Parla del "nostro leader" e gli riconosce il merito di aver fondato un partito liberale e moderato che è ora il "primo partito d'Italia". Il neo segretario, insomma, per dirla con un deputato del Pdl, "raccoglie lo scettro, ma non anticipa troppo i tempi...". 

Per il resto, il segretario comincia a svolgere il compito che gli e' stato assegnato: galvanizza la folla parlando dei valori del partito, usa toni da comizio, si rivolge sempre alla platea anche quando a fargli le domande sono i cronisti, stringe mani a tutti quelli che gli si fanno incontro, accoglie sorridendo l'applauso sentito e caloroso che gli viene tributato dai militanti di Mirabello. E parla, soprattutto, degli obiettivi e dell'agenda politica che attende il Pdl. Ma Alfano cerca anche di rilanciare l'immagine del partito ribadendo che di perseguitato "c'e' solo Berlusconi" e che lui vorrebbe "mani non sporche di farina" persino tra gli amministratori locali. 

Sulle vicende di assoluta attualità, come la manovra, assicura che verranno fatti degli interventi soprattutto per quanto riguarda le pensioni. Mentre sulle richieste di autorizzazione all'arresto trasmesse dai giudici nei confronti di Marco Milanese e Alfonso Papa afferma categorico: ci riuniremo, rifletteremo, vedremo. Lascia la porta aperta ad alleanze come a quella con l'Udc ("Ho grande rispetto per Casini le nostre strade non credo che siano destinate a rimanere per sempre divise"). E sceglie di non infierire su Fli ("non si puo' liquidare con una battuta, serve un altro congresso"). E' vero come dice Gasparri che attualmente i candidati premier per il centrodestra potrebbero essere 5: Roberto Formigoni, Roberto Maroni, Pier Ferdinando Casini, Giulio Tremonti e Alfano.

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »