“Un grande sogno, una grande idea, [..] che non sia solo un’utopia ma la nostra realtà”.
Le parole degli Africa Unite, gruppo headliner della terza edizione del „DU | Bauladu Music Festival, contenute nella canzone “Si”, sembrano esprimere perfettamente lo spirito della Consulta Giovani Bauladu e dell’associazione culturale Kuntra, organizzatori della manifestazione in programma per sabato 9 luglio 2011.
Un festival non come un fatto isolato, ma legato ad una serie di iniziative di stampo culturale pianificate in diversi periodi dell’anno. La musica concepita come entertainment ma anche come plausibile modello di “industria” del territorio, come già accade in diversi paesi dell’Unione Europea. Una scommessa di medio-lungo periodo, quella sulla cultura, in cui i giovani ed un intero paese credono per poter rilanciare un’area che sempre più si scopre centro di eventi di qualità e di grande richiamo. Un sogno ed una concreta realtà allo stesso tempo. Ancor più se si considerano, dati alla mano, i trend di partecipazione in forte crescita.
Sarà ancora una volta l’anfiteatro comunale del paese, immerso nel verde del parco di San Lorenzo, nel centro abitato, ad accogliere numerosi appassionati provenienti dai quattro angoli dell’isola. Favorito anche dalla posizione strategica, a pochi metri dalla strada statale 131, a metà strada tra Cagliari e Sassari, il festival già nelle passate edizioni si è dimostrato capace di richiamare importanti porzioni di pubblico.
L’edizione 2011 del festival sarà palco per quattro gruppi, uno del panorama musicale alternative sardo ed i restanti tre provenienti dalla penisola. A chiudere la serata, la selezione musicale di alcuni tra i migliori dj della scena isolana.
Gli artisti coinvolti nella terza edizione del „DU | Bauladu Music Festival sono: Africa Unite: gli Africa Unite sono un mito. Sono la storia della musica reggae in Italia, che calca le scene da trent’anni, con una marea di concerti in giro per tutta l’Europa. Fondati nel 1981 a Pinerolo (provincia di Torino) sull'onda dell'emozione causata dalla morte di Bob Marley, nel 1993 riescono a dimostrare, con l'album "Babilonia e poesia", che non solo una via italiana al reggae è possibile, ma può condurre a uno dei più begli album cantati nella nostra lingua. Hanno vissuto la loro storia, negli ultimi trent'anni, fra cambi di formazione (dal transfuga chitarrista Casacci prendono origine i Subsonica), ascese di popolarità (negli anni Novanta sono tra i nomi di punta del rock italiano, con tanto di video su Mtv), alterne fortune discografiche (i cd più recenti erano indipendenti con quest'ultimo sono di nuovo su major, la Universal), rimanendo fedeli allo spirito del reggae mentre ne esploravano le svariate declinazioni sonore.
Queste sono da sempre state comprese fra due poli opposti: da una parte l'anima elettronica di Madaski, lo scienziato sonoro affascinato dal dub e dalle sue contaminazioni, dall'altra quella roots di Bunna, la voce calda che fonde la solarità della melodia alle parole dell'impegno in tutti i loro dischi.
Per gli Africa Unite il reggae è musica di divertimento e lotta civile, e se in "Vibra" si erano scagliati contro la pena di morte (in collaborazione con Amnesty International, come testimonia l'ottimo video di "Sotto
pressione" del 2000), nell’ultimo album “Rootz” sposano il movimento ecologista in "Movimento immobile", rievocano Linton Kwesi Johnson in "Music 'n' blood" e, nella dub poetry di "Cosa resta", tornano a trattare
il brutto clima che oggi si respira in Italia: "Solo consapevolezza e impegno possono cambiare la realtà". La gente però ha anche bisogno di sogni, come dice lo stesso Bunna in "Sì", e allora è la musica l'unico
modo di comporre i dissidi fra mente e anima, fra Europa e Africa.
La tappa del 9 luglio a Bauladu rientra nel tour europeo che ha già toccato le città di Berlino, Londra, Dublino, Parigi, Barcellona e Madrid.
Dj Gruff: il maestro dell‟hip hop italiano. Sandro Orrù, in arte Dj Gruff, di origini sarde. L’album “Phonogruff”, pubblicato nel 2010, per sua stessa ammissione sarà l’ultimo disco, dopo oltre 25 anni di onorata carriera e
più di trenta album all’attivo, oltre che da solista, con gruppi che hanno scritto la storia dell‟hip hop italiano come Radical Stuff, Isola Posse All Stars, Sangue Misto e Alien Army. Attualmente vive tra Torino e Tokyo
e collabora con artisti di ogni genere musicale.
Mellow Mood: i Mellow Mood sono una giovane reggae band friulana attiva dal 2005.
Nel loro primo full-lenght album “Move!”, pubblicato nel gennaio del 2009, il gruppo utilizza la lingua inglese e, come nella più classica cultura reggae, affronta temi sociali, d‟amore e di fede.
Le grandi capacità della band sono state premiate nel 2009 con la vittoria all'Italian Reggae Contest ed il terzo posto all'European Reggae Contest, oltre che con l’esibizione su importanti palchi come quello del
Rototom Sunsplash.
Nel 2011 i Mellow Mood, con la band sarda Train To Roots, hanno portato in giro per i più importanti club d’Italia l’apprezzatissimo “Roots Unity Tour”, al fine di celebrare il trentesimo anniversario dalla morte
Dell’icona reggae di sempre: Bob Marley.
Un avvio di grande spessore per quella che oggi è considerata una delle band più promettenti nel panorama “alternative” italiano.
Love Boat: I Love Boat sono una delle più interessanti garage band del momento e si sono formati praticamente per caso, in Sardegna, nel cagliaritano,
nell'estate del 2006, quando vennero filmati nei bagni di un locale mentre suonavano la loro prima canzone in acustico. Il set del trio è minimale e atipico: una chitarra elettrica, una chitarra acustica, una set di batteria ridotto all'osso (cassa, rullo, ride e un tamburello) e tre voci.
Dalla metà del 2007 fino ad oggi la loro massiccia attività live, le reazioni della gente ai loro concerti, spesso "scalmanata", ed i finali delle serate talvolta imprevedibili fanno di loro una vera e propria party
band.
Soulside: Soul Side, ovvero il trio di selecters Cagliaritani composto da De Vita, J.D. Tiki e L’Erbivoro, che si ispira alla cultura modernista e a tutte le sue evoluzioni: original mods, swing, hard, revival, original skinheads &
rude boys.
I tre selecters, innamorati ed appassionati del suono “Sixties” (e non solo), rompono l'ordinaria immutata direzione delle notti isolane con infuocate e sudate performance a base di soul, northern soul, funk,
rocksteady, ska, boogaloo, hammond beat, garage, r&b, r'n'r, surf.
A loro il compito di curare il dj set della terza edizione del „DU festival.
Location La location prescelta per l’evento si conferma l’anfiteatro comunale, immerso nel verde del parco di San Lorenzo, nel centro abitato. Il parco sarà allestito con due palchi, un’area food & drink ed una zona relax.
Un importante servizio di viabilità e parcheggio sarà allestito e coordinato all’interno delle strade comunali del paese. Bauladu, è inoltre facilmente raggiungibile dall’esterno e questo gioca nettamente a favore della riuscita dell’evento. La sua posizione strategica, a pochi metri dalla strada statale 131 offre un’ottima garanzia per la partecipazione del pubblico extra-comunale, provinciale e regionale. Com