Sergio Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione per il crack del gruppo agroalimentare Cirio. 4 anni per l'ex presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi.
I giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma hanno riconosciuto la colpevolezza anche del genero dell'ex patron della Lazio, Filippo Fucile, per il quale è stata stabilita una pena di 4 anni e 6 mesi. Per Andrea Cragnotti la condanna è stata di 4 anni, per Elisabetta e Massimo, invece, di 3.
Le richieste dei pubblici ministeri erano state più severe. Per Cragnotti era stata chiesta una condanna a 15 anni, mentre per Geronzi erano stati sollecitati 6 anni.
Il Tribunale di Roma ha assolto Giampiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, e la moglie di Sergio Cragnotti, Flora Pizzichemi, per "non aver commesso il fatto" nell'ambito del processo per il crac Cirio. Nei loro confronti la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione
Provvisionale da 200 milioni di euro. E' questo il risarcimento che dovrà essere versato dalla Unicredit, quale responsabile civile, e dagli imputati riconosciuti colpevoli, per il crac di Cirio. I fondi dovranno essere messi a disposizione dell'amministrazione del gruppo agroalimentare, rappresentata dall'avvocato Nicola Madia. A stabilirlo sono stati i giudici della I sezione del tribunale penale di Roma, che hanno deciso anche il risarcimento per le spese di giudizio sostenute dalle altre parti.
"Resto tranquillo perché continuo a ritenere di avere agito correttamente, nell'ambito delle responsabilità statutarie, esercitando il compito proprio, naturale del banchiere, senza commettere alcun illecito. Diversamente, in casi della specie, la funzione di ogni banchiere resterebbe paralizzata". Così Cesare Geronzi commenta con l'ANSA la sentenza di condanna.
"Credo che per l'appello abbiamo elementi fondati con cui far riconoscere la nostra volontà di un progetto industriale non andato a buon fine. All'inizio si parlava di un tesoro nascosto chissà dove nel mondo, invece - commenta Sergio Cragnotti con Radio 24 - credo che i giudici abbiano riconosciuto che dietro il crac c'è stata una grossa responsabilità di un sistema che non ha portato avanti le pretese di un imprenditore: si voleva portare l'agricoltura italiana nel mondo".