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Carceri: Sdr, a Buoncammino anche gigante alto 2 metri e 10 cm

“Una condizione insostenibile in un ambiente reso ancora più difficile dal sovraffollamento e dal caldo. E’ impossibile per chiunque subire senza conseguenze la quotidiana tortura di non riuscire a dormire nella propria casa su un normale letto, figuriamoci per una persona, affetta da gigantismo, privata della libertà costretta a condividere una branda a castello”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” con riferimento a un cittadino extracomunitario, originario della Mauritania, alto 2 metri e 10 centimetri, detenuto attualmente nel carcere di Cagliari Buoncammino. L’uomo dapprima ricoverato nel Centro Diagnostico Terapeutico essendo giunto dalla Colonia Penale di Mamone (Nuoro) in seguito a una crisi nervosa, è stato successivamente alloggiato in una cella con altri cinque ristretti.

“L’handicap dell’altezza, del tutto fuori dell’ordinario, rende di fatto – sottolinea Caligaris - la permanenza incompatibile con una struttura penitenziaria come quella di Buoncammino. Oltre all’impossibilità di disporre di un letto adeguato alle sue dimensioni, che lo costringe a dormire rannicchiato o addirittura a terra, vi sono problemi legati sia all’uso degli spazi della cella sia a quelli comuni, al vestiario, alle scarpe, introvabili per la misura, e perfino per l’alimentazione che dovrebbe essere anch’essa adeguata alle sue necessità”.

 “Il detenuto – afferma ancora la presidente di SDR – chiede da tempo di essere trasferito in un Istituto Penitenziario del Piemonte regione, dove risiedono alcuni parenti. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dovrebbe accogliere la richiesta, nel frattempo però sarebbe opportuna una temporanea collocazione in una Colonia Penale dove le condizioni di ospitalità e di vita quotidiana sarebbero per lui più accettabili”.

 “Stupisce tuttavia che per gli affetti da gigantismo, pur essendo incompatibili, non accada ciò che è previsto per le persone gravemente obese o per i portatori di pesanti handicap per i quali sono previste – conclude Caligaris – misure alternative alla detenzione in carcere”. Red