Si è chiusa ieri, sabato 2 luglio, con la proclamazione dei vincitori, la VI edizione del Sardinia Film Festival, il premio internazionale di cortometraggi organizzato dal Cineclub Sassari Fedic. Dopo la riunione, di mattina, della Consulta dei Cineclub Sardi per fare il punto sulla situazione del cinema nell'Isola, l'ultima giornata è entrata nel vivo a partire dalle 21.30. Alla serata ha preso parte, in rappresentanza del Comune di Sassari, l'assessore al Patrimonio Vinicio Tedde. Dopo aver consegnato a Piero Livi, decano dei registi sardi e coordinatore della giuria 2011, la tessera al Cineclub d'Onore Fedic, Tedde ha sottolineato «l'importanza di una manifestazione di qualità come il Sardinia Film Festival per una città come Sassari che aspira a ritornare culla della cultura come in passato». Per Tedde, «il Festival meriterebbe di più. Purtroppo, però, le finanze sono sempre di meno, e a volte si è costretti a sacrificare la cultura in favore delle politiche sociali». Il presidente del Cineclub, Carlo Dessì, ha ringraziato il pubblico e ha ricordato la petizione, promossa dalla sua associazione insieme al Nuovo Circolo del Cinema e all'U.C.I., per la nascita di una Cittadella del Cinema, per la quale sono già state raccolte oltre 300 firme.
Poi è iniiata la premiazione dei corti scelti dai giurati Francesco Bellu, Fabio Canessa, Maria Cristina Capoini, Renato Quinzio, Jacopo Tantaro e Alessio Trerotoli, coordinati dal decano dei registi sardi Piero Livi:
Fiction internazionale: “Esto es un revolver” (Francia) di Pablo Gonzalez, premiato per la modalità con cui impiega le caratteristiche di genere attingendo dalla realtà sociale e drammatica di una città sudamericana che costringe l’uomo a piegarsi alle regole della violenza e della prevaricazione nei confronti dei propri simili.
Fiction nazionale: “L’altra metà” di Pippo Mezzapesa, premiato per la capacità di raccontare in maniera toccante ma non banale l’incontro di due solitudini, valorizzato dalle interpretazioni dei due protagonisti che restituiscono il senso di difficoltà e la dignità dell’essere anziani.
Menzione speciale fiction nazionale: “Garibaldi senza barba” di Nicola Piovesan. Per l’ironia e l’originalità della sceneggiatura.
Menzione speciale all’attore Nicola Calligari, interprete di “La pagella” (Italia) di Alessandro Celli. Per la spontaneità e l’incisività della sua interpretazione.
Documentario: ex equo a “Blue rinse” (Irlanda) di Matt Leigh, per il modo in cui racconta uno spaccato di vita con un taglio cinematografico essenziale che coglie il piacere e la semplicità di una conversazione in un ambiente quotidiano, e a “Lo chiamavano Zecchinetta” (Italia) di Nicola Palmieri. Per il ritratto affettuoso, malinconico e al tempo stesso sopra le righe di un artista che rappresenta parte del nostro bagaglio popolare.
Sperimentale: The addiction trilogy (Germania) di Harald Schleicher. Per l’utilizzo innovativo della tecnica del Found Footage e la capacità di creare nostalgia nello spettatore attraverso l’utilizzo e l’iterazione di classici cinematografici legati da un tema comune.
Animazione: “Les bessones del carrer de Ponent” (Spagna) di Marc Riba e Anna Solanas. Favola nera su un’infanzia negata in grado di combinare contenuti forti ed originali in relazione ad un’elevata qualità tecnica dell’animazione, per la cura dei dettagli e i suoi risvolti psicanalitici.
Vetrina Sardegna: “Le regine di Austis” di Fausto Fais. Per la sua capacità di raccontare un vivo spaccato etnografico di una tradizione antica ma tutt’ora presente, facendoci entrare in intimità con i suoi personaggi.
Alla serata non era presente nessuno dei registi vincitori, ma molti di loro hanno inviato un messaggio scritto o un video di ringraziamento. Per Pippo Mezzapesa, ha ritirato il premio di 300 euro e l'attestato l'attore Cosimo Cinieri, il quale ha ricordato come«questo giovane regista sia in grado di dirigere magnificamente gli attori. Lavorare con lui e con Piera degli Esposti è stato un incontro d'anime». Nicola Piovesan, regista di “Il garibaldi senza barba” si è scusato per non aver potuto lasciare la sua «appiccicosa Milano» e ha ringraziato la giuria, perchè «questo riconoscimento dimostra come un film assurdo e demenziale come il mio possa piacere pur senza parlare di amore o di vacanze di Natale». In un video messaggio, Nicola Palmieri, regista di “Lo chiamavano Zecchinetta”, e sardo da parte dei nonni, ha ricordato il caratterista sardo «Tiberio Murgia, anche lui abituato a recitare la parte del siciliano, proprio come il mio protagonista Tano Cimarosa». Franco Fais, autore del documentario “Le regine di Austis”, e il giovanissimo attore Nicola Calligari (“La pagella”) hanno ringraziato i giurati con un video messaggio. Poi Carlo Dessì ha ricordato che uno dei film in concorso al Sardinia Film Festival Festival, “Deu ci sia” di Gianluigi Tarditi, interpretato dall'attore sassarese Mario Olivieri, ha vinto, venerdì scorso, i Globi d'Oro come miglio cortometraggio.
Subito dopo la premiazione, il pubblico ha potuto assistere all’ultimo evento speciale di quest’anno: la proiezione di “Jody delle giostre”, alla presenza del regista Adriano Sforzi. Il cortometraggio, realizzato nel 2010, è stato finanziato dal Ministero dei Beni Culturali come film di interesse culturale nazionale e ha vinto il David di Donatello 2011. Ispirandosi ai suoi primi 15 anni di vita, Sforzi racconta la vita nomade di una famiglia di giostrai, dal punto di vista di un bambino. Adriano Sforzi, che a giorni diventerà papà per la seconda volta, ha parlato del suo rapporto privilegiato con i sardi: «ho studiato a Bologna e lì ce n'erano davvero tanti, tra gli altri il mio compagno di casa» ha ricordato, e ha espresso il desiderio di ritornare al Sardinia Film Festival, magari per presentare, naturalmente fuori concorso, il suo primo lungometraggio, “Tarzan Soraya” le cui riprese inizieranno nel 2012.