Press "Enter" to skip to content

Cappellacci e Manca: occorre coesione sociale, da Istat primi segnali positivi su azione Regione

"Sulle azioni per il lavoro occorre uno sforzo straordinario di coesione sociale e di buona volonta' e concentrare l'attenzione sulle azioni concrete da porre in essere". E' il commento del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dell'assessore del lavoro, Franco Manca, alle dichiarazioni dei vertici sindacali sulle politiche per l'occupazione. " Pensiamo a iniziative come il Piano straordinario del lavoro, frutto di un lavoro di dialogo con i sindacati,  che non puo' certo  essere disconosciuto dagli stessi.

Si tratta di un programma di azioni che comunque possono iniziare a invertire la tendenza negativa che ci siamo trovati dall’inizio del mandato. La Regione - hanno aggiunto Presidente e Assessore -  sta mettendo in campo anche altre iniziative che stanno riscuotendo l’interesse (silenzioso, ma concreto) dei diretti destinatari, cioè lavoratori, disoccupati, di chi beneficia di ammortizzatori sociali, delle imprese. Ad esempio, il recente bando Promuovidea per giovani e disoccupati; il bando Lunga estate per stabilizzare e garantire occupazione nel turismo anche al di là dell’estate (solo nel primo giorno dalla sua pubblicazione sono arrivate più di 200 domande); gli accordi da 12 milioni di euro per garantire sussidi straordinari anche a chi non usufruisce di tutele sociali e da 50 milioni per concedere o prorogare trattamenti di cassa integrazione in deroga, mobilità o disoccupazione speciale; gli sgravi fiscali per le imprese contenuti nei Poic (Programmi operativi per l’imprenditorialità comunale); il bando sull’apprendistato professionalizzante che coinvolgerà tra le 500 e le 700 imprese sarde.

Si ricordano anche, a favore dei giovani, il bando sull’Alta formazione e i percorsi di rientro del programma Master and back il finanziamento da 10 milioni di euro per tirocini a favore di disoccupati. Tutti provvedimenti che sono una prima risposta che non puo' certo essere ignorata. Bene sarebbe, e auspicabile, che in un momento come questo si lavorasse uniti  per rilanciare la nostra economia".

“In un momento in cui si assiste a una prima ma positiva e significativa inversione di tendenza sul mercato del lavoro in Sardegna  tutti dovrebbero avere il coraggio -osservano Cappellacci e Manca - di ammettere, senza trionfalismi ma allo stesso tempo senza pregiudizi, che evidentemente da due anni a questa parte gli interventi e i tanti provvedimenti della Regione per rilanciare l’occupazione stanno portando i primi risultati. I sindacati scelgono ancora una volta l’iniziativa di piazza per lanciare l’allarme occupazione in Sardegna. Quale occasione migliore per illustrare interamente tutti i dati diffusi qualche giorno fa dalla Banca d’Italia e ieri dall’Istat? Siamo solo all’inizio ma non può essere negato né nascosto che il mercato del lavoro nell’Isola ha ripreso fiato dopo il disastro del triennio 2007-2009. E il segno “più” sull’occupazione dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto in uno scenario in cui le principali variabili economiche non sono positive.

Il rapporto 2011 della Banca d’Italia attesta che cresce il numero degli occupati (+0,2%, dopo la riduzione del 3% nel 2009), l’Istat da una parte afferma che, nel primo trimestre del 2011, si assiste a una crescita dell'occupazione di 17mila unità e dall’altra a una diminuzione del tasso di disoccupazione (dal 14,7% dell'ultimo trimestre 2010 al 13,5% al 13,5% dei primi tre mesi 2011), tra l’altro al di sotto della media del Mezzogiorno (14,1%). Anche la disoccupazione giovanile nel 2010, rispetto all’anno precedente, è scesa di sei punti percentuali, fermandosi al 38,8 per cento. Infine, sempre l’Istat ci dice che con un +3%, le donne sarde sono più occupate. Questi sono numeri ci inducono - concludono il Presidente della Regione e l'assessore del Lavoro - ad essere cautamente ottimisti, pur nella consapevolezza che siamo solo all’inizio di un percorso sempre difficile che sarebbe ancora meno tortuoso se da parte di tutti, sindacati in primis, si mettesse la coesione sociale come elemento base e sostanziale per lavorare a migliorare ulteriormente questi dati”. Red-