I dati del SIL non raccontano un mercato del lavoro all’insegna del precariato, ma un mercato vitale che reagisce con vivacità ai segnali positivi provenienti da alcuni settori economici trainanti.
Lo afferma il direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro, Stefano Tunis, commentando i dati relativi all’occupazione in Sardegna nel primo trimestre 2011.
La capacità dei lavoratori e delle lavoratrici sarde di interpretare questa congiuntura economica anche con la disponibilità a contratti a tempo determinato, non è sintomo di precarizzazione del mercato del lavoro, bensì di volontà di assecondare i cambiamenti positivi dell’economia sarda.
I contratti a tempo determinato, così come gli altri strumenti di flessibilità, agevolano l’inserimento in settori come quello turistico e del terziario in genere, la cui crescita rappresenta la migliore opportunità di stabilizzazione della propria professionalità, a differenza dell’illusione di impieghi in settori non più in crescita.
In riferimento alla precarietà dell'occupazione è doveroso precisare che la percentuale dei contratti a tempo determinato attivati in Sardegna nel primo trimestre dell'anno risulta essere in linea con quanto avveniva in passato e anche con quanto avviene nel resto del territorio nazionale. Questo dato rappresenta ormai un elemento strutturale e consolidato in tutta l’economia nazionale. Red