La seduta del Consiglio regionale è stata aperta dalla presidente Claudia Lombardo. In merito all'ordine dei lavori è stata data la parola al capogruppo del Pd, Mario Bruno, che ha subito denunciato il grave danno che la Sardegna dovrà affrontare con l'approvazione, da parte del Governo Berlusconi, dell'art. 21 della Manovra sul risanamento della finanza pubblica.
L'esponente del Partito Democratico ha parlato di un taglio complessivo per la Regione, le province e i comuni oscillante tra il miliardo e il miliardo e settecento milioni di euro nei bilanci 2013 e 2014: "La Sardegna rischia di pagare il prezzo più alto. E' un taglio dalle dimensioni insostenibili, di proporzioni gigantesche, uno schiaffo all'Autonomia". Bruno ha accusato il presidente della Giunta Ugo Cappellacci di stare in in silenzio e ha chiesto che sia presente alla riunione di oggi del Consiglio dei Ministri, così come prevede lo Statuto speciale, per rivendicare ciò che spetta all'Isola. Il capogruppo Pd ha poi elencato le risorse che il Governo non ha versato: i due miliardi all'anno della vertenza entrate, i fondi Fas regionali scesi a quota due miliardi, la perdita degli oltre 4 miliardi dei fondi Fas nazionali. Bruno ha chiesto che subito il Consiglio regionale affronti il problema per arrivare al voto su un ordine del giorno.
La presidente Lombardo ha ricordato che occorre modificare l'ordine dei lavori o con l'unanime assenso dei capigruppo o con una votazione dell'Aula con maggioranza qualificata. Carlo Sanjust (Pdl) approfittando della presenza dell'assessore al Lavoro Franco Manca, ha chiesto se poteva esserci la possibilità di un chiarimento sulle notizie di stampa pubblica relativamente al bando Promuovidea. Anche in questo caso la presidente Lombardo ha ricordato la necessità di seguire le procedure. E' stato poi il capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, Luciano Uras, a chiedere la convocazione della Conferenza dei capigruppo. La richiesta è stata accolta e la seduta è stata sospesa.
Alla ripresa dei lavori è stata aperta la discussione generale sul Pl 286 presentata da Giuseppe Luigi Cucca (Pd). Nessuno ha chiesto di intervenire e si è quindi proceduto alle votazioni. E' stato approvato il passaggio agli articoli, l'emendamento sostitutivo parziale 1 all'art. 1 e lo stesso articolo. Con l'emendamento 2 è stato creato l'art. 1 bis sull'entrata in vigore il giorno della pubblicazione della legge sul Buras. Al voto conclusivo i favorevoli sono stati 60 e tre gli astenuti. La legge ha modificato le disposizioni transitorie della L. 11/2008 prorogando al 31 marzo 2012 la decadenza della durata in carica degli attuali componenti del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni). Inoltre, è stata soppressa l'eventualità di una proroga straordinaria qualora il mandato vada a concludersi nei tre mesi antecedenti il termine ordinario della legislatura regionale.
I lavori del Consiglio sono proseguiti con l'esame del Documento 14/A Corecom - Programma delle attività per l'anno 2011 (Trasmissione ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale 28 luglio 2008, n. 11).
La presidente Lombardo ha dato la parola al relatore del documento, la consigliera del Pdl Simona De Francisci. "Abbiamo appena approvato una leggina - ha esordito - che pone rimedio alla vicenda paradossale del Corecom, che vede i suoi componenti, eletti a gennaio, in scadenza a settembre". La proroga stabilita è marzo 2012. De Francisci ha illustrato i lavori portati avanti dalla Seconda commissione, che il 28 aprile scorso ha espresso all'unanimità il parere di competenza sul programma di attività del Corecom, presentato oggi all'Assemblea legislativa per la sua approvazione. Il programma contiene la descrizione delle principali attività svolte dal Comitato nell'ambito delle funzioni consultive, di vigilanza e in tema di comunicazione. "La Commissione - ha continuato De Francisci - ha valutato positivamente l'accoglienza, da parte del Corecom, della richiesta di rimodulare il bilancio preventivo con una riduzione di 60 mila euro su un totale di 260 mila, previsto inizialmente". In chiusura la consigliera di maggioranza si è augurata che il Corecom "possa, in tempi brevi, svolgere a pieno titolo le competenze che la legge regionale n.11 del 2008 gli attribuisce, comprese quelle delegate, per consentire finalmente alla Regione di disporre di uno strumento di garanzia nel settore delle comunicazioni e di tutela degli utenti".
Il presidente della Seconda commissione, Silvestro Ladu (Pdl), ha espresso la propria soddisfazione per il documento esitato dalla commissione Informazione perché "mette la Sardegna nella condizione di avere a disposizione un organismo di consultazione molto importante, anche per quelle competenze fino ad oggi esercitate a livello nazionale". Ladu ha quindi ricordato che la commissione sta lavorando a una legge sull'informazione che stabilirà definitivamente le competenze regionali in materia. "Spero - ha concluso - che prima dell'estate si possa esitare questa legge, che servirà alla Regione per esercitare a pieno la sua autonomia e le sue competenze".
La presidente Lombardo ha quindi dato lettura dell'ordine del giorno con cui il Consiglio regionale ha approvato il documento n.14/a con le modifiche proposte dalla Seconda commissione. Il documento è stato messo in votazione con voto elettronico palese ed è stato approvato con 50 voti favorevoli e tre astenuti.
Si è poi aperta la discussione sulla mozione 132 sulla grave crisi sociale, economica e ambientale dei territori di Perdasdefogu e di San Lorenzo (Villaputzu). La mozione impegna la Giunta regionale a garantire adeguati stanziamenti per far fronte alle difficoltà socio-economiche dei territori interessati; a richiedere allo Stato l'immediata erogazione dei contributi della legge 104 del 1990; a convocare immediatamente il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per approfondire e valutare la difficile situazione socio-economica. La mozione è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere del Pd Franco Sabatini che ha esordito riconoscendo ai cittadini della zona di Quirra il diritto a essere informati e a "conoscere la verità, senza che questa sia strumentalizzata". Secondo Sabatini, infatti, un conto è "parlare di salute pubblica e diritto alla salute, un altro di servitù militari in Sardegna". Da un lato c'è la difesa dello Stato, a cui il consigliere dell'opposizione riconosce legittimità, precisando di non essere antimilitarista; dall'altro però c'è "l'insopportabile peso delle servitù militari in Sardegna", un aggravio che va riequilibrato. Sabatini ha ricordato che "da anni i cittadini del Sarrabus e dell’Ogliastra domandano allo Stato se possano vivere in sicurezza nel loro territorio". Una domanda 'legittima', davanti alla quale il silenzio dello Stato e della politica è definito "vergognoso", ma che secondo Sabatini non giustifica la "strumentalizzazione della salute pubblica per portare avanti battaglie ideologiche, basate su notizie senza base scientifica".
Il consigliere ogliastrino ha insistito sui danni economici patiti dalle popolazioni locali a causa anche di una "vergognosa campagna mediatica", spingendosi fino a parlare di "sciacallaggio". C'è stata anche una critica all'indagine dei due veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, che ha dato il via all'apertura di un'inchiesta da parte della magistratura ogliastrina, definita - secondo Sabatini - da "tutti gli esperti, priva di verificabilità scientifica". Mentre altre indagini di maggiore credibilità non si sarebbero potute concludere per mancanza di fondi. "Dopo i provvedimenti di sgombero del bestiame, il blocco totale delle vendite dei prodotti agricoli e il calo delle prenotazioni turistiche, il clima si è surriscaldato. Ecco perché - ha detto - ho voluto proporre questa mozione urgente" con la quale si chiede "maggior attenzione di fronte a uno Stato che latita. Serve - ha concluso - un’azione coordinata e responsabile di questo Consiglio. E un'azione incisiva della Giunta regionale".
L'interpellanza 237/A è stata illustrata dal primo firmatario, Mario Bruno (capogruppo del Pd), che ha sottolineato la necessità che l'indagine epidemiologica sui territori sardi interessati da attività militari, e per l'area del poligono del Salto di Quirra, sia svolta modificando radicalmente la composizione della commissione e del comitato scientifico previsti dal decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale n. 26 del 17 maggio 2011.
Secondo Bruno la Commissione non ha tenuto in alcuna considerazione delle due mozioni, approvate nella seduta del 19 gennaio 2011, in Senato sulla situazione del poligono del Salto di Quirra. Quella proposta dal senatore Scanu faceva riferimento all'avvio di un'indagine sanitaria ed epidemiologica tendente ad accertare natura, entità, incidenza e prevalenza delle patologie tumorali e malformative e della mortalità individuandone le determinanti causali. "Ad analoghe conclusioni - ha proseguito nella sua illustrazione Bruno - è pervenuta anche la commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, che in più di un'occasione, e anche nel sopralluogo svolto in Sardegna il 29 e 30 marzo 2011, ha caldeggiato l'avvio di un'indagine epidemiologica a carattere sistematico per l'area del Salto di Quirra, nella consapevolezza che le pur apprezzabili indagini finora svolte hanno carattere prevalentemente descrittivo e non rappresentano in modo compiuto ed esauriente la situazione sanitaria del territorio e i rischi potenziali per la salute umana e degli animali derivanti dall'attività militare svolta nel poligono. La Regione non è giuridicamente vincolata da queste mozioni, ma - secondo Bruno - deve tenerne conto per affrontare con mezzi adeguati la situazione di grave allarme sociale che si è determinata soprattutto in relazione alla cosiddetta sindrome di Quirra".
Il capogruppo del Pd ha anche espresso perplessità per la decisione di affidare il coordinamento del comitato scientifico al Dipartimento di statistica dell'Università di Firenze.
Bruno inoltre, rivolgendosi all'assessore regionale della Sanità Antonello Liori, ha chiesto se "non si ritenga di dovere modificare la composizione della commissione presieduta dall'Assessore della difesa dell'ambiente che nel suo attuale assetto, fermo restando l'apprezzamento per la competenza e le indiscusse capacità professionali delle persone chiamate a farne parte, appare ispirata ad un criterio del tutto estraneo a una corretta visione dell'autonomia che dovrebbe individuare nell'ente regionale il centro promotore dell'attività di ricerca, in grado di avvalersi delle migliori competenze sia a livello regionale sia nazionale ed europeo, intendendosi per tali quelle idonee a consentire il perseguimento degli obiettivi determinati in sede politica".
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha quindi aperto la discussione generale. Il primo a intervenire è stato Chicco Porcu (Pd): "Hanno fatto bene Sabatini e Bruno a portare nuovamente in aula questo argomento". Per l'esponente del Pd bisogna ragionare soprattutto sul riequilibrio delle servitù militari. "Una materia su cui la Giunta è assente e oggi è assente anche il presidente Cappellacci. Chi come me ritiene indispensabile il riequilibrio dei centri addestrativi in Sardegna, che sottraggono territorio sardo che potrebbe essere destinato a modelli di sviluppo alternativi, vede con preoccupazione chi provoca allarmismi, perché non agevola l'eliminazione delle servitù militari. Ho presentato un emendamento - tra l'altro al Collegato Finanziaria che prevedeva l'analisi socioeconomica fatta da un soggetto terzo che facesse un bilancio su costi e benefici della presenza militare in Sardegna. In modo che quel dato sia portato al tavolo del governo in una rivendicazione nell’ottica del federalismo".
"Non va fatto allarmismo, ma vanno date informazioni certe e scientifiche. Una cosa è certa: nel poligono - ha affermato Porcu - ci sono zone altamente inquinate, ma sono zone localizzate e non legato all'attività del poligono. In queste zone vanno fatte le bonifiche. Su questo tema va fatta chiarezza, e comunque i dati dicono chiaro che non sono stati trovate tracce di uranio impoverito in quella zona". Per l'esponente del Pd "c'è un vuoto politico su questa materia e non riguarda solo la comunità di Villaputzu, ma tutta la Sardegna e il suo modello di sviluppo. Spero che oggi questo argomento ci veda uniti affinché la Giunta prenda una posizione sulle servitù militari forte con il Governo".
Il vicepresidente Giuseppe Luigi Cucca ha dato la parola a Claudia Zuncheddu (Sel-Comunisti-Indipendentistas). A suo avviso occorre che la politica sarda si costituisca parte civile contro lo Stato per arrivare alla quantificazione dei danni e al risarcimento delle comunità locali. Ha accusato il Consiglio regionale di essere rimasto in silenzio davanti all'allontanamento dei pastori da Quirra disposto dalla magistratura. La Zuncheddu non esclude che i politici isolani siano succubi o complici dello Stato italiano. "Non è compito della Regione pagare i danni"provocati da altri e - ha aggiunto - qui c'è la volontà di non voler cambiare le cose"perché sarebbe doveroso imporre la sospensione delle esercitazioni militari almeno in virtù dei princìpi di precauzione previsti dal diritto internazionale davanti ad una minaccia irreversibile per l'ambiente e la salute".
Per la Zuncheddu, i veterinari che hanno rilevato l’elevata mortalità nella zona di Quirra sono stati 'criminalizzati'. Ha poi suggerito che, davanti a nuove indagini ritenute ormai inutili, la Regione stabilisca il prelievo midollare nella macellazione degli animali: "Ci consentirebbe di rilevare il danno potenziale". Infine la consigliera regionale ha ricordato che sono svaniti nel nulla i fondi nazionali del 2007 per le bonifiche e gli accertamenti sanitari.
Michele Cossa (Riformatori Sardi - Liberaldemocratici) ha detto che il caso Quirra appare come un esempio interessante di psicosi collettiva che "si traduce nella devastazione di un territorio che non ne aveva bisogno". La reticenza del Ministero della Difesa non ha aiutato perché ha alimentato i sospetti sul fatto che ci fosse qualcosa da nascondere di pericoloso per la popolazione. Cossa si attende di sapere presto la verità, senza atteggiamenti ideologici da parte della politica, ma ha contestato il "bombardamento mediatico" e "un irresponsabile eccesso di protagonismo di alcuni dipendenti dell’Asl di Lanusei" per aver divulgato una relazione limitata ad un’area circoscritta e scarsamente abitata. L'esponente dei Riformatori ha citato il conseguente tracollo economico nel turismo e nella produzione lattiero-casearia: "Dovremmo imparare ad adottare le massime cautele nella verifica dei fattori di rischio". Infine, Cossa, auspicando che si cancelli ogni ombra di dubbio, ha aggiunto che non bisogna criminalizzare situazioni che possono, invece, essere una opportunità di sviluppo: in particolare nell’uso del poligono per ricerche civili, coinvolgendo Vitrociset, Cnr e le Università sarde.
Un invito a dare una forte accelerata alle indagini scientifiche che permetteranno di prendere forti decisioni è stato fatto da Tarcisio Agus (Pd). Ha ammesso di essere preoccupato per le difficoltà da affrontare a causa dei forti interessi che ci sono in campo. Tra l'altro, nell'attuale momento di crisi economica, lo stesso contributo annuale destinato ai comuni sottoposti a servitù militare diventa un argine benché il prezzo da pagare sia alto: "Non sarebbe male pensare ad una riconversione civile anche se oggi non garantisce occupazione e reddito. E' sicuramente un problema politico". Agus ha valutato il problema anche sotto l'aspetto ambientale citando come esempio la base di Capo Frasca, negli anni affittata alle forze aeree militari di tutto il mondo per le esercitazioni di tiro e dove, oltre ai residui di missili e proiettili dispersi, si presume sia rilevante l'inquinamento elettromagnetico.
Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha detto: "E' vero che molto deve essere accertato, ma non possiamo bluffare. Di fronte alla salute dei sardi non possiamo scherzare. Non è letteratura noir. Ci sono cose vere e dimostrate". Ha ammesso che, davanti alla sofferenza economica, i territori poveri difendono quanto hanno con le unghie e con i denti, ma non per questo non ci si deve preoccupare per quanto sta accadendo a Quirra e in altre zone militari. Sechi ha criticato "la prudenza eccessiva che ci rende complici di una situazione che non si vuole modificare". Ribadendo la contrarietà del suo gruppo alle presenze militari perché la Sardegna è terra di pace e di accoglienza, Sechi ha aggiunto: "E' arrivato il momento che le istituzioni sarde dicano la parola fine", affrontando il problema, respingendo le imposizioni del Governo italiano e lavorando per garantire uno sviluppo alternativo a chi, per anni, ha convissuto con le servitù militari.
E' poi intervenuto Angelo Stocchino (Pdl): "La mozione Sabatini sul caso Quirra ci consente di parlare di un problema che sta diventando drammatico per l'Ogliastra e per la provincia di Cagliari. Un problema che arriva da lontano e su cui non è stata ancora fatta chiarezza. Noi per primi vogliamo capire se questi 12mila ettari di territorio, che rientrano per il 70 per cento in Ogliastra e per il 30 per cento nel Cagliaritano, sono fruibili dalle persone e dagli animali. Nel contempo devo elogiare la Asl di Lanusei e l'assessore della Sanità che ha dato incarico di eseguire analisi certe, che non erano mai state fatte in modo così approfondito. Spero che al più presto si possa riuscire a dare una risposta, anche se i campionamenti degli scorsi anni dicevano che il latte e le carni erano a norma, ovvero che erano prodotti doc".
Secondo Stocchino è in corso una "campagna mediatica un po' sconsiderata": "Credo che la magistratura debba andare a fondo, ma nei modi dovuti. Non è possibile che prima di avere notizie certe siano finite sulle prime pagine dei giornali notizie false che hanno sicuramente creato dei danni non quantificabili. Già molti agriturismo hanno avuto disdette importanti". Per l'esponente della maggioranza per far fronte al danno d'immagine e quindi economico subito da questi territori sarà necessario coinvolgere "nel modo dovuto i Ministeri della Difesa, della Sanità e del Turismo per rilanciare un territorio che veniva definito fino a poco tempo fa la terra dei centenari".
Secondo Renato Soru (Pd) esiste un problema di salute pubblica e uno di servitù militari, e non sono disgiunti tra loro. Su quanto concerne la salute pubblica, l'ex governatore della Sardegna ha puntualizzato che le difficoltà nel portare avanti gli accertamenti sono dovute a un accesso non facile nelle zone militari. Zone in cui, "non è che vige la legge 626 sulla sicurezza sul lavoro - ha detto - per ricordare al Consiglio che ci sono voluti anni di commissioni parlamentari d'inchiesta per avere poter attuare le verifiche sui territori militari. I risultati raggiunti sono quindi il frutto di una battaglia ("a cui io ho partecipato", precisa) e che oggi occorre mandare avanti continuando con le analisi. Su Quirra non ci sono ancora dati che restituiscano un quadro definitivo, ma per Soru è già eloquente il fatto che quelli parziali confermino come quel sito non è più una campagna incontaminata, ma quantomeno un sito industriale".
E ha ricordato per questo all'attuale presidente della regione che la legge n.898 (24 dicembre 1976) che regola le servitù militari "è una buona legge perché tiene conto delle esigenze delle regioni". Permette inoltre, attraverso la commissione paritetica di "dire no a una nuova servitù militare, anche chiedendo di discutere in Consiglio dei ministri un decreto con urgenza del ministero della Difesa".
Il capogruppo del Psd'Az, Giacomo Sanna, ha spiegato che il suo gruppo non ha sottoscritto la mozione n.133 "perché il rischio vero è che in quest'Aula ci si divida tra chi pensa che le battaglie ideologiche non abbiano significato e lo sciacallaggio mediatico di cui tutti abbiamo preso atto". Secondo Sanna è necessario chiedersi se i poligoni "hanno ragione di esistere in quest'Isola".
"Io credo che sia arrivato il momento che in quest'Aula si affronti per intero il problema dei poligoni. La prigionia di quelle comunità deve essere liberata da noi, trovando un sistema economico alternativo a quello militare". Sanna ha poi invitato i colleghi a sfruttare l'occasione data dall'intervento del procuratore di Lanusei per dare forza a un progetto di liberazione dei territori sardi che non avremo in un altro momento. La mozione - ha concluso - potrà anche chiudersi con un'approvazione unitaria, certamente senza il nostro voto, ma non approderà a nulla".
Il vicepresidente Giuseppe Luigi Cucca (Pd) ha sospeso la seduta. I lavori riprenderanno alle ore 16.00. Red.