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Consiglio regionale: Prosegue la discussione generale sulla mozione 132 (Quirra)

Tarcisio Agus (Pd) ha concordato sull’idea di Cossa riguardo alla riconversione delle strutture militari a uso civile, ma ha puntato sulla difficile situazione economica e sociale che si è creata in questo periodo dopo l’allontanamento dei pastori e delle popolazioni.

Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha posto l’accento sulle difficoltà che vivono le popolazioni che sono state allontanate dalle proprie zone: “Molto deve essere accertato, ma di fronte alla salute dei sardi non si scherza. Non si tratta di letteratura noir, ma di episodi accaduti realmente”. Secondo Sechi è necessario sollecitare prese di posizione “che mettano lo Stato di fronte alle proprie responsabilità”. Il consigliere dell’opposizione non ha dubbi: “Fuori i militari dalla Sardegna, via le basi perché l’Isola deve tornare a chi la abita, ai pastori, agli agricoltori, ai pescatori”.

Angelo Stochino (Pdl) ha voluto elogiare la Asl di Lanusei e l’assessorato regionale alla Sanità per aver recentemente commissionato analisi precise. Stochino ha poi fatto un appello alla magistratura che sta indagando su Quirra perché si impegni a evitare le fughe di notizie: “La magistratura ha il diritto e il dovere di indagare, ma nei modi e nei tempi dovuti. Non è possibile che prima ancora di avere i risultati delle analisi, sulla stampa venivano pubblicate notizie tendenziose”. Strutture turistiche al collasso, nessuna prenotazione”. Riguardo al coinvolgimento delle istituzioni nazionali Stochino ha affermato che “lo Stato si deve fare carico del problema”.

Renato Soru (Pd) ha incentrato il suo intervento sul ruolo centrale che dovrebbe avere il presidente della Regione sulle questioni attinenti alle servitù militari e ha ricordato le difficoltà incontrate in passato per poter avere voce in capitolo sui monitoraggi e le analisi nelle zone militari: “Ci sono voluti decenni per arrivare alle analisi dell’Arpas e ai suoi risultati, secondo i quali quel sito è diventato quantomeno un sito industriale, non più incontaminato”. Red