La seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza della presidente Claudia Lombardo, all'ordine del giorno l’esame del Dl 71/A presentato dalla giunta regionale in materia di organizzazione del personale dell’amministrazione. Proseguendo nella discussione generale la presidente Claudia Lombardo ha dato la parola a Pietro Pittalis, Pdl, presidente della Commissione Autonomia che ha licenziato il testo nel marzo 2010.
Pittalis si è detto concorde con chi ha definito il provvedimento come datato e non rispondente alle necessità attuali della macchina regionale, giustificando però i proponenti affermando che quando fu redatto, nel 2009, rispondeva a esigenze che in quel momento particolare si erano evidenziate e bene fece allora l’assessore a ipotizzare alcune modifiche alla legge 31 del 1998. Pittalis ha anche sottolineato che con interventi isolati non si può cambiare una legge e ha concordato con l’assessore agli Affari generali Mario Floris, che in diverse dichiarazioni ha sottolineato l’esigenza di una riforma organica della legge 31, auspicando che se davvero, come affermato dallo stesso assessore, la riforma della legge del 98 è in una fase compiuta, questa arrivi presto in aula e in Commissione.
Pittalis ha esposto i suoi forti dubbi sulla valenza di un testo che appare come un contenitore omnibus in cui vengono scaricati i circa 200 emendamenti che nel corso della discussione sul collegato, consiglieri e gruppi di maggioranza e opposizione hanno presentato. La giunta deve chiarire ha insistito il consigliere del Pdl - perché su questo ci sono molte aspettative.
Ma per Pittalis - la risposta non può essere semplicemente il ritiro del provvedimento perché ciò determinerebbe il rinvio a data da destinarsi di quegli emendamenti che però in alcuni casi rappresentano istanze nobili e urgenti. In merito alla discussione sul precariato, per Pittalis, non esistono precari di serie A e di serie B: se stabilizziamo allora stabilizziamo tutti. Non dobbiamo correre il rischio di licenziare “un provvedimento pasticciato, di bassissimo profilo e che risponderebbe a logiche clientelari, no a sanatorie indiscriminate. Concludendo il proprio intervento il presidente della Prima commissione ha aperto al confronto interno alla maggioranza e con l’opposizione: Siamo pronti ad accogliere il testo di riforma della legge 31 e aprire un ampio confronto con le forze politiche e i rappresentanti del comparto pubblico, siamo anche pronti a occuparci di questo provvedimento ma con il rigore che questa materia richiede.
Le stesse perplessità espresse dall’esponente della maggioranza sono state sottolineate e amplificate dal vice capogruppo del Pd, Giampaolo Diana che ha fortemente criticato il provvedimento definendolo datato. Secondo Diana si sarebbero potuti accelerare i tempi per far arrivare in Aula un testo di riforma condivisa della legge 31 e non metter mano a quella legge solo in alcune parti e in maniera disorganica. Diana ha però teso la mano: Noi siamo disponibili a discutere e confrontarci su questo dl, può essere l’occasione per tentare di completare un processo che riguarda il tema delle stabilizzazioni, ma senza dimenticare, affossare e dimenticare il ruolo della negoziazione contrattuale”. Diana ha poi posto alcuni interrogativi alla giunta e all’assessore Floris in merito alle cifre sui precari dell’amministrazione pubblica e sull’entità del fenomeno, sottolineando che non può considerato un precario della Regione chi è stato assunto dalle agenzie interinali. Per Diana è fondamentale, inoltre, che ci sia l’impegno della Regione per il blocco delle assunzioni con contratti atipici. Anche un altro esponente della maggioranza, Silvestro Ladu (Pdl) ha espresso forti preoccupazioni e contrarietà con il testo del Dl in esame: Non mi convince perché non c’è mai stato un confronto all’interno della maggioranza, il testo avrebbe dovuto prendere in considerazione i cambiamenti che sono avvenuti nella normativa in questi due anni. Anche Ladu ha sottolineato l’esigenza di una vera riforma: Avremmo dovuto affrontare il problema in una maniera più organica, non capisco l’accelerazione quando non c’è convinzione nemmeno all’interno della maggioranza. Si tratta di una legge difficile da emendare. Per l’esponente della maggioranza non si devono attuare interventi ad personam” e sarebbe più utile, prima di passare all’esame dell’articolato, fermarsi a riflettere e magari andare direttamente all’esame di una riforma della legge 31 del 1998.
Per Luigi Lotto (Pd) tanti colleghi hanno evidenziato il giudizio contrario verso un disegno di legge che tratta norme in materia di personale in presenza della nostra struttura amministrativa che avrebbe, invece, bisogno di una risposta organica.
Molte questioni presenti in questo testo - ha proseguito Lotto - sono anche necessarie, molte questioni necessarie non sono presenti. Il fatto che l’assessore competente non se la senta di far proprio un disegno di legge come questo la dice lunga. Secondo l’esponente del Pd il tema da affrontare è quello necessario per migliorare l’efficienza della macchina amministrativa. Se l’assessore ci farà una proposta, noi daremo il nostro contributo.Lotto ha affrontato poi la questione dei precari: Tante delle situazioni in esame sono certo di singole persone, ma si tratta anche di tanti lavoratori che da anni svolgono la loro attività come precari. E questo è inaccettabile. Secondo Lotto
per anni è stato criminalizzato il posto fisso e promossa la precarietà. Si diceva che il posto fisso fosse alla base di tutti i mali della poca produttività del nostro sistema. Nella pubblica amministrazione da tempo non si entra più per concorso e questo non va bene. E bene che si riconsideri che la precarietà non è un valore. La nostra Regione - ha proseguito Lotto - oggi ha tantissime presenze con rapporti di questo tipo. E partito qualche anno fa un processo di stabilizzazioni ma ci sono state anche molte disparità. Secondo l’esponente dell’opposizione chi ha acquisito diritti deve essere messo nelle condizioni di non chiedere a ogni Finanziaria una norma apposita. Ma bisogna mettere un termine. E un meccanismo che va interrotto: non si deve più assumere con assunzione diretta, tutti devono poter ambire ad avere un posto nella pubblica amministrazione.
Ha preso, poi, la parola Chicco Porcu (Pd): Mi ricollego alle parole di molti esponenti della maggioranza che non si ritrovano in questa legge e nell’attività di questa stessa maggioranza. Ladu ha detto: Se andiamo avanti di questo passo ci vorrebbe un emendamento per ogni dipendente regionale, mentre lo stesso assessore Floris ha affermato: E in gioco la credibilità del centrodestra. Quello che vogliamo capire è se stiamo discutendo la legge che abbiamo in mano o se nei prossimi giorni si trasformerà in altro. Per Porcu questo disegno di legge è una zattera in cui verranno caricati un’enormità di emendamenti che potrebbero modificare sostanzialmente il testo. Poi le critiche al centrodestra:
Questa è una maggioranza priva di iniziativa, riforme e strategie politiche. Trovo che anche questa norma rinuncia a svolgere un ruolo riformatore. Dopo 3 anni di centrodestra ci troviamo con una leggina che non interviene in maniera organica. Una legge assai deludente, che non ha respiro”.Tra i diversi appunti mossi al testo in discussione, Porcu ha citato la previsione dell’aumento della pianta organica, in particolare degli uffici di gabinetto, e l’istituzione di una Direzione generale della Comunicazione. “E’ una legge – ha proseguito - che è l’ennesima testimonianza della vostra incapacità. Servono azioni di riforme serie”. In conclusione Porcu, parlando di energia e della mancanza di programmazione della maggioranza, ha citato “l’ennesimo tentativo speculativo nel Golfo dell’Asinara che sarà oggetto di un’interrogazione”. Situazione causata, ha detto l’on. Porcu, dalle carenze della Regione.
Per il capogruppo dei Riformatori sardi – Liberaldemocratici, Pierpaolo Vargiu, una parte delle valutazioni dei colleghi dell’opposizione non possono non essere ascoltate anche alla luce della posizione espressa dall’assessore regionale del Personale “che ha detto più volte che considera il testo in parte superato e in parte non adeguato alle esigenze del momento”. Una legge che due anni fa era stata presentata a fronte di una situazione di emergenza, “ma dopo due anni – ha aggiunto Vargiu - è difficile dire che alcune delle norme siano ancora urgenti. E’ giusta, quindi, la richiesta di riflessione che ci arriva dalla minoranza”. Secondo il capogruppo dei Riformatori è necessario “in maniera laica arrivare a una legge che vada a incidere sull’organizzazione e sul personale, ma soprattutto sul miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa”. E poi ha aggiunto: “La domanda posta dal centrosinistra, che chiede se la legge risolva i problemi organizzativi in materia del personale, è lecita, e devo dire che leggendo il testo la risposta non può essere positiva. Io credo che abbia ragione il mio amico Chicco Porcu, che dice di asciugare questa legge quanto possibile teniamola in aula il meno possibile, per poi occuparci veramente di riforme, ragionando su come vogliamo che sia la Regione Sardegna. I suggerimenti della minoranza io li terrei in seria considerazione.
L’unico punto di questa legge su cui vale la pena aprire un ragionamento è il precariato. Da anni si parla di norme sul precariato e stabilizzazioni. Credo – ha proseguito Vargiu - che ormai siamo tutti consapevoli che non abbiamo ancora fatto una norma che risolva il problema del precariato né una norma che vieti di creare altri lavoratori precari”. Per Vargiu, però, per avere una Regione moderna sarà comunque sempre necessario un certo numero di lavoratori a tempo non indeterminato, per poter inserire nuove professionalità. “Dobbiamo cambiare la struttura della Regione sarda per risolvere i problemi della nostra Regione. Serve un accordo bipartisan per rendere la pubblica amministrazione efficiente”.
La parola poi al capogruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas Luciano Uras che ha ribadito l’opinione di alcuni di coloro che lo hanno preceduto: “Il Dl 71 è una scusa, è già stato archiviato. Dobbiamo parlare della massa di emendamenti sul personale. Il dl 71 è un vagone vuoto di contenuti”. Uras si è poi soffermato sulla questione delle riforme: “Un voto unanime di questo Consiglio si è dato mandato costituente, ora quel percorso è stato banalizzato e noi ci siamo chiusi ancora nel palazzo. Si deve ripartire da quel punto fermo che ci siamo prefissati, ma come forma organizzata della partecipazione popolare”.
Giulio Steri, Udc-Fli, ha riportato la discussione sull’argomento in esame, specificando l’urgenza di una serie di problemi “che non ammettono ulteriore ritardi”. Parlando a nome del proprio gruppo Steri ha ribadito, come già affermato nella relazione in apertura dei lavori, di essere “contrario a che la legge non venga trattata. E’ necessario individuare i problemi più pressanti e cercare le soluzioni”. Sulle riforme Steri ha annunciato la presentazione di una proposta di Costituente: “Siamo pronti a un percorso congiunto se ci saranno le condizioni, ma altrimenti presenteremo il nostro progetto di Assemblea costituente”.
In linea con gli interventi dei suoi colleghi della minoranza il capogruppo del Pd Mario Bruno che ha attaccato la maggioranza e la giunta insistendo sulle “divisioni e l’assenza di una strategia e di una linea unitaria, avete portato in aula un provvedimento senza un confronto interno”. Per Bruno “senza confronto e senza leader la maggioranza è allo sbando e ha portato all’esame del Consiglio un testo e degli emendamenti fantasma”. Per Bruno la soluzione è “tornare subito in Commissione per dare organicità al testo e trovare pochi punti essenziali da affrontare e risolvere”.
L’assessore regionale Mario Floris ha chiuso il dibattito generale sul DL 71. Per l’esponente della giunta si tratta di un Disegno di legge ormai datato che recepisce un coacervo di norme sospese. Dobbiamo riflettere – ha proseguito l’esponente della giunta regionale - che cosa è meglio nell’interesse dei dipendenti, dei cittadini e del popolo sardo. Chiarendo che le sue valutazioni non sono contro le aspirazioni dei dipendenti o una sfida nei confronti del consiglio regionale, Floris ha ribadito che il suo tentativo è quello di far comprendere lo stato dell’arte nel rapporto tra politica e amministrazione per assumere delle decisioni senza farsi trascinare dalle singole situazioni. Per Floris il DL 71 può trovare recepimento nel contesto dell’impianto generale. Si eviterebbe così la frammentazione della materia perché il disegno di legge nasce in un contesto limitato e circoscritto. Sarebbe necessario, invece, fare una riforma organica nell’interesse dei dipendenti e della Sardegna recependo anche i mutamenti avvenuti nella Pubblica amministrazione in Italia e nel mondo. Abbiamo bisogno – ha affermato - di imboccare la strada delle riforme. Come quella dell’organizzazione del personale che è un tassello che sollecita l’ impegno della giunta. Aprire contrapposizioni e solchi in questa materia tra maggioranza e opposizione non porta da nessuna parte. Su questo argomento è necessaria una visione bipartisan perché deve prevalere la volontà unanime di riforme e di progresso. Invece con questo provvedimento si perde di vista il progetto delle riforme e ci si limita alla politica dei “pannicelli caldi”. Dunque, un provvedimento vecchio e che non tiene conto delle nuove leggi nazionali. Per Floris è necessario evitare la difesa di qualunque feudo sia politico che amministrativo e bisogna puntare sulla valorizzazione del merito e delle capacità, sul miglioramento della qualità del lavoro, sulla razionalizzazione dei costi e delle risorse umane. Questo DL – ha concluso l’esponente della giunta - non risponde più a tale esigenze. Bisogna trovare nuovi modelli e nuovi strumenti
Dopo la replica dell’assessore Floris, è intervenuto Adriano Salis (capogruppo Idv) sull’ordine dei lavori. L’esponente dell’Italia dei Valori ha chiesto alla presidente Claudia Lombardo di sospendere i lavori dell’Aula, ritenendo una perdita di tempo andare avanti sul Dl 71 “dopo che lo stesso assessore Floris nella sua replica ha disintegrato il Dl 71”. “E’ fondamentale a questo punto – ha concluso Salis – che ci sia un chiarimento forte all’interno della maggioranza e che decida quale strada vuole percorrere”. La presidente Lombardo ha confermato che già nella conferenza dei capigruppo di questa mattina era stato deciso, una volta finita la discussione generale, di rinviare il voto al passaggio agli articoli del Dl 71 a martedì prossimo alle 13. La presidente ha poi convocato una conferenza dei capigruppo.