Dopo quello del Senato, arriva anche il via libera della Camera per l'introduzione delle cosiddette "quote rosa" nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e controllate.
Favorevoli tutti i gruppi parlamentari, mentre hanno dichiarato in aula la loro astensione i sei deputati Radicali eletti tra le fila del Partito Democratico. "Come Radicali siamo sempre stati contrari alle quote", ha spiegato Rita Bernardini. Con loro, in dissenso dai rispettivi gruppi, le deputate leghista Manuela Dal Lago e dell'Udc Luisa Capitanio Santolini.
I consigli di amministrazione e gli organi di controllo delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo dal 2015.
- In caso di inadempienza ci sarà una diffida da parte della Consob a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi; in caso di ulteriore inadempienza scatteranno un'ulteriore diffida di tre mesi e le sanzioni pecuniarie: da 100 mila a 1 milione di euro per i cda e da 20 mila a 200 mila per i collegi sindacali. Qualora le società non si dovessero adeguare entro i sette mesi concessi dalle due diffide scatterà la decadenza del consiglio d'amministrazione o degli organi di controllo.
La legge entrerà in vigore dopo un anno esatto dalla pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.
D'ora in poi nella composizione degli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate sui mercati, dovrà dunque essere riconosciuto almeno un quinto dei posti al genere femminile. In caso di mancato rispetto della norma sull'equilibrio di genere è stato introdotto un meccanismo sanzionatorio: prima di tutto sarà la Consob ad emettere una diffida nei confronti della società che non abbia rispettato le regole, affinchè si adegui entro il termine massimo di quattro mesi. In caso di inottemperanza è prevista una sanzione pecuniaria amministrativa piuttosto salata, da 100mila euro a un milione di euro, secondo criteri e modalità che saranno stabiliti da un regolamento Consob.
Contrari alla legge in tutto 27 parlamentari: "Il sistema delle quote - ha detto il deputato Pdl Andrea Orsini - lo considero illiberale e grave: lo Stato non può scegliere in tutto o in parte la composizione di cda societari. La libertà di impresa e i diritti di ogni cittadini, non sono divisibili: devono andare tutti nella stessa direzione che non è certo quella delle quote".
"Le quote - ha affermato in un appassionato intervento la presidente Fli della commissione Giustizia Giulia Bongiorno - sono oggi necessarie ma per prime le donne sanno e devono impegnarsi perchè siano transitorie e limitate: un momento di mero passaggio". "E' un grande giorno per il paese. Una grande occasione per dimostrare non siamo democrazia dimezzata. E' un testo condiviso, equilibrato, avanzato: mi onoro di averla proposta e portata avanti; è una legge epocale di cui ringrazio tutti: Governo, ministro Carfagna, gruppi parlamentari e le commissioni e le centinaia di donne che mi hanno sempre sostenuta", ha detto in aula Lella Golfo, deputata Pdl, coautrice con la Pd Alessia Mosca della proposta di legge approvata.
"Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato per questa legge: purtroppo i maschietti di questo Parlamento quando si tratta di 'tutelare' le donne si prodigano mentre quando si tratta di attribuire responsabilità di potere si tirano indietro ", ha detto dai banchi del Pd Paola Concia.