La vertenza che riguarda 62 lavoratori della Rockwool di Iglesias, fabbrica chiusa per delocalizzare le produzioni di lana di roccia in Croazia, va avanti da tempo ed è stata nuovamente affrontata dalla Commissione Industria del Consiglio regionale presieduta da Alberto Randazzo (Pdl). Nel pomeriggio è stata sentita in audizione una delegazione sindacale delle Rsu e delle segreterie di categoria del Sulcis-Iglesiente.
“Il nostro è un sos – ha detto Ignazio Pala (Femca-Cisl) – Siamo in alto mare. Vi chiediamo veramente una mano affinché si esca fuori da questo incubo. Ve lo dico da padre di famiglia”. Salvatore Cappai (Filctem-Cgil) ha sollecitato la possibilità che i lavoratori, tutti con professionalità diversificate, possano essere coinvolti in un’attività produttiva. I sindacati ritengono un passo avanti la proroga di sei mesi della cassa integrazione in deroga e l’avvio dei corsi di formazione professionale, ma, ha spiegato Antonino D’Orso (Femca –Cisl) occorre tracciare un percorso per favorire una continuità occupazionale a persone giovani (“il più anziano ha 45 anni”).
Va fatto uno sforzo ulteriore, ha aggiunto Gianluca Zurru (Uilcem), perché la formazione nel settore delle bonifiche sia effettivamente finalizzata alla ricollocazione delle maestranze. Si è fatto riferimento all’Igea, la società partecipata dalla Regione, come possibile destinazione dei lavoratori ex Rockwool.
Il presidente della Sesta Commissione Randazzo ha spiegato di voler sentire gli assessori regionali al Lavoro e all’Industria, oltre alla dirigenza delle stessa Igea. L’intenzione, “senza garantire miracoli”, è quella di approfondire, di avere tutte le carte in mano per arrivare ad una eventuale risoluzione unitaria e per cercare di trovare una soluzione fattibile.
Pietro Cocco (Pd) si è dichiarato d’accordo sull’ipotesi Igea anche perché è quanto mai urgente fare le bonifiche in quel territorio assorbendo tutte le professionalità di coloro che, tra l’altro, per buona parte erano arrivati alla Rockwool attraverso programmi di riconversione mineraria. Giampaolo Diana (Pd) ha sollecitato la Giunta a fornire lo strumento di programmazione per la riqualificazione delle aree minerarie dismesse. Solo così si potrà stabilire quante risorse finanziarie e umane serviranno.
Paolo Dessì (Psd’Az) ha chiesto chiarimenti sugli obiettivi dei corsi di formazione avviati; Alessandra Zedda (Pdl) si è soffermata sulle possibilità di assorbimento del personale da parte di altre partecipate regionali; Edoardo Tocco (Pdl) ha ricordato l’importanza di garantire dei risultati perché a chi aspetta un impiego, di tutto il resto importa ben poco.
Infine, Salvatore Corriga (Filctem-Cgil) ha voluto precisare: “Non vogliamo che Igea diventi un ricettacolo di disperati, ma un serbatoio di professionalità”. Ha poi concluso: “Perché tutti sono entrati in Igea e noi no?”. Red