Press "Enter" to skip to content

Tar Sardegna: domani esame ricorso su giunta regionale maschile

“Il ricorso al TAR contro la Giunta regionale senza rappresentanza di donne ha un alto valore simbolico. L’associazione SdR, che ha aderito all’iniziativa promossa dalla consigliera regionale Francesca Barracciu, sarà presente con una delegazione davanti alla sede del Tribunale Amministrativo per esprimere una particolare attenzione verso una questione sottovalutata”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di “Socialismo Diritti Riforme” con riferimento alla seduta del TAR che domani, mercoledì 29 giugno, esaminerà il ricorso, depositato lo scorso 26 novembre, con cui si chiede l’annullamento  del decreto con il quale il Presidente della Regione Sardegna ha nominato componenti della Giunta esclusivamente rappresentanti di sesso maschile.

“L’iniziativa – sottolinea Caligaris -  è e resta un segnale forte della società nei confronti di un atto discriminatorio che umilia, negandole, le competenze e professionalità femminili della Sardegna. E’ infatti evidente che quella decisione del Presidente della Regione orienta l’opinione pubblica a ritenere che una parte consistente della società sarda, quella femminile non sia in grado di svolgere un compito istituzionale di governo. Ciò significa in sostanza disconoscere il livello di emancipazione economico, sociale e culturale delle donne sarde ma anche affermare che nella nostra isola si sostiene e valorizza una società iniqua”.

“Una Giunta che esclude le competenze femminili – afferma ancora la presidente di SDR – lede anche l’immagine dell’isola facendola apparire come una terra misogina che non vuole utilizzare per la soluzione dei gravi problemi che l’affliggono il contributo delle migliori intelligenze. Quello proposto dal Presidente della Regione è un modello di società ancorato a una concezione maschile dell’esercizio del potere. Il Consiglio regionale e la Giunta sono luoghi istituzionali di rappresentanza. Non è accettabile che possano essere gestiti secondo logiche medievali, come feudi da assegnare a piacimento dal padrone di turno. Devono esprimere la realtà sociale e rispondere del loro operato alla cittadinanza. Non è quindi un problema delle donne quello evidenziato dalla Giunta di Ugo Cappellacci ma delle forze politiche e della società”.

 “A prescindere dal risultato del ricorso al TAR, il gesto del Presidente della Regione resterà nella memoria come un atto squalificante della politica”. Red