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Corte dei Conti: rigore, no a tagli lineari

E' necessario "continuare sulla strada di un rigoroso contenimento della spesa". Lo ha sottolineato il Procuratore Generale Aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, nella requisitoria pronunciata nel giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato. E' necessario puntare sul contenimento della spesa "sul medio periodo sia ai fini della sostenibilità nei mercati del debito sovrano sia ai fini del rispetto dei vincoli europei".

Per la Corte dei Conti bisogna superare la politica dei "tagli lineari e "procedere a tagli selettivi di tipologie di spese ritenute meno utili".

"Oggi si pone all'attenzione generale l'improrogabile necessita' di un intervento in materia fiscale che riduca in misura significativa le aliquote sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati". Lo ha detto il Procuratore Generale Aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, nella requisitoria pronunciata nel Giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato. Ricordando che per lavoratori e pensionati "la ritenuta fiscale e contributiva e' operata alla fonte", la Corte dei Conti evidenzia che "l'incremento del tasso di inflazione da prevedersi nei prossimi anni potrebbe comportare ulteriori erosioni del potere d'acquisto con conseguente diminuzione del reddito reale delle famiglie e ulteriore contrazione del mercato interno".

 L'evoluzione dei conti pubblici italiani appare "positiva" rispetto ad altri paesi europei ma gli effetti della crisi ancora si fanno sentire.
Lo ha stabilito la Corte dei Conti nel suo giudizio sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2010. La magistratura contabile evidenzia come l'Italia presenti al momento "un disavanzo in quota di Pil inferiore alla media europea ed e' l'unico, tra i grandi paesi, a registrare un saldo primario vicino al pareggio". Evoluzione positiva anche se confrontata con le proiezioni dei documenti programmatici in particolare "se si tiene conto della grave
crisi economica del biennio 2008-2009 e della modesta ripresa nel 2010".

La "lenta ripresa del ritmo di crescita dell'economia italiana" ha consentito finora di recuperare "solo un quarto della perdita di prodotto subita nel biennio precedente, determinando un ampliamento del divario negativo rispetto alla media europea".

La Corte dei Conti ricorda i tagli disposti con il dl 112/2008 che hanno comportato nel 2010 "rilevanti" riduzioni sia della spesa totale sia delle principali voci che la compongono. "Nel 2010, l'indicatore più significativo della gestione del bilancio dello Stato - spiegano dalla Corte -, rappresentato dal saldo netto da finanziare di competenza, espone un miglioramento, rispetto al 2009, del 33,9 per cento (il valore negativo si riduce da 32,6 a 21,6 miliardi)".