Quella che fino a lunedì mattina sembrava solo una eventualità più che probabile (dopo il 41% di votanti registrato nella rilevazione di domenica sera) è diventata una certezza con l'arrivo dei primi dati ufficiali del ministero dell'Interno: l'affluenza alle urne per i quattro referendum, quando sono giunti al Viminale i risultati relativi al 20% dei comuni italiani, va infatti attestandosi attorno al 56%. Se il dato sarà confermato per il resto del Paese, il quorum per la validità dei referendum sarà raggiunto in via ufficiale.
Anche l'instant poll realizzato da Emg per LA7 parla di una forbice tra il 54,5% e il 59,5 %. E lo stesso Silvio Berlusconi, in mattinata, a voto ancora in corso, aveva rotto il silenzio elettorale ammettendo che «dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare» e che «dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili». Insomma, ci sono tutti i segnali per far parlare di un risultato positivo per i comitati referendari. I quali, considerando che i contrari all'abolizione delle leggi oggetto dei quesiti hanno fatto campagna non per il no ma per l'astensione, sono pronti ad incassare anche il successo elettorale. I sì per i diversi quesiti risultano attorno al 95-97%.
Si è votato fino alle 15. In base alle prime proiezioni la soglia per la validità della consultazione sarebbe stata raggiunta. Emg per La 7: fra il 54,5 ed il 59,5 per cento.
Ieri alle ore 22 aveva votato il 41,1 per cento degli aventi diritto. Berlusconi: "Dovremo dire addio a nucleare". E Maroni, alle 12: "Le proiezioni dicono che il quorum sarà raggiunto".
Le opposizioni protestano per le dichiarazioni durante il voto. I Verdi: "Il ministro fuori luogo, continuiamo a votare". Sel: "Indecente". Napolitano a Napoli: "Non parlo". D'Alema: "Governo indebolito, dovrebbe andarsene".
Referendum, quorum vicino: affluenza al 41%
Alle 22 si conferma il trend positivo per i referendari e il quorum sembra a portata di mano, voto all'estero a parte, il cui scrutinio con l'indicazione dell'affluenza comincia domani.
La sfida per raggiungere il quorum è quindi sempre più aperta e nel centrosinistra aumenta l' ottimismo per l'andamento dell'affluenza che alle 12 era quasi al 12%, alle 19 era al 30% e alle 22 è superiore al 41%.
Nel dettaglio, questa l'affluenza alle 22 per i 4 quesiti: Servizi pubblici locali 41,14%; tariffe per l'acqua 41,14%; nucleare 41,11%; legittimo impedimento 41,11%.
I dati della giornata per Pd e Idv hanno il sapore della vittoria quasi raggiunta e comunque indicano che l'invito a disertare le urne è stato disatteso per almeno la metà degli votanti. "E' come la scalata del K2, ma vedo già la vetta. Ce la possiamo fare tutti insieme", commenta Antonio Di Pietro.
Il Pd con il responsabile Organizzazione Nico Stumpo commenta: "l'affluenza è alta e il quorum è ormai vicino. Comunque già dalla mattina il Pd segnalava la possibilità di farcela perché si segnalava che, in base alla consultazione degli archivi del Viminale, qualunque sia stato il quesito referendario ed il tipo di referendum, quando gia' la prima rilevazione dell'affluenza alle urne è stata a due cifre, come nel caso di oggi, si è sempre raggiunto il quorum".
Intanto tra le forze di opposizione sono Idv e Sel a commentare con maggior solerzia l'andamento delle votazioni: Leoluca Orlando definisce oggi e domani "giornate importantissime per la democrazia ' e Nichi Vendola vede a portata di mano una vittoria che consenta di "uscire dal berlusconismo".
Nel campo del centrodestra, a rompere il silenzio elettorale ‚ stato Umberto Bossi che a Lesa, in provincia di Novara, ha detto che "questi referendum sono un imbroglio" e ha espresso la speranza che "la gente non vada a votare". Di fronte alla possibilità che il quorum venga raggiunto, il leader del Carroccio ha sostenuto che "Berlusconi ha perso la capacità di comunicare in televisione". "Questa è la semplice verità e la gente è caduta in trappola", ha aggiunto.
"L'invito di Bossi a non andare a votare, a urne aperte, è l'ennesimo schiaffo alla democrazia, e l'ennesimo autogol della maggioranza che indegnamente governa questo paese", protesta il presidente dei senatori dell'Idv Felice Belisario.
In giornata, oltre al presidente della Repubblica che si è recato ai seggi alle 11, hanno votato anche Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro e Pierferdinando Casini mentre le urne sono state disertate da molti leader del centrodestra ma non da altri esponenti della maggioranza che hanno trasmesso l'idea di un voto in ordine sparso. In mattina, per esempio, ha votato il presidente del Veneto Luca Zaia che ha espresso quattro sì compreso quello, più inviso al premier, sul legittimo impedimento.
"Se riguardasse me preferirei avere una corsia preferenziale che sveltisse ogni procedimento. Non ritengo giusto - ha spiegato l'esponente del Carroccio - che chi amministra resti con la spada di Damocle di qualche avviso di garanzia per poi avere dopo anni l'assoluzione con formula piena".
Un'osservazione che è piaciuta alla governatrice del Lazio. "Penso che ciascuno di noi abbia il diritto e il dovere di avere un processo veloce. Anche io chiaramente mi ci sottoporrei rapidamente", ha detto all'uscita del seggio Renata Polverini che ha votato tre s e un no. Un altro esponente del centrodestra che non ha seguito il consiglio di non votare è stato il sindaco di Roma. "Ho votato esercitando la mia autonomia", ha detto Gianni Alemanno che ha votato solo il quesito sul nucleare.