In una lettera inviata a Repubblica, Fabio Fazio descrive la situazione di stallo ed esprime preoccupazione per le «resistenze politiche» che impedirebbero al popolare presentatore di andare in onda la prossima stagione. «Da sei mesi aspetto una risposta alla mia volontà di continuare a fare la mia trasmissione in Rai: se non sarà possibile andrò a farla da un'altra parte». E poi continua dicendo “Che cosa ha impedito o impedisce al precedente e all'attuale Direttore generale di rinnovare i contratti in scadenza di alcuni fra i protagonisti della tv pubblica? Nel mio caso, lo dico per sgombrare il campo da eventuali dubbi, l'accordo economico è stato immediatamente trovato, ma quello su cui accordo non può esserci è la rinuncia alle garanzie minime e indispensabili per continuare a svolgere il mio mestiere nello stesso identico modo in cui si è svolto sino ad oggi».
«Per questo - aggiunge Fazio - ho scritto l'altra sera d'impeto e di getto una lettera al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, dalla quale non ho purtroppo ricevuto risposta. Il senso era quello di capire il perché, quale era e quale è il problema». «Ho chiesto di poter continuare ad andare in onda con "Che tempo che fa" sulla stessa rete, nello stesso orario e per la stessa durata, di poter continuare a gestire gli ospiti con l'autonomia che si deve riconoscere a un qualunque gruppo di professionisti della televisione, di poter continuare ad avvalermi della presenza di Gramellini, dell'appuntamento irrinunciabile con Luciana Littizzetto e naturalmente di Roberto Saviano. Queste garanzie non sono mai arrivate nonostante le mille rassicurazioni ricevute che promettevano il contrario.... "Domani; fra due ore; fra due giorni; a fine settimana; all'inizio della prossima..." e via dicendo. In queste ultime settimane invece mi sono arrivati solo inquietanti frammenti di intenzione che di certo non hanno contribuito a rasserenare il clima. Per non parlare delle notizie su di me, sul programma e su quelli che ne fanno parte, uscite sui giornali e mai smentite. «... Pare che il programma debba cambiare rete o essere ridotto nell'orario; pare che Luciana sia considerata eccessiva; sembra più opportuno rimandare l'ipotesi di una nuova edizione di Vieni via con me e cose del genere...».
«Nella lettera che ho indirizzato al direttore generale, - spiega il conduttore - riconoscevo senza alcuna difficoltà all'editore il diritto e il dovere di fare liberamente le proprie scelte ma chiedevo e torno a chiedere un atteggiamento leale. In tutti questi anni ho imparato che non si può fare tv contro la volontà del proprio Editore e se mai ce ne fosse stato bisogno l'esperienza di "Vieni via con me" ha provveduto a ricordarmelo. L'indifferenza e l'ostilità da parte dell'azienda è stata evidente sin dal primo momento e solo la professionalità di un collaudato gruppo di lavoro e la tenacia di Rai Tre ci ha consentito di andare in onda e con quel risultato. Per questo - aggiunge - ho deciso di non correre più un simile rischio professionale e per questo ho deciso che non sono più disponibile a ripetere l'esperienza di "Vieni via con me" in questa Rai. Se altrove troverò le condizioni necessarie, l'entusiasmo e la condivisione del progetto, il pubblico potrà ritrovare presto me e Saviano di nuovo insieme».