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Il ruolo del turismo nello sviluppo economico della Sardegna: a confronto le istituzioni e gli operatori del settore

La Sardegna con 2,4 milioni di arrivi turistici (il 14,1% del Mezzogiorno ed il 2,6% dell’Italia) è la prima regione in Italia per crescita media annua del peso degli arrivi nel periodo 2006-2009 (6,6%) ed è, inoltre, la prima regione del Mezzogiorno per concentrazione degli arrivi e delle presenze negli esercizi complementari (arrivi 25,6% e presenze 33%), dato quest’ultimo decisamente superiore a quello meridionale (rispettivamente 16,9% e 28,2%) e nazionale (rispettivamente 20,1% e 33,5%). E’ anche la seconda regione del Mezzogiorno per peso di arrivi turistici stranieri (36,1%, dopo la Sicilia con 37,5%; Mezzogiorno 27,5% e Italia 43,1%).

Questi alcuni degli aspetti emersi dal “Rapporto sul settore turistico della Sardegna” di SRM, presentato oggi a Cagliari da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, in occasione del convegno sul turismo organizzato dalla Banca di Credito Sardo,  “Il ruolo del Turismo per lo sviluppo economico della Sardegna – Le possibili sinergie con l’Agroindustria”.

 

All’incontro hanno partecipato, per la Banca di Credito Sardo, il presidente Giorgio Mazzella ed il direttore generale, Giuseppe Cuccurese, il Presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci, gli assessori regionali all’Agricoltura Mariano Contu, al Turismo Luigi Crisponi e alla Programmazione Giorgio La Spisa, il presidente della Sfirs Antonio Tilocca e il Presidente CCIAA di Cagliari e Vice Presidente Unioncamere Sardegna con delega al Turismo, Giancarlo Deidda.

 

Il rapporto di SRM mette in evidenza i dati più significativi che riguardano le imprese del territorio sardo (come ad esempio la struttura finanziaria, la capacità ricettiva, la qualità dell’ospitalità), il peso del turismo nell’economia regionale e nazionale attraverso parametri economici che consentono di calcolare il moltiplicatore turistico volto ad determinare le ricadute positive che l’investimento nel turismo genera nell’economia nel suo insieme e nei settori dell’indotto in particolare.

 

La ricerca dimostra – dichiara Massimo Deandreis - che il comparto turistico oltre ad essere di per sé un importante settore per l’economia della Sardegna in quanto genera 1,6 Miliardi di Pil regionale, è anche un settore che ha un importante effetto moltiplicativo su un vasto indotto. La strada da seguire è quella di potenziare investimenti e strategie finalizzate ad aumentare il numero dei turisti (siano essi nuovi arrivi oppure prolungamenti di presenze). Lo studio dimostra in modo chiaro che ogni singola presenza di turista/giorno aggiuntiva genera un Pil di 34 euro. E’ sufficiente ipotizzare una crescita dei turisti pari al 20% per generare un PIL turistico aggiuntivo per la regione Sardegna di circa 336 milioni di euro, arrivando ad un totale di oltre 2 miliardi di euro. La ricerca dimostra inoltre come maggiori sinergie organizzative e produttive tra cultura, settore agroalimentare e offerta turistica, potrebbero generare un’importante crescita aggiuntiva del PIL regionale.

 

 Per raggiungere l’obiettivo di un vero sviluppo turistico regionale - commenta il Presidente Giorgio Mazzella – non è sufficiente fermarsi al binomio Turismo/Agroindustria  ma è necessario “fare poker”. Occorre cioè combinare quattro elementi fondamentali: turismo, artigianato, cultura e agricoltura. Solo attraverso questa sinergia sarà possibile offrire un turismo di qualità valorizzando appieno tutte le potenzialità della nostra regione”.

 

“Anche nell’industria turistica varranno molto meno le rendite di posizione” – afferma Giuseppe Cuccurese - “mentre occorrerà giocare di anticipo adottando strutture sempre più flessibili e sviluppando processi di innovazione in grado di poter rispondere ad una domanda molto variegata e ad un’offerta altamente competitiva. In questo ambito sarà prioritario lavorare per la destagionalizzazione, per una maggiore delocalizzazione e per nuove tipologie di fruizione turistica.”

 

 

 

Principali evidenze della ricerca

 

Italia

 

L’impatto economico del turismo “allargato” in Italia incide per il 8,4% del Pil (con un valore pari a 131 miliardi di euro) e genera un’occupazione che sfiora i 2,2 milioni di unità. La spesa pubblica del settore ammonta a 12,5 miliardi di euro e gli investimenti a oltre 24 miliardi (fonte: elaborazioni SRM su Wttc 2010 e Istat). L’Italia si posiziona al 5° posto nella graduatoria mondiale considerando gli arrivi turistici (3° in Europa dopo Francia e Spagna) con 43,2 milioni di turisti (elaborazioni SRM su dati Untwo).

Le previsioni al 2021 evidenziano che se l’Italia mantiene le attuali dinamiche di crescita nel comparto turistico vi è il rischio di una perdita di competitività a favore di altre aree geografiche più dinamiche nell’offerta turistica.

 

Sardegna

 

La regione si caratterizza per una domanda turistica ( 12,3 milioni le  presenze turistiche)  che confluisce nel sistema alberghiero per il 74,4% degli arrivi  (79,9% Italia, 83,1% Mezzogiorno) ed il 67,0% delle presenze (66,5% Italia, 71,8% Mezzogiorno). E’ una domanda di qualità che si concentra principalmente nelle strutture alberghiere ad alto stellaggio (negli alberghi a 4-5 stelle confluisce il 55,6 % degli arrivi ed il 57,6% delle presenze. Questo flusso genera occupazione diretta, in alberghi e ristoranti, per circa 36.000 unità (13,2% del Mezzogiorno e 2,9% dell’Italia), pari al 5,8% degli occupati della regione. Gli esercizi alberghieri sono circa 900 (13,2% del Mezzogiorno e 2,6% dell’Italia) per un totale di oltre 101 mila posti letto. Il 96% circa dei posti letto riguarda strutture di medio-alto livello con 3-4-5 stelle.

 

In Sardegna vi è una forte stagionalità nella domanda (il 43,6% degli arrivi si concentra nella stagione balneare)  ed è prevalentemente indirizzata alle provincie di Olbia Tempio (quota del mercato regionale pari a 34,4% per gli arrivi ed a 40,3% per le presenze), Cagliari (26,6% per gli arrivi ed a 24,2% per le presenze) e Sassari (16% per gli arrivi ed a 13,1% per le presenze).

 

Per quanto riguarda le infrastrutture, di rilievo il sistema aeroportuale sardo (Cagliari, Alghero, Olbia) che ha movimentato nel 2010 oltre 6,4 milioni di passeggeri. Anche qui si registra una stagionalità del traffico ed una presenza di 5 vettori low cost con 10 tratte nazionali e 16 internazionali. I porti di Cagliari e Olbia hanno movimentato oltre 6,5 milioni di passeggeri e (solo Cagliari) circa 122 mila crocieristi. Riguardo alla nautica da diporto, la Sardegna ha una presenza di rilievo nel panorama italiano, disponendo del 12,7% delle strutture nazionali con circa 20 mila posti barca.

 

Il Moltiplicatore del Pil Turistico

 

Il turismo è un settore trasversale in grado di attivare ricchezza anche in altri settori collaterali. Difatti oltre alla spesa destinata agli alberghi e ristoranti (55%), la spesa dei turisti è destinata ai beni culturali (il 14% della spesa), alla moda (il 10%), all’alimentare (il 7%) e  ai trasporti ( il 6%).

La vocazione turistica della Sardegna è superiore al dato nazionale; si stima un Pil turistico regionale di 1,6 miliardi di euro, pari al 4,8% del Pil totale regionale (34,3 miliardi di euro).

Il PIL turistico della Sardegna pesa il 3% del PIL turistico nazionale (59,7 miliardi €) e il 13% di quello del Mezzogiorno (12,7 miliardi €).

 

Nella ricerca, a testimonianza del ruolo di attivatore di ricchezza che il Turismo riveste per l’economia nel suo complesso, si stima che in Sardegna per ogni presenza turistica aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si potrebbero generare 34 euro di Pil aggiuntivo.

 

La ricerca ha effettuato anche un elaborazione che stima l’impatto economico che potrebbero avere eventuali sinergie organizzative e produttive tra i comparti agricolo e culturale ed il turismo. In questo caso aumenterebbe la capacità endogena di creazione di ricchezza della Sardegna in relazione all’aumento di presenze turistiche e l’impatto economico maggiorerebbe di ulteriori 18 punti il PIL aggiuntivo, passando da 34 a 52 euro.

 

Con tali ipotesi si stima infine che in uno scenario di medio periodo e nell’ipotesi di una crescita delle presenze del 20%, il Pil aggiuntivo diretto ed indiretto per la regione Sardegna sarebbe di quasi un miliardo di euro.

 

 

Focus sul Binomio Turismo Agricoltura

 

Una specifica elaborazione statistica di SRM ha individuato 180 comuni a vocazione turistica del Mezzogiorno. Di questi ben 49 appartengono alla regione Sardegna e sono essenzialmente località di interesse balneare (75%). Tuttavia un tematismo diffuso è quello legato al settore agricolo ed enogastronomico. Infatti si rilevano ben 12 cluster di località balneari e collinari enogastronomiche/enoturistiche (nel Mezzogiorno 31).

 

Il turismo del gusto costituisce un rilevante esempio del turismo di “motivazione”. Nel 2010 ha rappresentato complessivamente il 3,8% delle vacanze (1,8% nel 2009). L’enogastronomia rappresenta per l’Italia un punto di forza grazie alla straordinarietà dei prodotti tradizionali. La Sardegna possiede 172 prodotti agroalimentari tradizionali (pari al 11% del Mezzogiorno); i prodotti agroalimentari DOP e IGP certificati nella Sardegna sono 6 mentre i vini DOC 19 di cui 1 DOCG.

 

La Sardegna è la regione meridionale, dopo la Campania, con la maggiore presenza di aziende agrituristiche: 775 nel 2009 (pari al 20% del Mezzogiorno ed al 4% dell’Italia). Il settore agroalimentare (agricoltura + agroindustria) in Sardegna genera 1.545,2 mln di euro di Valore Aggiunto e pesa il 5,3% sul totale della regione (in Italia il peso è pari a 3,9%).

 

 

Focus provinciali sintetici

 

In Sardegna si registra una forte concentrazione di strutture nella provincia di Olbia -Tempio (il 40% dei posti letto negli alberghi e il 70% degli alloggi in affitto sul totale regionale). Anche Cagliari registra una forte presenza di Alberghi con oltre 24 mila strutture. Diffusa la presenza di agriturismi sulle aree di Sassari, Nuoro, Oristano (al primo posto) e Olbia. La forma del B&B si trova principalmente nel sassarese dove è concentrato circa un terzo delle strutture dell’Isola.