Secondo Pietro Pittalis (Pdl) l’opposizione recita bene il suo ruolo: sottopone il collegato alla manovra finanziaria a critiche, spesso costruttive, ma qualche volta fine a sé stesse, senza produrre proposte alternative. “Si cerca – ha chiarito - di creare un problema all’interno della maggioranza e di destabilizzare il governo regionale”. Pittalis, pur riconoscendo che la maggioranza ha “i suoi problemi”, ha invitato l’opposizione a riflettere sulla propria situazione perché “se è vero che avete riportato una vittoria netta, senza se e senza ma, nel corso di queste ultime amministrative, in realtà questo è avvenuto a sacrificio del centro-sinistra, perché hanno vinto i sindaci dell’estrema sinistra”. C’è un monito anche per gli alleati di governo, a cui ha ricordato che la maggioranza non può reggersi “sul mal di pancia di questo o quel consigliere.
Di più, per Pittalis, non è pensabile che “il cemento di una maggioranza possa essere quello di una critica a tutto campo, del mangiare su un tavolo e poi sputare sul piatto in cui mangia”. Ma c’è comunque la convinzione che esista una prospettiva futura per il centro-destra, che ha però il dovere di capire e ascoltare gli elettori. Mentre quanti ritengono di avere la risposta a ogni problema sono chiamati a una “salutare doccia di umiltà”. All’assessore La Spisa ha rivolto il suo apprezzamento per aver presentato un testo “rigoroso e asciutto”, che è stato “stravolto”, anche con il contributo de consiglieri dell’opposizione. In conclusione ha ricordato che “noi del Pdl staremo attendi e vigili, e seguiremo le indicazioni della Giunta ma non ci presteremo a sostenere marchette, siano di destra o siano di sinistra”.
Francesca Barracciu (Pd), rispondendo al consigliere Pittalis, ha dichiarato che nell’opposizione nessuno recita. “Perché non ci sono i presupposti - ha spiegato. Ma c’è una serietà che si cerca di rimarcare in ogni seduta, per riportare in Consiglio la dignità professionale. Per fare leggi serie che incidano strutturalmente su quella che è la base sociale ed economica della nostra Isola”. Pur riconoscendo la necessità di tutte le forze politiche di guardare alle dinamiche interne del proprio partito, Barracciu ha però chiarito che le urne hanno mandato un chiaro messaggio al centro-destra e al presidente Cappellacci “che non ha più la maggioranza della popolazione della nostra Isola”. Ha quindi fatto presente al collega del Pdl che l’opposizione si occupa anche dei problemi della maggioranza “nel momento in cui influiscono in maniera negativa nelle leggi di quest’Aula, e nel rispondere alle esigenze dei sardi”. C’è una conflittualità nella centro-destra isolano al cui “altare” si sta sacrificando il bene della Sardegna. Tanto più evidente, ha chiarito Barracciu, nelle riforme strutturali “mille volte” annunciate e mai attuate, come nel caso di quella sanitaria “servita solo a commissariare le Asl e a spartire poltrone”. In conclusione, la consigliera del Pd ha chiesto alla Giunta di chiarire la situazione delle entrate, ossia se queste risorse siano o meno disponibili per la Sardegna.
A prendere la parola poi il consigliere dell’Udc Giulio Steri che ha puntualizzato come la discussione sui singoli articoli è sempre più utilizzata come discussione generale sull’intero documento e sulla situazione politica della Sardegna. Il consigliere centrista ha approfittato dell’intervento per ricordare, a proposito dell’esito delle elezioni, che l’Udc “non è uscito sconfitto dalle urne ma ha dato un contributo importante” e sulla questione Abbanoa Steri ha rivendicato la paternità del modello del gestore del servizio idrico integrato affermando che il problema è tutto nella gestione. Steri è poi entrato in merito degli emendamenti in esame spiegando come la norma sulle edicole trae lo spunto dagli accordi sindacali tra editori e sindacati degli edicolanti. “Le edicole acquistano i giornali con il contratto estimatorio, l’edicolante è obbligato ad acquistare tutta la stampa, anche i periodici che non hanno mercato, è un sistema insostenibile”. Steri ha richiamato il carattere di emergenza della norma e si è detto disponibile a proposte di modifica ma non di soppressione.
Dopo aver richiesto i pareri del relatore di maggioranza Paolo Maninchedda e della Giunta la presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione, con scrutinio elettronico palese, gli emendamenti 117 e 118 che sono stati respinti con 38 voti contrari, 16 favorevoli e 3 astensioni.
Il Consiglio ha poi approvato l’articolo 15 sexies con 39 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astenuti.
La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha quindi aperto la discussione sull’articolo 15 septies e sugli emendamenti collegati. In apertura del suo intervento Luciano Uras (Sel – Comunisti – Indipendentistas) ha affermato: “Approfitto della discussione sull’ammodernamento e ampliamento dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica anche per affrontare un tema che è connesso a questa materia, ossia la questione dell’informazione in questa Regione. Si registra sempre di più una difficoltà crescente che attraversano le testate televisive e i giornali, difficoltà che pagano i lavoratori dell’informazione”.
Uras si è poi rivolto a Pietro Pittalis (Pdl): “Se questa maggioranza, Pittalis, avesse un po’ di lucidità prenderebbe questo provvedimento, lo distruggerebbe e ci farebbe coriandoli. E’ ovvio che non siamo interessati a un minestrone come questo. C’è una crisi generale incredibile e c’è una rassegnazione che si palpa in maniera così consistente che ci invita a ritirarci. Non vedo l’ora che questo Consiglio regionale sia sciolto, che si vada ad elezioni, perché questa maggioranza ha fallito. Avete una struttura di Giunta impossibile e una maggioranza piena di crepe”.
Secondo Roberto Capelli (Gruppo Misto) “nel 15 septies andiamo oltre quanto previsto dal decreto legge 170 Bersani. Anche se rappresentato un’inezia del popolo sardo – ha proseguito ironicamente - mi permetto di continuare a dare il mio contributo. Credo che l’articolo 15 septies sia inopportuno, tranne i commi 2 e 3 perché include i punti vendita della stampa locale e periodica tra le attività beneficiarie delle agevolazioni contributive previste dalla legge n. 9 del 2002 (Agevolazioni contributive alle imprese nel comparto del commercio), da cui fino erano stati esclusi. Capelli si è detto, inoltre, contrario a trasformare le edicole in piccoli supermercati. L’esponente del Gruppo Misto prendendo spunto da un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore ha affermato: “Nei progetti di sviluppo bisogna semplificare non creare burocrazia, ossia “sburocratizzazione per favorire lo sviluppo”. Non basta investire nelle grandi opere, sono importanti i tempi di realizzazione e il tipo di servizio prodotto per i cittadini. Bisogna, inoltre, puntare sulla formazione scolastica: più si abbassa l’istruzione meno sviluppo c’è. Sono questi dunque i due cardini per favorire lo sviluppo: istruzione e formazione e meno burocrazia. Qui non parliamo di finanziamenti, ma di progetti di sviluppo e questo governo – ha concluso Capelli - non ha un progetto, perché non ha idea di cosa sia un progetto”.
Roberto Capelli (Misto) ha ribadito la sua convinzione che il provvedimento in esame va oltre il riferimento nazionale del decreto legislativo 160 (c.d. decreto Bersani) “nella parte cui consente l’ampliamento delle superfici commerciali destinate alla vendita, ipotesi ben disciplinata dalla normativa vigente”. L’articolo del collegato, in altre parole, “cerca surrettiziamente di trasformare i punti vendita dedicati ai prodotti editoriali in piccoli supermarket nei quali si può vendere un po’ di tutto: da alcuni prodotti alimentari a quelli dell’igiene della persona”. Senza dimenticare che “in fin dei conti, per coloro che dovessero operare nel nuovo ambito normativo ci sarebbero più adempimenti burocratici di quelli che si vorrebbero eliminare. E anche il fattore tempo, come sappiamo, può essere decisivo nel successo delle iniziative economiche”.
“Possiamo anche dire ai concessionari di edicole che possono raddoppiare fino a 150 metri quadri; ma cosa succede se tutti aumentano i loro spazi e vendono di tutto, a parte il fatto che gli ampliamenti non si possono fare nelle zone vincolate?”. Nel dare una risposta negativa a questa domanda, Gianvalerio Sanna (Pd) ha previsto che “ci sarà più consumo del territorio e di verde ed una specie di guerra fra poveri, con gravi tensioni sociali. I commercianti, semmai, hanno problemi di accesso al credito per mandare avanti le loro piccole e piccolissime imprese; questo sì che è urgente”. Un provvedimento così miope, a parere di Sanna, nasce dallo stato comatoso della maggioranza, “basta ascoltare ciò che molti dicono nel palazzo e nei corridoi”. Questo articolo, ha aggiunto, non è solo miope. “E’ l’anticamera dell’anarchia collettiva: ma come fa un concessionario del suolo pubblico ad operare su altri mercati senza autorizzazione?” Una politica che si muove così alla cieca “non sta interpretando correttamente il bisogno sociale espresso dalla società. Bisogna fare scelte di campo coerenti ed anche impopolari. Questo è un problema comune al centro destra e al centro sinistra, perché un colpo di fortuna non può mai sostituire una strategia”.
Chicco Porcu, del Pd, si chiede in primo luogo “se questa norma che stravolge o supera gli strumenti urbanistici degli enti locali senza misurare il loro impatto sui territori esprime quella consapevolezza che dovrebbe sempre accompagnare l’operato del legislatore. Tali problemi non sono stati mai affrontati nelle commissioni di merito, eppure diciamo che dobbiamo decidere assieme agli enti locali”. Non è una cosa normale, ha aggiunto Porcu che, sviluppando il suo ragionamento, ha dichiarato che “forse non abbiamo idea del numero delle edicole, della loro posizione nelle città e nei quartieri, del loro rapporto con la rete distributiva; eppure possono aumentare le superfici di vendita di oltre il 100%”. Rischiamo, ha sintetizzato, di approvare una norma inapplicabile. Sul piano politico, in conclusione, “la maggioranza farebbe bene ad evitare di appesantire eccessivamente l’arca del collegato dove vuole caricare un po’ di tutto in modo da poter navigare per un altro po’ di tempo. Ma così rischia di affondare”. (segue)